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Reddito di cittadinanza: maggiore flessibilità per i nuclei familiari con disabili

Maggiore attenzione alle situazioni di disabilità. Con un emendamento presentato dal Governo viene concessa più flessibilità per i nuclei in cui siano presenti persone con disabilità grave o non autosufficienti per l’accesso al reddito e alla pensione di cittadinanza. Il tetto relativo al patrimonio mobiliare sale da 5.000 a 7.500 euro per ogni componente con disabilità in famiglia; mentre il massimale della scala di equivalenza viene incrementato fino a 2,2.

Il Governo ha presentato in Commissione Lavoro e Affari sociali alla Camera un pacchetto di emendamenti articolato in cinque proposte di correttivo che vanno dalla revisione delle misure a favore delle famiglie con disabili alle assunzioni nella pubblica amministrazione, nella sanità e nei beni culturali.

Il disegno di legge di conversione prosegue l’evoluzione anche alla luce delle prime esperienze maturate come testimoniato dall’emendamento presentato il 13 marzo dalle relatrici Dalila Nesci (M5s) e Elena Murelli (Lega) che pone un freno all'erogazione del reddito e della pensione di cittadinanza a chi ha subito una misura cautelare personale, anche adottata all'esito di convalida dell'arresto o del fermo, o una condanna anche non definitiva. La sospensione vale anche per i latitanti o per chi si è sottratto volontariamente all'esecuzione della pena.

Quali sono i correttivi proposti dall’Esecutivo? Si cerca in primo luogo di avere un occhio di attenzione particolare alle situazioni di disabilità. Più nello specifico per favorire l’accesso e incrementare il beneficio di nuclei in cui siano presenti persone con disabilità grave o non autosufficienti, si prevedono risorse aggiuntive per 12,8 milioni nel 2019 e 16,9 nel 2020. Gli oneri aumentano a 17 nel 2021, per scendere poi a 16,9 nel 2022 e nel 2023. Nella proposta di modifica al decretone si prevede per il 2019 e il 2020 un taglio equivalente ai fondi per la riforma dei centri per l’impiego. Dal terzo anno le risorse provengono dal Fondo generale che finanzia il reddito di cittadinanza.

Il Governo allenta poi i limiti patrimoniali per consentire l'accesso e amplia anche la platea di chi può chiedere la pensione di cittadinanza alle famiglie anziane con componenti under 67 in situazioni gravi o di non autosufficienza.

Si eleva inoltre da 5mila a 7.500 euro l’incremento della soglia del patrimonio mobiliare per ogni componente con disabilità in famiglia.

L’emendamento propone poi di modificare il parametro della scala di equivalenza (che in questi casi passa a 2,2) in maniera tale da consentire ai nuclei che hanno a carico familiari disabili di avere 50 euro in più di beneficio. Il reddito può dunque arrivare al massimo di 1.380 euro.

Si propone poi che la pensione di cittadinanza possa essere concessa anche nel caso in cui il componente o i componenti del nucleo familiare di età pari o superiore a 67 anni, adeguata agli incrementi della speranza di vita, convivano esclusivamente con una o più persone in condizione di disabilità grave o non autosufficienza.

Per fronteggiare poi i potenziali effetti di quota 100 si prevede che, per garantire livelli essenziali delle prestazioni, gli enti e le aziende del servizio sanitario Nazionale possono procedere all’assunzione delle professionalità correnti, anche tenendo conto delle cessazioni di personale che intervengono in corso d’anno purché in linea con la programmazione regionale.

Fonte: http://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/pensioni/quotidiano/2019/03/15/reddito-cittadinanza-maggiore-flessibilita-nuclei-familiari-disabili

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