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Archivio newsCome il web ha cambiato il modo di fare impresa
Il web ha condizionato le prospettive di business delle aziende e l’economia in generale, sancendo una frattura tra chi è online e chi non lo è. Negli ultimi dieci anni aziende di nuova generazione hanno raggiunto fatturati da miliardi di euro, ed è verosimile che in dieci anni saranno altre le realtà create dal nulla ad affermarsi sul mercato. Ma non basta semplicemente avere un profilo social aziendale o un proprio sito. Non si tratta di farsi notare, ma di comprendere le nuove abitudini dei consumatori e sfruttare le nuove tecnologie figlie della rivoluzione digitale, pensando non più secondo i classici schemi, ma all’enorme mercato, perennemente aperto e attivo, che è il web.
A partire dagli ultimi anni del secolo scorso, il web ha generato fenomeni culturali e mutamenti radicali e irreversibili nelle prospettive di business e di vita delle aziende e dei consumatori.
Un impatto trasversale sui vari settori economici che, contaminando sempre di più l’economia, ha finito per influenzare la vita di ogni azienda, abbattendo il muro che storicamente divideva l’economia “reale” da quella “virtuale”.
Negli ultimi dieci anni aziende che nemmeno esistevano hanno raggiunto fatturati da miliardi di euro, ed è verosimile che in dieci anni saranno altre le realtà miliardarie create dal nulla ad affermarsi sul mercato. Tutto ciò è possibile grazie alla maggiore facilità di reperimento delle informazioni, alle innovazioni tecnologiche in ambito di trasporti e ai mutamenti culturali innescati dalla diffusione del Web e delle tecnologie digitali ad esso collegate.
Sotto il profilo dell’economia digitale, il nostro Paese, con scarsa lungimiranza, risulta essere ancora indietro rispetto ad altri Paesi europei, e principalmente per un conservatorismo dell'economia motivato solo da ignoranza e diffidenza verso web e nuove tecnologie.
Eppure, un’azienda italiana su tre è convinta che il digitale possa incidere sensibilmente sulla propria realtà ed è alla ricerca di soggetti che sappiano combinare doti manageriali e attitudine al digitale.
Dai dati dello studio effettuato da Ey, IAB e Spencer Stuart emergono anche altri dati interessanti. Si parla di un mercato di oltre 80 miliardi di euro che cresce a doppia cifra e, verosimilmente, continuerà a farlo allo stesso ritmo nei prossimi anni. Il settore già occupa più di 250 mila professionisti specializzati in business digitali con un impatto sull’occupazione di oltre 600 mila unità.
Se si pensa alle difficoltà riscontrate nella crescita economica del nostro Paese, può ragionevolmente affermarsi che l’uscita dalla tanto paventata “crisi”, passerà attraverso la presa di coscienza del mutamento di paradigma economico-sociale e il conseguente cambiamento in ottica digitale del modello produttivo e commerciale di riferimento del Paese.
Cambiamento che sembra intuitivo eppure complesso da realizzare, se si analizza la diffusione della cultura digitale nel nostro paese.
Figura SEQ Figura \* ARABIC 1 - Previsioni Aumento Fatturato dell'Economia Digitale, Fonte FED 2018
Aspetto fondamentale per usufruire delle possibilità offerte dall’economia digitale è comprendere la cultura alla base del mutato contesto economico-sociale innescato dal Web e dal progresso tecnologico a esso collegato.
Per rendere efficiente il processo di digitalizzazione delle imprese, infatti, non è sufficiente seguire pedissequamente delle regole, acquistare dei prodotti o affidare alle sole capacità di un professionista, seppure bravo e capace, l’intero cambiamento di un’azienda, quasi avesse una bacchetta magica.
Digitalizzare infatti non significa tanto cambiare gli strumenti di lavoro, quanto cambiare i processi legati all’impiego degli stessi che seppur evoluti tecnologicamente ma che svolge la medesima funzione.
Un cambiamento innanzitutto culturale, legato a un modo di fare che mette al centro l’innovazione, la tecnologia e l’inclusione dei soggetti coinvolti nello scambio di beni e servizi.
È quindi è ruolo imprescindibile per la direzione dell’azienda ricercare, sviluppare e condividere con tutto l’apparato aziendale (e non solo) le conoscenze e competenze innovative che possono creare, con il supporto di professionisti capaci, un processo di digitalizzazione proficuo e reale.
Uno sforzo che viene effettuato principalmente dalle grandi imprese, che hanno scoperto questo tesoro da tempo e investono ogni anno cospicue somme in ricerca e sviluppo, e dalle microimprese, che sempre più largamente sfruttano le potenzialità commerciali e di marketing offerte dal web con efficienza per promuovere i propri affari.
Le grandi assenti della digitalizzazione efficiente sono le PMI che non investono in ricerca e sviluppo, anche per via delle ridotte dimensioni, che restano ancorate a sistemi di produzione, distribuzione e supporto alla clientela obsoleti e il cui approccio al digitale si chiude in campagne di advertising votate al risparmio e all’improvvisazione.
Figura SEQ Figura \* ARABIC 2 - I dati della Propensione alla Trasformazione Digitale per tipologia di Azienda, Fonte ISTAT 2018
Opportunità dell’economia digitale per le PMI
Aziende che seppur capendo le prospettive di crescita ed espansione offerte ma paurose rispetto a quei cambiamenti di efficientamento dei processi produttivi, apertura a mercati più grandi ed economie di scala e di scopo che sono le tre principali opportunità che l’economia digitale offre oggi alle PMI.
Le principali fonti di efficientamento dei processi produttivi derivano da due aspetti fondamentali: gestione dei dati e automazioni. Le metodologie e i processi tipici di questa economia infatti sono in grado di produrre, gestire e rielaborare in totale autonomia delle enormi moli di dati.
Dati che possono essere utilizzati tanto per migliorare le proprie performance quanto per integrare in modo efficiente la dilagante e sempre più accessibile mole di automazioni, sia informatiche e fisiche, in grado di produrre sempre di più, con minori sprechi e a un costo più accessibile. Automazioni che, in una gestione un po’ più “datata” rischiano di non portare alcun vantaggio.
Per quanto riguarda l’aspetto commerciale i nuovi sistemi di promozione e distribuzione di prodotti e servizi permettono alle aziende di poter ampliare il bacino della propria clientela, ponendo come limite all’espansione su mercati locali multipli dell’azienda solo le proprie capacità e strategia.
Infine, tramite specializzazione e digitalizzazione, l’azienda può sfruttare l’intero mercato globale per ritagliarsi una propria nicchia di mercato piccola ma che riesca a generare considerevoli profitti grazie alla propria natura transnazionale, tramite l’apertura a nuovi mercati locali.
Figura SEQ Figura \* ARABIC 3 - Come gli strumenti digitali e il Web possono portare giovamento alle Attività Economiche
Efficientamento produttivo, commercializzazione ampliata e specializzazione rappresentano quindi il tesoro nascosto che il web offre alle aziende Italiane.
Un tesoro che è largamente percepito dalle nostre imprese ma che, troppo spesso, viene sfruttato con un approccio sbagliato e timoroso, in particolar modo da quella maggioranza di PMI che rappresentano la maggior parte del nostro sistema produttivo.
Fonte: http://www.ipsoa.it/documents/impresa/contratti-dimpresa/quotidiano/2019/04/06/web-cambiato-impresa