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Archivio newsSu salario minimo la parola ad aziende e parti sociali
La Commissione UE ha lanciato una consultazione tra le parti sociali sul salario minimo, con l'obiettivo di capire se è necessaria un'azione specifica a livello europeo per assicurare che tutti abbiano uno stipendio sufficiente. La consultazione resterà aperta per sei settimane, a seguito delle quali la Commissione procederà ad un'altra valutazione della medesima durata, a cui farà seguito una eventuale proposta quadro di salario legale.
La Commissione europea ha lanciato, in data 14 gennaio 2020, una consultazione rivolta a imprese e sindacati sulla definizione di un salario che possa essere definito quale soglia minima di reddito per consentire, nella UE, di condurre una vita dignitosa a chi lavora, indipendentemente dal tipo di lavoro e dai settori.
“Il salario minimo non sarà uguale dappertutto” - ha precisato la Commissione - “ogni proposta rifletterà le tradizioni nazionali, gli accordi collettivi o le disposizioni di legge”.
E’ precisa volontà dell’Unione Europea definire un quadro legale unificato per il salario minimo, garantendo il rispetto delle tradizioni nazionali e della libertà di contrattazione collettiva.
I salari minimi, stabiliti tramite contratti collettivi o disposizioni legali, sono - a parere della Commissione - indispensabili per proteggere i lavoratori a basso reddito, anche al fine di promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e tendono a sostenere la domanda interna.
Risulta, tuttavia, che le disparità salariali sono aumentate in molte parti d'Europa.
Il commissario Nicolas Schmit ha detto che non in tutti gli Stati è presente un sistema di salario minimo stabilito per un atto legislativo. Il salario minimo è previsto dalla legge in 22 Stati europei su 28. I sei Paesi che, al momento, hanno rinunciato alla retribuzione minima sono, oltre all'Italia, Cipro, Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia.
L’obiettivo della consultazione è quello di capire se le parti sociali ritengono sia necessaria un'azione della UE o mantengono la volontà di negoziare tra di loro.