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Archivio newsEconomia della UE: per la Commissione, PIL in frenata ma occupazione in aumento
Per Bruxelles il rallentamento della crescita globale e del commercio mondiale, insieme all'elevata incertezza sulle politiche commerciali, incidono negativamente sulle prospettive di crescita del prodotto interno lordo (PIL) nel 2019 e nel 2020. Saranno le dinamiche interne a sostenere l'economia europea con una possibile ripresa a partire dall'anno prossimo. Con riferimento al nostro Paese si rivedono le stime di crescita. Nel 2018 il Pil cresce dello 0,9%, nel 2019 dello 0,1%, e nel 2020 dello 0,7%. Nelle stime di febbraio era rispettivamente 1%, 0,2% e 0,8%. Anche in tema di occupazione l’Italia resta fanalino di coda, unico Paese della UE a registrare il segno meno nel 2019
La Commissione europea ha pubblicato il proprio Spring 2019 Economic Forecast che fornisce un quadro aggiornato del contesto economico evolutivo. La “lettura” che viene fornita in ambito UE evidenzia come il recente rallentamento della crescita globale e del commercio mondiale, insieme all'elevata incertezza sulle politiche commerciali, incidono negativamente sulle prospettive di crescita del prodotto interno lordo (PIL) nel 2019 e nel 2020. Un altro fattore è rappresentato dalla persistente debolezza del settore manifatturiero, soprattutto nei Paesi che devono affrontare problemi specifici nell'industria automobilistica. Vengono poi forniti specifici riferimenti al nostro Paese.
Poiché il commercio mondiale e la crescita dovrebbero rimanere più deboli quest'anno e il prossimo rispetto al ritmo sostenuto che ha caratterizzato il 2017, osserva Bruxelles, la crescita economica in Europa si baserà interamente sull'attività interna.
Oggi il numero dei cittadini europei che hanno un lavoro è il più alto di sempre e, stando alle previsioni, l'occupazione dovrebbe continuare a crescere, anche se a un ritmo più lento. Questo, accompagnato da un aumento dei salari, da un'inflazione contenuta, da condizioni di finanziamento favorevoli e misure di stimolo fiscale in alcuni Stati membri, dovrebbe stimolare la domanda interna.
Nel complesso, quest'anno il PIL dovrebbe crescere dell'1,4 % nell'UE e dell'1,2 % nella zona euro. Nel 2020 i fattori interni negativi dovrebbero attenuarsi e l'attività economica al di fuori dell'UE dovrebbe conoscere una ripresa, anche grazie a condizioni finanziarie globali più favorevoli e a politiche di stimolo in alcune economie emergenti. Per il prossimo anno si prevede un leggero rafforzamento della crescita del PIL, che dovrebbe raggiungere l'1,6 % nell'UE e l'1,5 % nella zona euro. Sui dati relativi al 2020 incide anche il maggior numero di giorni lavorativi nel corso dell'anno.
La disoccupazione, ancora troppo elevata in alcuni Stati membri, a livello dell'UE è scesa al tasso più basso registrato dall'inizio della serie mensile dei dati nel gennaio 2000 (6,4 % nel marzo 2019). La disoccupazione nella zona euro è attualmente al livello più basso dal 2008. Nel corso dei prossimi due anni si prevede un rallentamento del tasso di crescita dell'occupazione in conseguenza di una crescita più moderata e del venire meno di misure di bilancio temporanee in alcuni Stati membri. Nell'UE il tasso di disoccupazione dovrebbe continuare a diminuire nel 2019 raggiungendo il 6,2 % nel 2020. Per quanto riguarda la zona euro, il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere al 7,7 % nel 2019 e al 7,3 % nel 2020, un livello inferiore rispetto a prima dell'inizio della crisi nel 2007.
Altro dato importante è quello relativo all’inflazione che nell'UE dovrebbe scendere all'1,6 % quest'anno e quindi risalire all'1,7 % nel 2020. L'inflazione complessiva della zona euro è scesa dall'1,9 % nell'ultimo trimestre del 2018 all'1,4 % nel primo trimestre di quest'anno a causa dei minori aumenti dei prezzi dell'energia. Con il previsto ulteriore rallentamento dell'inflazione dei prezzi dell'energia nei prossimi trimestri e pochi segnali del fatto che l'aumento della crescita salariale abbia alimentato le pressioni di fondo sui prezzi, l'inflazione della zona euro (indice armonizzato dei prezzi al consumo) dovrebbe attestarsi all'1,4 % sia nel 2019 che nel 2020.
Con riferimento al nostro Paese si rivedono le stime di crescita. Nel 2018 il Pil cresce dello 0,9%, nel 2019 dello 0,1%, e nel 2020 dello 0,7%. Nelle stime di febbraio era rispettivamente 1%, 0,2% e 0,8%. Ci collochiamo come fanalino di coda europeo. Siamo poi l’unico Paese dove gli investimenti sono negativi: - 0,3% sull’anno precedente. Anche se risalgono nel 2020, resta comunque ultima con un aumento di 0,9%. La media della zona euro è di 2,3%. Anche l’occupazione è negativa nel 2019 (-0,1%), unico segno meno in Europa. Per quel che riguarda i conti pubblici nella nuova stima il deficit sale al 2,5% nel 2019 e 3,5% nel 2020 (stima che non comprende l'attivazione delle clausole di salvaguardia, cioè l'aumento dell'Iva). Il debito pubblico sale a 133,7% quest'anno e 135,2% il prossimo. In autunno la stima era di 131% e 131,1%.