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Boom turismo: l’analisi dei rapporti di lavoro

Nella ricerca della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, lo stato dell’arte del comparto produttivo uscito più martoriato dalla pandemia, tra luci e ombre. Stando agli ultimi dati ISTAT, nell’ultimo anno il comparto dei servizi di alloggio e ristorazione è quello che ha registrato la maggior crescita occupazionale (+10,3%). Nel confronto con l’anno precedente, il numero di impiegati nel settore è passato da 1 milione 259 mila a 1 milione 338 mila (130 mila in più, pari al 25,3% dei nuovi posti di lavoro creati durante i 12 mesi). Dati confermati anche dall’ultimo bollettino Excelsior, secondo cui è proprio il turismo a offrire le maggiori opportunità di impiego.

Il settore turistico italiano è stato oggetto dell’indagine della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro dal titolo “Boom del turismo: crescono gli occupati, ma non la qualità dei profili”, pubblicata il 12 agosto 2023. Nell’ultimo anno il comparto dei servizi di alloggio e ristorazione è quello che ha registrato la maggior crescita occupazionale, segnando un +10,3% a fronte di un aumento medio dei lavoratori del 2,3%. Nel confronto con l’anno precedente, il numero di impiegati nel settore è passato da 1 milione 259 mila a 1 milione 338 mila (130 mila in più, pari al 25,3% dei nuovi posti di lavoro creati durante i 12 mesi). A trainare la crescita del turismo, in particolare, il lavoro dipendente, che assorbe la quasi totalità della nuova occupazione (+13,8%), mentre quello autonomo appare meno dinamico (+1,9%). Sorridono le donne. L’occupazione femminile nel settore, infatti, segna nell’ultimo anno un +15,5% (quasi 100 mila occupate in più), contro il +5,5% registrato dalla controparte maschile. Va detto che 100 occupati, infatti, solo il 17,1% rientra tra le professionalità ad alta qualificazione, come manager, direttori, imprenditori e specialisti. La maggioranza (73,9%), invece, presenta una media qualificazione (addetti alle vendite, ai servizi, al marketing), mentre le figure a bassa qualificazione (addetti pulizie, magazzinieri, fattorini) sono il 10% circa. Nell’ultimo anno, in particolare, la crescita occupazionale ha riguardato soprattutto i livelli professionali intermedi (+17,8%), a scapito di quelli elevati (- 4,3%) e bassi (-7,5%). Appare interessante, in questo senso, notare come il turismo sia il settore dove ovunque, ma perlopiù in Italia, si registra il più alto livello di overqualification: su 100 persone con un elevato livello formativo (Isced 5-9), 72 sono impiegate in posizioni per cui non è richiesto il grado di istruzione conseguito. Un dato, questo, che se letto alla luce dell’intera economia si attesta al 22%. La ricerca della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, infine, opera un confronto tra le dinamiche occupazionali registrate dal comparto turistico italiano e quelle che hanno visto protagonisti gli altri Paesi europei Copyright © - Riproduzione riservata

Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, indagine 12/08/2023

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2023/08/23/boom-turismo-analisi-rapporti-lavoro

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