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Archivio newsFestival del lavoro 2019: le criticità del salario minimo
I Consulenti del Lavoro, riuniti a Milano per la decima edizione de Festival del Lavoro, hanno espresso parere negativo evidenziando le criticità dell’attuale proposta di legge sul salario minimo. Una tale disposizione comporterebbe infatti un incremento dei fenomeni di dumping sociale nei confronti dei lavoratori stranieri, con il rischio di una nuova ondata di delocalizzazioni e di una diminuzione degli investimenti esteri nelle attività produttive italiane.
Ha preso il via il Festival del lavoro 2019, che si svolgerà al Mi.Co. di Milano fino al 22 giugno 2019, organizzato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro e dalla Fondazione Studi. Nella prima giornata si è parlato anche di salario minimo, prendendo le mosse dalle stime di un aumento diretto del costo del lavoro pari a 5,5 miliardi di euro.
L'introduzione di un salario minimo orario di 9 euro lordi per tutti i lavoratori comporterebbe un aumento medio del costo del lavoro non inferiore al 20%. Il Consiglio nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro ha messo in evidenza le criticità di questa proposta di legge e i costi diretti e indiretti per le aziende.
Sulla base delle più recenti stime ISTAT, i quasi 3 milioni di lavoratori del settore privato e i quasi un milione di lavoratori del settore domestico e di quello agricolo, già percepiscono un salario orario inferiore a 9 euro. Sarebbero, quindi, 4 milioni i lavoratori ai quali adeguare la retribuzione, senza considerare gli oltre tre milioni di dipendenti pubblici.
Un costo del lavoro così elevato comporterebbe anche un aumento del prezzo di beni e servizi e una minore disponibilità di risorse da destinare a trattamenti retributivi aggiuntivi, premi di produzione, retribuzione incentivante e trattamenti di welfare aziendale, a discapito della produttività, del benessere organizzativo e della meritocrazia.