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Incentivi alle imprese: luci ed ombre delle misure applicate in Italia

La Banca d’Italia ha pubblicato la Memoria presentata per la 9a Commissione permanente del Senato (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare) sul disegno di legge in tema di "Delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese, nonché disposizioni di semplificazione delle relative procedure". Secondo la Banca d’Italia il riordino della disciplina degli incentivi riveste un ruolo importante nello stimolare il cambiamento strutturale di un paese, ma va inserito nel contesto di riforme incisive sul sistema fiscale e sul funzionamento dei mercati e delle Pubbliche amministrazioni volte a migliorare il contesto economico e istituzionale nel quale operano le imprese. Risulta quindi necessario un forte coordinamento con il recente disegno di legge delega al Governo per la riforma fiscale, soprattutto con riferimento ai meccanismi di fruizione degli incentivi fiscali alle imprese.

La Banca d’Italia ha pubblicato la Memoria presentata per la 9a Commissione permanente del Senato (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare) sul disegno di legge AS 571, in tema di "Delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese, nonché disposizioni di semplificazione delle relative procedure". La memoria dopo aver analizzato gli effetti del sostegno italiano nelle varie fasi economiche che si sono succedute dal covid-19 alla guerra in Ucraina, evidenziando che gli impegni di spesa e l’utilizzo dei fondi da parte delle imprese non si traducono necessariamente in una maggiore crescita per l’economia: in alcuni casi i sussidi possono sovvenzionare attività che le imprese avrebbero comunque svolto; la distribuzione dei fondi pubblici può risentire di un disegno non ottimale con effetti indesiderati sull’allocazione delle risorse e l’efficienza del sistema produttivo, a priori non identificati. Gli studi condotti in Banca d’Italia sui risultati ottenuti da varie misure applicate nel nostro paese presentano luci e ombre. Con riferimento al sostegno degli investimenti, le analisi empiriche disponibili indicano che gli incentivi automatici sono mediamente più efficaci di quelli assegnati a seguito di bandi competitivi. Tra questi ultimi, una maggiore efficacia è riscontrabile nel caso in cui i criteri utilizzati per allocare le risorse riflettono regole oggettive anziché valutazioni discrezionali dei decisori. Le misure di incentivazione fiscale (attraverso crediti di imposta) agli investimenti delle imprese si sono rivelate molto efficaci per stimolare la crescita, l’ammodernamento del capitale produttivo e l’attività innovativa; esse però sono tendenzialmente contraddistinte da maggiori oneri per le finanze pubbliche e sono spesso caratterizzate da grandi difficoltà nel prevedere le adesioni alla misura e quindi monitorare per tempo la spesa relativa. Le evidenze relative all’efficacia del sostegno alla ricerca e sviluppo e alle start-up innovative forniscono un quadro complessivamente favorevole. Lo Start-up act del 2012 ha avuto effetti positivi sulla crescita dimensionale delle giovani imprese innovative e ne ha migliorato l’accesso al credit. Anche alcune iniziative regionali per l’innovazione e la nascita di aziende a elevato contenuto tecnologico hanno registrato effetti positivi. Il quadro relativo all’efficacia degli incentivi finalizzati alla coesione territoriale è invece complessivamente meno incoraggiante. Il decentramento decisionale sulle politiche per lo sviluppo locale attuato a partire dagli anni settanta del secolo scorso ha comportato una netta riduzione nell’efficacia delle politiche rispetto ai due decenni precedenti, a parità (almeno fino all’inizio degli anni novanta) di spesa pubblica per investimenti nelle regioni meridionali. Tale fenomeno riflette una minore capacità delle Amministrazioni pubbliche meridionali nel disegnare aiuti efficaci per il miglioramento del tessuto produttivo e l’esistenza di forti diseconomie ambientali che possono distorcere le finalità dell’azione pubblica. Il disegno di legge delega si propone di rinnovare in maniera organica il sistema degli incentivi alle imprese, migliorandone la pianificazione e l’organizzazione, con l’obiettivo di accrescerne l’efficacia in termini di sviluppo economico e coesione sociale. I principi generali del disegno di legge si articolano attorno ad alcuni elementi principali. Nello specifico gli incentivi: (i) devono avere una programmazione pluriennale, in coerenza con l’orizzonte temporale degli investimenti, e devono fornire risorse finanziarie adeguate per il raggiungimento dell’obiettivo assegnato; (ii) devono avere un impatto misurabile attraverso tecniche standard di valutazione delle politiche ex ante, in itinere ed ex post; (iii) devono essere coordinati tra le varie amministrazioni, al fine di massimizzarne l’efficacia; (iv) devono essere facilmente conoscibili da parte dei potenziali fruitori, con procedure semplici e possibilmente digitali; (v) devono favorire la coesione sociale, economica e territoriale, valorizzando al massimo l’imprenditoria femminile. La Banca d’Italia ritiene condivisibili i principi generali del disegno di legge delega. Viene sottolineata l’importanza della stabilità e della certezza delle normative sull’incentivazione, elementi importanti nelle scelte strategiche delle imprese, in particolare per quelle relative agli investimenti. Il principio di misurabilità dell’impatto economico dei sussidi e dell’attività di valutazione risulta inoltre fondamentale nel disegno degli aiuti, per garantire una migliore allocazione delle risorse e per favorire l’accountability dell’azione pubblica. L’agevole conoscibilità e la semplificazione delle procedure, se applicate con efficacia, potrebbero inoltre allargare la platea delle imprese che accedono alle misure di sostegno, aumentandone l’impatto macroeconomico. Da valutare favorevolmente è l’inclusione della coesione sociale, economica e territoriale e della valorizzazione dell’imprenditoria femminile tra gli obiettivi generali dell’attività di incentivazione. Risultano invece assenti i temi della competitività del tessuto produttivo, della sostenibilità ambientale e dell’innovazione tecnologica delle imprese. Un aspetto positivo del disegno di legge è la delega relativa alla razionalizzazione dell’offerta di incentivi, che prevede la ricognizione e la sistematizzazione delle misure esistenti e una loro concentrazione, al fine di ridurre la sovrapposizione tra sussidi esistenti. Secondo la Banca d’Itali è un aspetto cruciale, alla luce dell’estrema frammentazione che caratterizza il sistema degli aiuti alle imprese in Italia. La stratificazione di incentivi simili per finalità, con modalità di accesso differenti e spesso di importo limitato riduce l’efficacia delle misure e ne limita la capacità di coprire ambiti strategici. La Banca d’Italia ritiene tuttavia che difficoltà rilevanti potrebbero emergere nella concreta attuazione di questi principi. In primo luogo e in via generale, l’armonizzazione dei regimi di incentivazione in Italia non può che avvenire nel più ampio quadro dell’evoluzione in corso a livello europeo della normativa sugli aiuti di Stato. In secondo luogo, occorrerà verificare come dare concreta attuazione al coordinamento tra misure adottate ai diversi livelli di governo, tenuto conto della competenza legislativa regionale in materia. In terzo luogo, qualunque attività di valutazione richiederà una attenta definizione di obiettivi quantificabili e osservabili durante e dopo il periodo di validità dell’incentivo, secondo il principio di misurabilità degli effetti. Infine, la digitalizzazione nella raccolta dei dati delle imprese si potrebbe tradurre nella creazione di un database di dati amministrativi, aggiornato dalle aziende che fanno domanda e interrogabile direttamente dalle amministrazioni che ricevono una richiesta di sussidio, che contenga tutte le certificazioni necessarie per ricevere gli incentivi, determinando una semplificazione delle procedure sia per le aziende sia per l’operatore pubblico. In conclusione, secondo la Banca d’Italia, il riordino della disciplina degli incentivi riveste un ruolo importante nello stimolare il cambiamento strutturale di un paese, ma va inserito nel contesto di riforme incisive sul sistema fiscale e sul funzionamento dei mercati e delle Pubbliche amministrazioni volte a migliorare il contesto economico e istituzionale nel quale operano le imprese. Risulta quindi necessario un forte coordinamento con il recente disegno di legge delega al Governo per la riforma fiscale, soprattutto con riferimento ai meccanismi di fruizione degli incentivi fiscali alle imprese. Inoltre, nonostante gli interventi legislativi di attuazione delle riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, vi sono ancora aree di possibile miglioramento per quanto riguarda, ad esempio, l’efficienza complessiva della giustizia, la regolazione di alcuni settori e la semplificazione della regolamentazione dell’attività di impresa; misure attuate in passato in questa direzione hanno avuto effetti significativi sulla crescita. Copyright © - Riproduzione riservata

Banca d’Italia, memoria 09/06/2023

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2023/06/16/incentivi-imprese-luci-ombre-misure-applicate-italia

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