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Archivio newsLa gestione delle crisi da sovraindebitamento: le proposte dei commercialisti
Il Consiglio Nazionale dei dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili con un comunicato stampa evidenzia come la crisi economica espone famiglie, piccoli imprenditori e lavoratori autonomi ai ricatti della criminalità. Per la categoria lo strumento più efficace in campo per aiutare questi soggetti sono le procedure da sovraindebitamento, le quali andrebbero però semplificate per provare a dimezzarne i tempi nonché per trovare soluzioni adatte per modificare rapidamente i piani già omologati e in esecuzione.
I dottori Commercialisti hanno organizzato un webinar “La gestione delle crisi da sovraindebitamento nella fase di emergenza sanitaria” seguito in diretta web da migliaia di professionisti da tutta Italia, con cui si è focalizzata l’attenzione sulla pesante crisi economica generata dall’emergenza sanitaria in corso che sta creando situazioni di grande difficoltà per decine di migliaia di piccole aziende, lavoratori autonomi e famiglie, trasformandole in potenziali vittime dell'usura.
Secondo i commercialisti lo strumento più efficace in campo per aiutare questi soggetti sono le procedure da sovraindebitamento, le quali andrebbero però semplificate per provare a dimezzarne i tempi nonché per trovare soluzioni adatte per modificare rapidamente i piani già omologati e in esecuzione.
Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani ha dichiarato che “Nell’attuale situazione di emergenza sociale post Covid-19, la crisi da sovraindebitamento tornerà ad avere un ruolo fondamentale. I dati diffusi dall’Istat destano forte preoccupazione. Tra marzo e aprile hanno perso il lavoro quasi 400mila persone. Secondo la task force a cui aderiscono MEF, MISE, Banca d’Italia, Abi, Medio credito centrale e SACE le richieste pervenute al Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa per la sospensione di prestiti e rate solo a fine maggio sono 69.000 (con importo medio di 89.000 euro). I consumatori, i professionisti, i piccoli imprenditori sono in enorme difficoltà. Lo sono sia quelli ammessi in precedenza alla disciplina del sovraindebitamento, che a causa della pandemia si vedono costretti a rinegoziare i termini di adempimento dei piani già omologati o a dover tornare davanti al giudice per modificare i precedenti accordi siglati con i creditori, sia quelli che, pur essendo prima del Covid in bonis, a causa della pandemia si trovano e si troveranno improvvisamente “sovraindebitati” per aver perso il lavoro o per aver visto ridurre in modo vertiginoso il fatturato, o per aver dovuto chiudere o sospendere le attività”.
Questa è una situazione che ha come conseguenza il proliferare di mafie e organizzazioni criminose che concedono denaro ad usura. E’ necessario dunque semplificare al più presto le procedure per la ristrutturazione dei debiti per esdebitare famiglie, piccoli imprenditori, lavoratori autonomi.
La consigliera nazionale dei commercialisti delegata ai metodi ADR, Valeria Giancola, ha affermato che “In questi mesi, le piccole e medie imprese che hanno già procedure di sovraindebitamento omologate sono sostanzialmente impossibilitate a rispettarle. Un dato di fatto che ci spinge a sostenere che quelle stesse procedure vadano sospese”.
Giancola ha ricordato come il Consiglio nazionale dei commercialisti abbia proposto degli emendamenti al Dl Liquidità “la cui ratio era quella di semplificare le procedure attualmente vigenti considerato che, nell’attuale momento di urgenza, occorre intervenire tempestivamente.
E’ stata proposta dai commercialisti una procedura semplificata per garantire al sovraindebitato di rinegoziare esclusivamente gli originari termini di adempimento e accordando al giudice e all’Organismo di composizione della crisi la gestione della procedura d’urgenza. In tale ambito, il giudice procede ad autorizzare la proroga delle scadenze, sentito l’Organismo di composizione della crisi e valutati i giustificati motivi della domanda, senza riattivare i procedimenti di consultazione per ottenere il consenso dei creditori.
Inoltre è stata proposta una modifica dell’attuale disciplina per consentire ai sovraindebitati, fortemente incisi dalla pandemia, di poter apportare modifiche sostanziali, ben più rilevanti rispetto al mero slittamento delle scadenze iniziali, ai piani e agli accordi già omologati e in esecuzione in tempi rapidi.
Queste soluzioni potrebbero potenzialmente produrre un dimezzamento o, in casi patologici che purtroppo si registrano in ambito locale, più consistenti riduzioni delle tempistiche previste nella legge per l’omologazione che, sebbene non accolte in sede di conversione del Dl Liquidità, potrebbero trovare spazio in altri provvedimenti.
Nel comunicato stampa i commercialisti ricordano che la legge 27 gennaio 2012, n. 3, coniata a ridosso della crisi degli anni 2008- 2009, si occupa della ristrutturazione dei debiti dei soggetti che non sono fallibili, ponendosi come valida alternativa ai processi esecutivi ed è una legge emanata in ritardo rispetto ad altri paesi d’Europa. Già da tempo infatti gli ordinamenti americano, inglese e tedesco regolamentano il sovraindebitamento; mentre l’ordinamento francese può contare su una legge ad hoc sin dal 1989.
Nel nostro ordinamento non veniva consentita la esdebitazione e non trovava regolamentazione la composizione della crisi da sovraindebitamento del consumatore e degli altri soggetti non fallibili. Con la legge n. 3/2012, al fallimento e alle procedure concorsuali c.d. maggiori (destinate agli imprenditori commerciali non piccoli)è stata finalmente affiancata la disciplina volta a porre rimedio alle situazioni di sovraindebitamento fino ad allora regolamentate unicamente dal lento e costoso processo esecutivo.
Tra i destinatari della disciplina di cui alla legge n. 3/2012, infatti, accanto ai consumatori in difficoltà finanziaria, compaiono gli imprenditori commerciali “sotto soglia” (i piccoli) e, indipendentemente dalle dimensioni, gli imprenditori agricoli, i lavoratori autonomi, i professionisti, le società tra professionisti ed artisti, gli enti non profit, le start up innovative.
FNC - CNDCEC, comunicato stampa, 19/06/2020