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Archivio newsFondo indennizzo risparmiatori: via libera ad anticipi parziali. Più tempo per le domande
Sbloccata una parte degli indennizzi del fondo di indennizzo risparmiatori e prorogata al 18 giugno 2020 la scadenza per presentare la domanda di rimborso. Sono le misure previste dal decreto Cura Italia a favore di azionisti e obbligazionisti coinvolti nelle vicende di default delle banche venete e di altri istituti minori. Si prevede che il FIR riconosca un indennizzo pari al 40% del prezzo di acquisto delle azioni e al 95% del prezzo di acquisto delle obbligazioni subordinate, salvo riparto. La misura è stata salutata con favore dalle associazioni dei risparmiatori, perchè contribuisce a dare sollievo ad un tessuto economico in difficoltà.
Il decreto Cura Italia (D.L. n. 18/2020) mette a disposizione una serie di strumenti per affrontare l’emergenza sanitaria da Coronavirus e dare al contempo sollievo al sistema economico e sociale italiano, provato da settimane di rallentamento autoimposto.
Una manovra definita “poderosa”, che mette sul piatto fino a 25 miliardi di euro per il sostegno all’occupazione e alle piccole e medie imprese e per la difesa del reddito, oltre che per finanziare il fabbisogno del sistema sanitario nazionale.
Tra le misure previste a sostegno delle famiglie vi è anche lo sblocco parziale del fondo indennizzo risparmiatori (FIR) a favore degli azionisti e degli obbligazionisti coinvolti nelle vicende delle banche venete e di altri istituti minori.
L’articolo 50 del decreto legge prevede infatti la possibilità, in attesa della predisposizione del piano di riparto, di erogare parzialmente l’indennizzo in caso di completamento dell’esame istruttorio. È prevista inoltre una proroga di due mesi rispetto alla scadenza originariamente fissata per presentare la domanda di indennizzo.
Chi sono i beneficiari della norma in oggetto? in quale misura possono accedere all’erogazione anticipata? E quali sono i numeri in gioco?
Il Fondo di indennizzo risparmiatori è stato introdotto dalla legge di Bilancio 2019 (l. n. 145/2018) per erogare indennizzi a azionisti e obbligazionisti che hanno subito un pregiudizio ingiusto dalle banche italiane poste in liquidazione coatta amministrativa tra il 16 novembre 2015 e il primo gennaio 2018.
Il Fondo ha una dotazione di 1,575 miliardi, suddivisa in 525 milioni per ciascun anno del triennio 2019-2021. Gli istituti coinvolti sono otto: Veneto Banca (con la controllata Bancapulia), Banca Popolare di Vicenza (con Banca Nuova), Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti, Cariferrara, Bcc Crediveneto, Bcc Padovana. Una platea potenziale di 300.000 risparmiatori.
I rimborsi andranno a favore degli azionisti delle banche citate nella misura del 30% del prezzo di acquisto delle azioni, nonché i detentori di obbligazioni subordinate, nella misura del 95% del prezzo di acquisto.
Hanno accesso al Fondo i risparmiatori, persone fisiche, imprenditori individuali, anche agricoli o coltivatori diretti, le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le microimprese che occupano meno di dieci persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di euro, in possesso delle azioni e delle obbligazioni subordinate delle banche poste in liquidazione coatta amministrativa dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1° gennaio 2018.
In particolare, gli indennizzi saranno automatici per le persone fisiche che alla data del provvedimento di messa in liquidazione erano in possesso di azioni o obbligazioni subordinate dell’istituto e che soddisfano almeno una delle seguenti condizioni:
1. patrimonio mobiliare di proprietà del risparmiatore inferiore a 100mila euro al 31 dicembre 2018, al netto degli strumenti finanziari oggetto di indennizzo e dei contratti di assicurazione a capitalizzazione o mista sulla vita;
2. ammontare del reddito complessivo del risparmiatore ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche inferiore a 35mila euro nell’anno 2018, al netto di eventuali prestazioni di previdenza complementare erogate sotto forma di rendita.
Per chi non rispetta le condizioni citate è previsto invece un processo di verifica semplificata da parte di una Commissione tecnica, che valuterà le violazioni in poste in essere dagli istituti in base a delle categorie di violazioni massive.
Il decreto, all’articolo 50, prevede la modifica del testo della l. n. 145/2018, art. 1, ai commi 496 e 497, relativi rispettivamente agli indennizzi agli azionisti e agli obbligazionisti subordinati, prevedendo un parziale anticipo delle somme.
In particolare, agli obbligazionisti e agli azionisti, in attesa della predisposizione del piano di riparto, può essere corrisposto un anticipo nel limite massimo del 40 per cento dell’importo dell’indennizzo definito dalla Commissione. Conditio sine qua non per l’accesso all’anticipo è tuttavia il completamento dell’esame istruttorio, con cui la Commissione tecnica verifica l’accoglibilità della domanda e delibera l’importo da indennizzare.
Quanto alle tempistiche, considerata la difficoltà di molti risparmiatori che non avevano ancora presentato la domanda di indennizzo, di provvedere entro la scadenza del 18 aprile, la scadenza è prorogata di ulteriori due mesi e fissata al 18 giugno 2020.
Le associazioni di categoria nelle scorse settimane avevano invocato a gran voce una soluzione di compromesso, che anticipasse parte dei rimborsi e prorogasse le scadenze di almeno tre mesi per dar modo a tutti i risparmiatori interessati di presentare la domanda in tempo utile.
Le difficoltà legate al reperimento di tutta la documentazione necessaria (si pensi alla documentazione bancaria da chiedere agli istituti o alla dichiarazione ISEE) sono infatti ora aggravate dalle contingenze e la scadenza del 18 aprile prevista dalla legge di Bilancio 2020 rischia di essere non più adeguata.
La misura è stata salutata con favore dalle associazioni dei risparmiatori, poiché contribuisce a dare sollievo ad un tessuto economico e sociale già provato dai crack degli istituti coinvolti. In particolare, l’area del nord-est, già segnata dal dissesto di due tra i più grandi istituti popolari del paese (Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza) e che è ora tra le aree più colpite dall’emergenza coronavirus.
Quanto alla proroga delle scadenze, le istanze delle parti coinvolte sono state accolte solo parzialmente. Tuttavia, la situazione è ancora in divenire, per cui non è escluso che il protrarsi dell’emergenza porti a rivedere nuovamente le scadenze con i provvedimenti che seguiranno nelle prossime settimane.