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Archivio newsEquo compenso: dalla Regione Lazio una spinta al riconoscimento delle prestazioni professionali
Arriva il via libera dalla Giunta regionale del Lazio alla delibera che impone alle amministrazioni e alle società partecipate l’inderogabilità dei parametri ministeriali per i compensi professionali e vieta l’utilizzo di clausole vessatorie ed eccessivi ribassi nei bandi. Una delibera rivoluzionaria che permette a tutti i professionisti del Lazio di tirare un sospiro di sollievo. Lo ha reso noto Confprofessioni con un comunicato del 3 febbraio 2020.
Con comunicato stampa del 3 febbraio 2020, Confprofessioni ha reso nota l’approvazione della delibera n. 22 del 28 gennaio 2020 della Giunta regionale del Lazio, che apre la strada a un intervento legislativo che riconosca a livello nazionale il valore sociale ed economico delle prestazioni professionali e il diritto a un’equa remunerazione, adottando parametri e criteri già in vigore.
La delibera approvata impone a tutte le strutture regionali, alle società da queste controllate e partecipate, l’inderogabilità dei parametri ministeriali per i compensi professionali e vieta l’utilizzo di clausole vessatorie nei bandi.
Grazie alla Giunta regionale (e all’On. Eleonora Mattia, promotrice della legge che ha consentito tale passaggio), si fissano rigidi paletti nelle procedure di acquisizione di servizi professionali al fine di un compenso equo e stabilito tra le prestazioni.
Compensi professionali calcolati su parametri ministeriali o comunque riproporzionati alla quantità e qualità della prestazione professionale e stop a clausole vessatorie ed eccessivi ribassi nei bandi delle amministrazioni regionali: sono i due punti chiave della delibera.
Da parte del presidente di Confprofessioni Lazio Andrea Dilli arriva l’augurio di un‘iniziativa, in sede di esame del decreto Milleproroghe, da parte di Governo e Parlamento che porti ad individuare criteri per definire le prestazioni non ancora contemplate dai parametri.
Confprofessioni, Comunicato Stampa 03/02/2020,