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Riforma delle pensioni: spesa previdenziale, esodi aziendali e ricambio generazionale tra i punti di attenzione

Riprende il confronto tra Governo e Parti sociali sulla riforma delle pensioni. Durante l’incontro del 30 maggio, il Presidente del Consiglio ha sottolineato che si lavorerà sul rafforzamento del sistema previdenziale, con particolare riguardo alle pensioni future. E’ stata poi rimarcata l’importanza dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale, istituito il 23 marzo presso il Ministero del Lavoro, per mapparla e per valutare anche gli effetti di determinati provvedimenti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionale. Saranno poi previsti specifici tavoli di approfondimento tematico il primo dei quali sarà sugli anticipi pensionistici. Durante l’incontro sono stati trattati anche i temi del contrasto all’inflazione e del PNRR. Quali sono, invece, le considerazioni della Corte dei Conti e dell’UPB?

Riprende il dialogo tra Governo e Parti sociali su una serie di tematiche di particolare rilevanza nel contesto economico attuale, dall’inflazione, dal fisco al lavoro, alle pensioni. Si è tenuto, infatti, a Palazzo Chigi, il 30 maggio, il programmato incontro. Per quel che riguarda il contrasto all’inflazione il Presidente del Consiglio ha manifestato l’intenzione di istituire a Palazzo Chigi un osservatorio governativo sul tema del potere d'acquisto, salari, monitoraggio dei prezzi e della politica dei prezzi, controllo dell'attuazione e degli effetti dei provvedimenti varati. Per quel che riguarda il PNRR si sta lavorando al RepowerEu e alla verifica sul PNRR esistente. Per quel che riguarda il fisco il Governo sottolinea l’opportunità di inserire anche per i lavoratori dipendenti una serie di deduzioni, tra le quali quella sui trasporti. e si vuole rendere strutturale il tema dei fringe benefit e la detassazione del contributo del datore di lavoro per i lavoratori ai quali nasca un figlio. Il tema pensioni Particolare rilevo assume poi il tema pensioni con riferimento al quale va ricordato, che era già in atto un confronto presso il Ministero del Lavoro con alcuni primi incontri nello scorso mese di febbraio finalizzati a delineare un percorso per una nuova riforma delle pensioni considerando come temi cardine la pensione contributiva di garanzia, nuove misure di flessibilità in uscita, la separazione tra spesa previdenziale e spesa assistenziale, il rilancio della previdenza complementare. Il percorso attraversava una fase di stallo nel corso del quale va comunque segnalata l’istituzione presso il Ministero del Lavoro di uno specifico Osservatorio di monitoraggio sulla spesa previdenziale con ruolo anche consultivo e propositivo e la “dichiarazione di intenti” contenuta nel Documento di Economia e Finanza in cui gli interventi in materia di disciplina pensionistica rappresentano uno dei 21 disegni di legge collegati alla prossima legge di Bilancio. Il Presidente del Consiglio ha sottolineato ora come si lavorerà sul rafforzamento del sistema previdenziale, con particolare riguardo alle pensioni future. E’ stato poi rimarcata l’importanza dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale per mapparla e per valutare anche gli effetti di determinati provvedimenti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionale. Saranno poi previsti specifici tavoli di approfondimento tematico il primo dei quali sarà sugli anticipi pensionistici". Le recenti raccomandazioni internazionali E’ utile poi ripercorrere in sintesi, come utili elementi di contesto, i numerosi interventi in ambito previdenziale che si sono concentrati nelle ultime settimane. Partendo dal Country Report dedicato all’Italia della Commissione UE si sottolinea come “elementi critici” per l’incremento della spesa previdenziale siano rappresentati dall’inflazione e dall’invecchiamento della popolazione. Per assicurare la sostenibilità nel medio-lungo periodo del sistema pensionistico, la raccomandazione è di implementare in pieno la riforma del 2011. Va poi citato il Fondo Monetario Internazionale che sottolinea la necessità che i requisiti pensionistici siano legati all’aspettativa di vita e che il calcolo delle pensioni sia parametrato con il flusso contributivo versati lungo l’arco della intera vita lavorativa. Si evidenzia ancora l’opportunità che non si prosegua con meccanismi di prepensionamento. Le considerazioni della Corte dei Conti e dell’UPB Concentrando la attenzione entro i confini nazionali vanno riportate le osservazioni sviluppate dalla Corte dei Conti nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica. In materia di spesa pensionistica si confermano le valutazioni di fondo fatte dalla Corte nel recente passato in base ai quali i provvedimenti di proroga di misure provvisorie come quelle di cui alle quote (dopo quota 100, quota 102 e quota 103) non sembrano adeguate a regolamentare un settore di così grande rilevanza quantitativa e qualitativa. Dopo gli interventi derogatori rappresentati da quota 100 e seguenti, sarebbe importante, per la tutela della finanza pubblica riaffermare la centralità della legge n. 214/2011 e comunque un quadro normativo previdenziale con i caratteri della certezza da un lato e della sostenibilità finanziaria e sociale, dall’altro. È d’altra parte opportuno che in un mercato del lavoro sottoposto a grandi pressioni prima dalla pandemia ed ora, strutturalmente, dalle transizioni ecologica e digitale, gli istituti di deroga esistenti (l’Ape sociale in primis) si facciano carico della gestione di situazioni mirate, se meritevoli di protezione. Vanno dunque riaffermate prospettive di equilibrio del settore, anche per garantire condizioni di equità intergenerazionale in un quadro di spesa per la protezione sociale complessiva che sarà messo sotto pressione dall’invecchiamento della popolazione e dalla marcata crescita del tasso di dipendenza degli anziani. Viene ritenuto poi importante l’orientamento a irrobustire le prospettive pensionistiche delle giovani generazioni favorendo carriere più continue e livelli salariali più sostenuti, i quali, tuttavia, hanno come presupposto maggiore produttività e maggiore crescita economica. Il sostegno della previdenza integrativa può poi svolgere un ruolo nell’assicurare un equo tasso di sostituzione complessivo a coloro che andranno in quiescenza con il sistema di calcolo interamente contributivo. Last but not least si riportano le considerazioni espresse dall’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) sulla delega fiscale con particolare riferimento ai fondi pensione. Dopo ampio ragionamento, si rimarca come le motivazioni per generalizzare la tassazione per cassa (rispetto all’attuale criterio della tassazione sul maturato) andrebbero adeguatamente soppesate in relazione agli aspetti settoriali e alle specificità normative della previdenza complementare. In una prospettiva di riorientare l’imposizione della previdenza complementare verso il modello “EET”, andrebbero valutate ulteriori possibilità quali, ad esempio, avviare un percorso di riduzione dell’aliquota (attualmente pari al 20 per cento) mantenendo l’attuale imposizione sul maturato. In linea generale una riforma della fiscalità della previdenza complementare verso l’“EET” dovrebbe sforzarsi di considerare l’assetto migliore nel complesso delle tre fasi di contribuzione, accumulazione e accesso ai benefici. Anche dopo la riduzione del prelievo nella fase di accumulazione, il sistema italiano si discosterebbe dalle best practice suggerite per la fiscalità delle contribuzioni e delle prestazioni. Il passaggio alla tassazione per cassa potrebbe rappresentare un più chiaro passo di avvicinamento al modello “EET” qualora fosse superato il richiamo specifico alla tassazione del risultato di gestione realizzato annuale netto (con possibilità di compensazione dei risultati negativi). Si potrebbe in questo caso prevedere l’applicazione della tassazione al momento dell’accesso del risparmiatore ai benefici finali con un conseguente azzeramento del prelievo durante la fase di accumulazione. Posticipando il prelievo al momento dell’accesso ai benefici, resterebbe aperta la scelta dell’aliquota che, per la parte riferibile ai redditi da capitale, potrebbe restare l’attuale 20 per cento, essere allineata all’aliquota applicabile alla sommatoria dei contributi (tra il 15 e il 9 per cento a seconda dei casi) o assumere altro valore. Copyright © - Riproduzione riservata

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2023/05/31/riforma-pensioni-spesa-previdenziale-esodi-aziendali-ricambio-generazionale-punti-attenzione

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