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Archivio newsIl Fondo monetario dà i giudizi al mondo, in Italia si aspetta il Def
La settimana si snoda tra riunioni internazionali, dal vertice Ue-Cina alla riunione di primavera del Fondo monetario, con l’aggiornamento del report sull’economia globale, e importanti appuntamenti italiani. Martedì si apre a Milano il Salone del Mobile, ma soprattutto si aspetta il Documento di Economia e Finanza, mentre mercoledì gli occhi sono puntati sul dato della produzione industriale.
Questa è la settimana in cui Milano è davvero la capitale del mondo. Almeno di quello del design, e non soltanto dell’arredamento: se è al Mobile, che è dedicato il Salone in calendario fino al 14, con tutto ciò che ruota intorno alla Milano Design Week la città diventa realmente il polo globale della creatività. E, per noi italiani, di un grosso business: l’industria del settore, con l’indotto, vale il 5% del Pil. Scontato che l’obiettivo dell’edizione 2019 sia battere i record del 2018. Potrebbero aiutare Leonardo e le mille iniziative organizzate per il cinquecentenario della morte, cui rende omaggio lo stesso Salone ricordando - come fa Claudio Luti, il presidente – che il genio da Vinci è stato «il maestro di tutti i designer, precursore della relazione tra creativo e imprenditore, uomo del progresso, del futuro e del presente, venuto a Milano per sviluppare proprio la sua relazione con la forma del fare».
Anteprima con vista sulle prospettive dell’economia mondiale per la riunione di primavera del Fondo monetario internazionale. Comincia venerdì, va avanti fino a domenica, giovedì offrirà un assaggio pubblico con la tradizionale conferenza stampa della Banca Mondiale (la terrà Kristalina Georgieva, presidente ad interim dopo le dimissioni a sorpresa di Jim Yong Kim). Oggi lo staff di Christine Lagarde prepara il terreno con l’aggiornamento del report dedicato alle stime globali. L’Italia sa già cosa aspettarsi: a inizio febbraio l’Fmi era stato tra i primi organismi internazionali ad avvertire dei rischi di recessione e a tagliare le nostre stime di crescita. Non è detto non lo faccia ancora: due mesi dopo e alla luce delle analisi che si sono succedute nel frattempo, il +0,6% attribuitoci per il 2019 appare eccessivamente ottimistico.
La scadenza sarebbe domani, mercoledì 10. Che però è anche il giorno in cui, a Bruxelles, è in agenda il vertice straordinario Ue sulla Brexit. Giuseppe Conte ha perciò già fatto capire che il governo potrebbe presentare il Def già oggi. E che le varie bocciature dei vari organismi internazionali (vedi Ocse e Fmi) e centri studi nazionali (su tutti Confindustria) «non hanno alterato la nostra pianificazione».
Il mini rimbalzo di gennaio non ha illuso nessuno: per tutti è stato, appunto, solo un rimbalzo. Peraltro totalmente insufficiente a bilanciare i crolli degli ultimi mesi. Chi continua a sperare che, in febbraio, la produzione industriale sia in realtà andata meglio delle indicazioni in arrivo dal mondo delle imprese è più di tutti, ovviamente, il governo. Anche i dati dell’Istituto di statistica sono però, questa volta, superati da numeri che non sono semplici stime: è Confindustria a prevedere che, per febbraio, vada messo in conto un calo dell’1,3%.