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Fringe benefit con nuove soglie 2024: quanto conviene al datore di lavoro

Con la legge di Bilancio 2024 cambia la soglia di esenzione dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con e senza figli fiscalmente a carico. Si tratta, in particolare, di erogazioni in natura, comprese le utenze domestiche: auto aziendale, telefono cellulare, buoni pasto, alloggi, servizi asili nido e abbonamenti a servizi di trasporto pubblico. A patto che sia applicato il corretto inquadramento fiscale e previdenziale l’erogazione non è assoggettata né a tassazione né a contribuzione. Quanto è possibile ridurre il costo del lavoro utilizzando questi benefit soggetti ai nuovi limiti?

Chi La legge di Bilancio 2024 (legge n. 213/2023) ha introdotto nuove soglie di esenzione da tassazione e contribuzione delle erogazioni liberali di beni e servizi ai lavoratori dipendenti che hanno figli fiscalmente a carico (compresi quelli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o affidati, che sono a fiscalmente a carico). In particolare, Il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti non concorre a formare il reddito: - entro il limite complessivo di 1.000 euro per tutti i lavoratori dipendenti; - entro il limite di 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti e i figli adottivi o affidati.

AttenzioneRientrano nell’esenzione anche le somme erogate o rimborsate ai medesimi lavoratori dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, delle spese per l’affitto della prima casa ovvero per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa.
Cosa Si tratta dei fringe benefits, ovvero di forme di retribuzione non in denaro concesse al dipendente tramite l'uso di beni aziendali o la fruizione di specifici servizi. A titolo esemplificativo, possono definirsi tali l’auto aziendale, il telefono cellulare, i buoni pasto, gli alloggi, le polizze assicurative sulla vita, l’erogazione di servizi asili nido, gli abbonamenti a servizi di trasporto pubblico, la cessione di prodotti aziendali a particolari condizioni di favore, un prestito personale concesso ai dipendenti a tassi inferiori a quelli di mercato. Questi elementi aggiuntivi della retribuzione, in linea generale, concorrono alla formazione del reddito tassato in capo al lavoratore dipendente e hanno l’obiettivo di migliorare il tenore di vita del lavoratore evitandogli di sostenere determinate spese o garantendogli delle prestazioni specifiche e utili anche alla propria vita personale e familiare. Le spese per prestazioni di lavoro, ivi comprese quelle sostenute in denaro o in natura a titolo di liberalità, sono deducibili ai fini della determinazione del reddito di impresa. La valorizzazione dei fringe benefit deve avvenire in base al loro valore normale: si tratta, come stabilito dal TUIR, del prezzo o corrispettivo mediamente praticato per i beni e i servizi della stessa specie o similari, in condizioni di libera concorrenza e al medesimo stadio di commercializzazione, nel tempo e nel luogo in cui i beni o servizi sono stati acquisiti o prestati, e, in mancanza, nel tempo e nel luogo più prossimi.
AttenzioneAi sensi dell’art. 51, co. 3, del TUIR, rientrano nella nozione di reddito di lavoro dipendente anche i beni ceduti e i servizi prestati al coniuge del lavoratore o ai familiari indicati nell’art. 12 del TUIR, nonché i beni e i servizi per i quali venga attribuito il diritto di ottenerli da terzi.
Come Il reddito da lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro (principio di onnicomprensività della retribuzione). I fringe benefits non concorrono a formare il reddito e sono dunque esenti sia fiscalmente che sotto il profilo contributivo se si configurano come beni o servizi ceduti di importo complessivamente non superiore a 1.000 euro nel periodo d’imposta. Per applicare la soglia più elevata prevista dalla legge di Bilancio 2024 (2.000 euro) i datori di lavoro dovranno dare preventiva informativa alle RSU laddove presenti. Inoltre, il lavoratore per fruire del bonus “rafforzato” dovrà dichiarare al datore di lavoro di aver diritto e dovrà indicare il codice fiscale dei figli a carico. In questo caso il datore di lavoro, nel rispetto delle norme in materia di trattamento dei dati personali, deve acquisire e conservare la documentazione per giustificare la somma spesa ovvero una dichiarazione sostituiva di atto di notorietà da parte del lavoratore interessato.
AttenzioneL’Agenzia delle Entrate ha chiarito che l’agevolazione spetta: - in misura intera per ogni genitore, titolare di reddito di lavoro dipendente e/o assimilato, anche in presenza di un unico figlio, purché lo stesso sia fiscalmente a carico di entrambi; - anche nel caso in cui il contribuente non possa beneficiare della detrazione per figli fiscalmente a carico poiché assorbita dall’assegno unico e universale (AUU); - anche qualora i genitori si accordino per attribuire l’intera detrazione per figli fiscalmente a carico a quello dei due che possiede il reddito complessivo di ammontare più elevato, l’agevolazione spetta a entrambi, a prescindere dalla effettiva fruizione delle detrazioni.
Quando L’agevolazione si applica limitatamente all’anno d’imposta 2024, ovvero alle somme e valori corrisposti entro il 12 gennaio 2025 (ossia del periodo d’imposta successivo a quello a cui si riferiscono). In caso di ricorso ai voucher, il benefit si considera percepito dal dipendente nel momento in cui lo stesso entra nella disponibilità del lavoratore, a prescindere dal fatto che il servizio venga fruito in un momento successivo.N.B. Qualora in sede di conguaglio dovesse emergere che il valore dei beni o dei servizi prestati sia superiore a tale soglia, il datore di lavoro deve assoggettare a tassazione l’importo corrisposto nella sua interezza. La misura incentivante prevista dal decreto Lavoro si applica alle somme materialmente entrate nella disponibilità del lavoratore entro il 12 gennaio 2024. Calcola il risparmioOperaio in forza ad un’azienda che opera nel settore industria CCNL Legno e Arredamento, inquadrato al livello AS2Posta la retribuzione mensile di base pari a 1.500 euro, il datore di lavoro eroga al lavoratore un importo aggiuntivo, a titolo di fringe benefit, pari a 2.000 euro, che è imponibile sotto il profilo sia contributivo che fiscale. In alternativa è possibile riconoscere al lavoratore un fringe benefit, rispettando le soglie di esenzione spettanti ai lavoratori con figli a carico.Risparmio %L’opzione per l’erogazione di fringe benefits ai lavoratori beneficiari della misura di vantaggio prevista dalla legge di Bilancio 2024 consente di risparmiare il 14% sul complessivo costo del lavoro. Al risparmio così conseguito va sommato, dal punto di vista del datore di lavoro, il risparmio fiscale conseguito in seguito alla piena deducibilità del costo di acquisto dei beni e servizi erogati.
Retribuzione + fringe benefit extra soglia ordinariaRetribuzione + fringe benefit detax (2.000 euro)
Retribuzione erogata1.500 euro + 2.000 euro1.500 + 2.000 euro
Contribuzione INPS/INAIL1.036 euro420
Totale4.536 euro3.920
Risparmio %14%
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Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2024/01/08/fringe-benefit-nuove-soglie-2024-conviene-datore-lavoro

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