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Il piano di Ubi Banca, i conti di Daimler e i dubbi sul PIL tedesco

Victor Massiah, numero uno di Ubi, lunedì presenta i conti 2019 e prepara il nuovo business plan. Venerdì l’istituto di statistica della Germania alza il velo sui risultati dello scorso anno.

Dicembre non ha fatto il miracolo (e del resto nessuno se l’aspettava). L’ISTAT dirà oggi come è andata la Produzione industriale nell’ultimo mese del 2019 ma, se anche si intravvedesse qualche sprazzo della mini (molto mini) ripresa profetizzata da alcuni per inizio 2020, i dati complessivi dell’anno appena chiuso non cambieranno. A novembre la media (da gennaio) segnava 1,1% e lì, più o meno, resterà. Sempre che non finisca come in Germania: per dicembre gli analisti si aspettavano un calo attorno allo 0,2%, si sono ritrovati con un crollo del 3,5%. E non era ancora scoppiato l’incubo coronavirus.

Oggi i conti 2019, lunedì prossimo (il 17) il business plan. Da Victor Massiah, amministratore delegato di Ubi Banca, il mercato continua ad attendersi annunci matrimoniali (partner più gettonato: sempre Bpm). Lui smorza e a ogni occasione ripete che “le fusioni non si improvvisano: servono analisi chiare, perché la storia dimostra che non tutte le aggregazioni sono state di successo”. Di sicuro sul tema non tornerà oggi, nel corso della conference call convocata per la presentazione dei risultati 2019. Tra otto giorni, quando incontrerà di nuovo la comunità finanziaria, a parlare sarà direttamente il business plan.

È il giorno in cui i vertici di Daimler presentano il bilancio e, per tradizione, incontrano la stampa. Hanno già anticipato quale sarà il tema, per il 2019: i costi del dieselgate. Il gruppo di Stoccarda, che aveva già accantonato 1,6 miliardi per spese amministrative e giudiziarie legate al richiamo di veicoli in tutto il mondo, ha fatto sapere di aver dovuto sostenere uscite aggiuntive “fino a 1,5 miliardi”. Il primo effetto lo si vedrà sull’utile operativo: i dati preliminari indicano un Ebit di 5,6 miliardi, la metà del risultato ottenuto nel 2018. Oggi il quadro completo.

Destatis ha già diffuso i dati preliminari dell’intero 2019. Dicono che è stato il decimo anno consecutivo di crescita, per il PIL tedesco, ma è lo stesso istituto di statistica ad aggiungere che questa è l’unica buona (relativamente) notizia: il +0,6% archiviato il 31 dicembre scorso non indica solo un forte rallentamento, l’analisi del risultato fa temere che le ombre si allungheranno anche su un 2020 complicato, nel frattempo, dagli effetti del coronavirus sull’economia mondiale. Non a caso le agenzie di rating sono in allerta. E, a loro volta, attendono la scomposizione dei dati relativi all’ultimo trimestre. Wiesbaden diffonderà i numeri oggi.

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/impresa/finanza/quotidiano/2020/02/08/piano-ubi-banca-conti-daimler-dubbi-pil-tedesco

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