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Archivio newsWhistleblowing: direttiva UE accresce le tutele
È stata approvata dal Parlamento europeo il 16 aprile 2019 la legge che tutela i lavoratori che segnalano le violazioni del diritto comunitario e introduce delle salvaguardie, per evitare ritorsioni da parte degli enti o aziende datori di lavoro. Le tutele si estendono anche a coloro che assistono gli informatori, come i facilitatori, i colleghi e i parenti. I Paesi UE hanno due anni di tempo per adeguare alle nuove disposizioni la normativa nazionale.
Il Parlamento europeo, riunito a Strasburgo il 16 aprile 2019, ha approvato con 591 voti favorevoli, 29 contrari e 33 astensioni le nuove regole poste dall’UE in materia di whistleblowing, a tutela gli informatori che rivelano le violazioni del diritto comunitario in settori quali appalti pubblici, servizi finanziari, riciclaggio di denaro, sicurezza dei prodotti e dei trasporti, sicurezza nucleare, salute pubblica, protezione dei consumatori e dei dati.
La disciplina si è resa necessaria alla luce delle risultanze di uno studio effettuato nel 2017 per conto della Commissione Europea, che ha dimostrato che la mancanza di tutela degli informatori ha comportato, nell’ambito degli appalti pubblici, quasi dieci miliardi di euro all'anno.
Per garantire la sicurezza dei potenziali informatori e la riservatezza delle informazioni divulgate, le nuove norme consentiranno di comunicare le segnalazioni:
- all'interno dell'ente o azienda presso cui si lavora;
- direttamente alle autorità nazionali competenti;
- agli organi e le agenzie competenti della Ue.
L'informatore sarà comunque protetto in caso decidesse di divulgare pubblicamente le informazioni, in caso di pericolo imminente per l'interesse pubblico o rischio di ritorsione. Restano esentate dalle tutele le piccole aziende e i piccoli municipi.
Saranno tutelati anche i soggetti che assistono gli informatori in qualità di facilitatori, colleghi e parenti.
Agli informatori devono essere garantiti:
- l’accesso gratuito a informazioni e consulenze complete e indipendenti sulle procedure e sui mezzi di ricorso disponibili;
- l'assistenza legale nel corso del procedimento;
- sostegno finanziario e psicologico.
Dopo l’approvazione definitiva del testo di legge da parte dei ministri Ue, gli Stati membri dovranno adeguare le normative nazionali entro due anni. Attualmente, infatti, sono solo 10 i Paesi (Francia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, Svezia e Regno Unito) offrono tutele complete a tutti settori o categorie di lavoratori.