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Archivio newsCassa integrazione: di quanto si riduce il reddito netto dei lavoratori?
Arriva dai Consulenti del Lavoro uno studio approfondito elaborato sulla base dei dati Istat - Indagine sulle Forze Lavoro. Dai dati analizzati emerge una netta riduzione del reddito percepito dai lavoratori posti in cassa integrazione a seguito dell’emergenza sanitaria imposta dal contrasto alla diffusione del Coronavirus. La decurtazione media delle retribuzioni sarà pari al 36% con una maggiore penalizzazione dei lavoratori con livelli reddituali più alti e differenziazioni territoriali pressochè nulle.
La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha pubblicato, in data 28 aprile 2020, un nuovo studio dal titolo “Cassa integrazione: quanto ci rimettono i lavoratori” elaborato sulla base dei dati Istat - Indagine sulle Forze Lavoro. L'analisi conferma la criticità dell'attuale situazione economica, in cui si trovano tanti lavoratori dipendenti. Ovvero, stando agli ultimi dati Inps diffusi il 27 aprile 2020, sono circa 7,3 milioni i lavoratori beneficiari di ammortizzatori sociali (Cig e assegno ordinario) che, dopo aver atteso a lungo per avere il sostegno al reddito, finiranno per percepire un assegno di molto inferiore alla propria retribuzione netta. E’ di circa 472 euro, pari al 36%, la perdita media mensile in busta paga che sarà subita dai lavoratori italiani che beneficeranno di cassa integrazione, ordinaria e straordinaria, per l’emergenza Coronavirus. E la perdita è tanto più grande quanto più è alta la retribuzione del lavoratore interessato dal trattamento. Si va, dunque, da una decurtazione media del 25% per le professioni non qualificate ad una del 45% per professioni scientifiche e di elevata specializzazione. Solo il 39% dei cassintegrati riceverà una decurtazione minima del 20%.
Se si guarda poi alle retribuzioni nette percepite, per il 22%, la riduzione dello stipendio netto sarà di fatto tra il 21% e 30%; per il 18% tra il 31% e il 40%; e per il 21% addirittura superiore al 40%.
Penalizzate soprattutto:
- le professioni ad elevata specializzazione, con 764 euro in meno rispetto alla retribuzione netta di base;
- le figure tecniche, con 646 euro in meno, pari a una riduzione del 41%;
- le professioni esecutive nel lavoro d’ufficio (428 euro in meno, pari a una riduzione del 33%).
Da un punto di vista territoriale, iln “taglio” medio della busta paga che va dal 37% al Nord (pari a circa 512 euro) al 36% del Centro (469 euro in meno), per arrivare poi al Sud dove la maggior concentrazione di lavoratori con profili professionali e retributivi medio-bassi porta ad un taglio pari al 33% (396 euro). A fronte di una spesa importante dello Stato (6,2 mld) per sostenere e supportare i tanti lavoratori italiani colpiti dall’emergenza economica conseguente a quella sanitaria, non va scordato che a questa platea di lavoratori verranno a mancare circa 3,5 miliardi al mese. Insomma, un volume molto importante di risorse.
Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro, “Cassa integrazione: quanto ci rimettono i lavoratori” 28/04/2020