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Archivio newsStatuto dei lavoratori: 50 anni dopo ancora incertezze e instabilità per il lavoro subordinato
A 50 anni dallo Statuto dei lavoratori, e nel pieno di un’emergenza che sta cambiando il lavoro di milioni di italiani, dunque, il Paese ha, forse per la prima volta, l’occasione di ripensare all’organizzazione stessa del lavoro in Italia. Il confronto tra la categoria dei Consulenti del Lavoro e il Ministero del Lavoro si è svolto in occasone dell’evento "Dallo Statuto dei Lavoratori allo Statuto dei Lavori: il passo non compiuto", promosso dai Consulenti del Lavoro per celebrare i 50 anni della legge n. 300 del 20 maggio 1970.
Si è svolto con modalità a distanza l’evento “Dallo Statuto dei Lavoratori allo Statuto dei Lavori: il passo non compiuto”, organizzato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro in data 20 maggio 2020, con la partecipazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’evento è stato organizzato in occasione dei 50 anni dallo Statuto dei lavoratori, con il Paese nel pieno di un’emergenza che sta cambiando il lavoro di milioni di italiani. Si tratta di una condizione che può costituire occasione di ripensare all’organizzazione stessa del lavoro in Italia 3,7 milioni di occupati (il 16,3% del totale) si trovano al di fuori degli incardinamenti tradizionali di lavoro autonomo e dipendente: 665 mila sono i lavoratori autonomi monocommittenti (2,9%) e più di 3 milioni i lavoratori dipendenti a termine (13,4%).
A questi numeri si aggiungono gli oltre 6 milioni di lavoratori a tempo indeterminato che potrebbero essere occupati in smart working (27,4%). Una platea di quasi 10 milioni (43,7%) di lavoratori “ibridi” le cui modalità di erogazione della prestazione si collocano a cavallo tra lavoro autonomo e subordinato tradizionale.
Ad aprire l’evento “l’intervento del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, che ha messo in luce la necessità di ampliare, aggiornare e rafforzare la L. n. 300/1970, sottolineando come la “sfida dello Statuto dei lavoratori per i prossimi 50 anni sarà quella di allargare il perimetro delle tutele alle nuove forme di lavoro che nasceranno.
È necessario, dunque, “costruire un nuovo modello di tutele, che accompagnino il lavoratore lungo tutto l’arco della vita, garantendo una nuova piattaforma di diritti legati alla manutenzione del suo saper fare, all’apprendimento continuo e alla formazione per ridare a tanti lavoratori a rischio di fuoriuscita dal mercato un sistema di garanzie”. È quanto ha dichiarato la Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, in occasione dell’evento.