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Archivio newsApprovazione del Def 2020: quali sono le novità?
Il DEF approvato da parte del Consiglio dei Ministri il 24 aprile 2020 prevede il PIL in diminuzione nel 2020 dell’8 per cento e in ripresa nel 2021 del 4,7 per cento. Occorrerà un percorso di graduale rientro del rapporto debito/PIL, che assicuri comunque un congruo periodo di sostegno e rilancio dell’economia, durante il quale misure restrittive di politica fiscale sarebbero controproducenti. Il Governo ha evidenziato che con il prossimo decreto garantirà, pur in un contesto di miglioramento graduale e strutturale della finanza pubblica, la completa eliminazione dell’incremento delle aliquote IVA e delle accise previsto dal 2021.
Il Consiglio dei Ministri n. 42 del 24 aprile 2020 ha approvato il documento di economia e finanza 2020, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri.
Il DEF è stato approvato dopo che il 20 marzo scorso la Commissione europea ha disposto l’applicazione della cosiddetta general escape clause per l’anno in corso, al fine di assicurare agli Stati membri il necessario spazio di manovra fiscale per il sostenimento delle spese sanitarie necessarie ad affrontare l’emergenza epidemiologica e per contrastare gli effetti economici recessivi della diffusione del COVID-19.
Questa clausola consente agli Stati membri di deviare temporaneamente dal percorso di aggiustamento verso l’OMT, a condizione che non venga compromessa la sostenibilità fiscale nel medio periodo.
Il Governo richiede l’autorizzazione al Parlamento al ricorso all’indebitamento per l’anno 2020 di 55 miliardi di euro, 24,85 miliardi di euro nel 2021, 32,75 miliardi di euro nel 2022, 33,05 miliardi nel 2023, 33,15 miliardi di euro nel 2024, 33,25 miliardi di euro dal 2025 al 2031 e 29,2 miliardi di euro dal 2032.
Mediante lo scostamento vi saranno risorse aggiuntive che consentiranno di realizzare interventi per aumentare il finanziamento e il potenziamento del sistema sanitario nazionale, delle forze dell’ordine, del sistema di protezione civile e delle altre amministrazioni pubbliche che sono chiamate a dare una efficace risposta alla situazione emergenziale.
In questo modo saranno potenziate le misure per il sistema delle garanzie a favore degli operatori economici pubblici e privati, la tutela del lavoro, con particolare riguardo alla sicurezza e alla garanzia della salute dei lavoratori, il sostegno ai settori produttivi maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria, anche attraverso un utilizzo adeguato della leva fiscale ed evitando politiche restrittive, e per il rafforzamento degli strumenti di protezione sociale. È inoltre indispensabile incrementare le risorse a sostegno della ripresa economica e produttiva e il recupero della competitività sui mercati internazionali, con interventi per la capitalizzazione delle imprese.
Il prossimo decreto del Governo garantirà, pur in un contesto di miglioramento graduale e strutturale della finanza pubblica, la completa eliminazione dell’incremento delle aliquote IVA e delle accise previsto dal 2021.
Il Governo ha evidenziato che ora servono elementi di certezza alle imprese e ai cittadini che si trovano a dover programmare l’attività e i piani di investimento in un contesto reso incerto e mutevole dalla emergenza in atto.
Il quadro macroeconomico complessivo previsto dal Documento di economia e finanza 2020, prevede il PIL in diminuzione nel 2020 dell’8 per cento e in ripresa nel 2021 del 4,7 per cento.
Considerando la nuova richiesta di autorizzazione all’indebitamento, quanto già autorizzato con la precedente e la relativa integrazione, nonché gli effetti sui saldi di finanza pubblica del deterioramento dello scenario macroeconomico, il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è fissato al 10,4 per cento del PIL nel 2020 e al 5,7 per cento nel 2021.
Mentre il nuovo livello del debito pubblico si attesta al 155,7 per cento del PIL nel 2020 e al 152,7 per cento del PIL nel 2021. Di conseguenza, successivamente sarà individuato un percorso di graduale rientro del rapporto debito/PIL, che assicuri comunque un congruo periodo di sostegno e rilancio dell’economia, durante il quale misure restrittive di politica fiscale sarebbero controproducenti.
In quest’ottica il Governo prevede:
-il rilancio degli investimenti, pubblici e privati, grazie anche alla semplificazione delle procedure amministrative;
-il contrasto all’evasione fiscale;
-la riforma del sistema fiscale, improntata alla semplificazione, all’equità e alla tutela ambientale;
-la revisione e la riqualificazione della spesa pubblica.
Tra l’altro il Governo si indirizzerà per l’introduzione di innovativi strumenti europei che possano assicurare una risposta adeguata della politica di bilancio alla luce della gravità della crisi e, al contempo, migliorare le prospettive di crescita di lungo termine e la sostenibilità delle finanze pubbliche dei Paesi membri.
Consiglio dei Ministri, comunicato stampa 24/04/2020, n. 42