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Archivio newsDai Consulenti del lavoro analisi e proposte per la crescita
E’ stato presentato al Ministro dell’Interno e Vicepremier Matteo Salvini il documento di analisi predisposto dal Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro che riassume le proposte presentate dalla categoria al tavolo di confronto istituito in vista della prossima manovra finanziaria. Al centro dell’attenzione il salario minimo, l’ottimizzazione delle politiche attive per il lavoro e la riforma fiscale, con l’introduzione della flat tax. Opportuno anche, per i Consulenti del lavoro, la semplificazione dei processi di riforma, efficientamento e modernizzazione della società e della Pubblica Amministrazione, da un lato, con l’avvio di politiche che snelliscano norme e procedure, dall’altro, affidando ai professionisti ordinistici ruoli e funzioni in relazione al loro carattere di terzietà
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ha elaborato alcune proposte che sono state presentate, in data 15 luglio 2019, al Vicepremier e Ministro dell'Interno Matteo Salvini, nel corso del tavolo di confronto con le parti sociali mirato alla stesura della prossima manovra finanziaria.
La fotografia del Paese elaborata dai Consulenti del Lavoro mette in risalto il basso tasso di crescita a fronte di una spesa non sempre sostenibile che non può prescindere da un piano di investimenti in politiche attive del lavoro rivolte ai percettori di NASpI. E’ innegabile, infatti, che le misure volte al reinserimento dei percettori di disoccupazione sono delegate alla programmazione delle politiche del lavoro regionali dirottando l’assegno di ricollocazione sui percettori del Reddito di cittadinanza.
E’ indispensabile inoltre pensare ad una riforma organica del sistema fiscale e a una congrua riduzione del cuneo fiscale.
La NASpI è la forma più diffusa di assicurazione contro la disoccupazione ma ad oggi non è ancora autofinanziata: nel 2017, a fronte di 5 miliardi di euro che hanno alimentato il fondo per la disoccupazione, l’INPS ha sostenuto una spesa di 15,5 miliardi di euro.
Soltanto grazie all’adozione di un piano di politiche attive finalizzate al ricollocamento dei lavoratori in NASpI presso le tante aziende che cercano personale con specifiche qualifiche, è possibile azzerare il saldo attualmente negativo di 10 miliardi di euro l’anno nell’arco di 5 anni.
L’introduzione di un salario minimo legale per i lavoratori dipendenti rischia inoltre di comportare una serie di effetti negativi, riducendo drasticamente la disponibilità di risorse per trattamenti retributivi aggiuntivi come premi di produzione e welfare aziendale, a discapito della produttività e del benessere organizzativo, soprattutto delle micro e piccole imprese.
Per non parlare di nuove situazioni di dumping sociale che potrebbero venire a crearsi con i lavoratori europei e dell’incremento del lavoro sommerso che potrebbero derivarne.
I Consulenti del Lavoro ritengono opportuno promuovere il pieno coinvolgimento delle parti sociali nell’identificazione del salario minimo, individuando tale importo in quello derivante dal contratto collettivo nazionale stipulato dalle associazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative lasciando alle stesse anche il compito di individuare un salario minimo residuale nelle ipotesi di mancata applicazione dei contratti collettivi. Inoltre, contro gli appalti illeciti sarebbe opportuno reintrodurre l’obbligo di equiparare le retribuzioni dei dipendenti dell’appaltatore a quelli dell’appaltante. Il costo del lavoro rientra inoltre nel più ampio capitolo del cuneo fiscale.
La flat tax consentirebbe di creare un sistema fiscale competitivo e socialmente equo tra tutte le categorie di contribuenti, attraverso l’introduzione di due aliquote IRPEF:
- al 15% fino ad un reddito di 65.000 euro;
- al 20% o al 23% per redditi superiori a 65.000 euro.
E’ poi necessario semplificare l’insieme di detrazioni, deduzioni e crediti d’imposta, nel rispetto del principio di progressività dettato dalla Costituzione.
Appare opportuno altresì semplificare i processi di riforma, efficientamento e modernizzazione della società e della Pubblica Amministrazione, da un lato, con l’avvio di politiche che snelliscano norme e procedure, dall’altro, affidando ai professionisti ordinistici ruoli e funzioni in relazione al loro carattere di terzietà.
Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, comunicato stampa 15/07/2019