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Direttiva MiFID II, la Commissione UE propone revisioni per supportare le PMI

La Commissione UE ha avviato una consultazione pubblica sulle modifiche della direttiva MiFID II per aumentare il regime di copertura della ricerca per gli emittenti di piccole e medie dimensioni e per le obbligazioni. In particolare, le PMI hanno bisogno di un buon livello di ricerca in materia di investimenti che dia loro sufficiente visibilità per attrarre nuovi investitori. La crisi attuale rende ancora più importante alleviare gli oneri inutili e offrire opportunità ai nuovi mercati. Quali sono in dettaglio le proposte per ricalibrare gli obblighi in modo da garantire un elevato livello di trasparenza nei confronti dei clienti e assicurare, al contempo, gli standard più elevati di protezione e costi di conformità accettabili per le imprese europee?

Per superare la crisi indotta da Covid 19 e favorire la ripresa economica è necessario che la piccola e media impresa sia supportata da un forte ecosistema, obiettivo peraltro perseguito dalla Capital Market Union.

Lo sottolinea la Commissione europea che ha presentato lo scorso 24 luglio uno specifico pacchetto di misure che tendono a promuovere maggiori investimenti nell'economia, consentire una rapida ricapitalizzazione delle imprese e accrescere la capacità delle banche di finanziare la ripresa.

Il pacchetto di misure previste da Bruxelles prevede allora adeguamenti mirati del regolamento sul prospetto e propone norme specifiche sulla cartolarizzazione.

Bruxelles annuncia poi modifiche a MiFID II a seguito della consultazione pubblica terminata lo scorso 20 aprile e in parallelo ha attivato fino al prossimo 4 settembre la possibilità di intervenire, fornendo la propria opinione, sulla bozza di modifiche della direttiva delegata MiFID II per aumentare il regime di copertura della ricerca per gli emittenti di piccole e medie dimensioni e per le obbligazioni.

Sulle proposte della Commissione europea dovranno ora esprimersi Consiglio e Parlamento europeo.

In caso di parere positivo le innovazioni troveranno diretta applicazione nelle legislazioni nazionali.

Gli emendamenti MiFID II dovranno essere invece formalmente recepiti nelle legislazioni nazionali.

Come osserva la Consob in un Occasional Paper appena pubblicato sugli impatti e rischi della crisi sul sistema finanziario, la diffusione della pandemia a livello globale è stata asincrona e si è tradotta, nell’ambito delle economie coinvolte, in uno shock esogeno e simmetrico che ha colpito in simultanea il lato della domanda e il lato dell’offerta.

Rispetto a precedenti crisi di natura endogena al sistema economico-finanziario, prosegue l’approfondimento della Consob, risulta complesso prevedere gli sviluppi e l’intensità dello shock in ragione dell’indeterminatezza dei fattori attinenti alla dinamica della pandemia.

Sono chiari tuttavia i meccanismi di trasmissione della crisi, nell’ambito dei quali i mercati finanziari e il sistema bancario, pur non essendone l’epicentro, giocano un ruolo importante potendone amplificare gli effetti, così come è chiaro che nel complesso la portata e l’intensità della crisi dipenderanno dalle condizioni di partenza e dalle misure di policy a sostegno dell’attività economica.

Andando alla iniziativa di Bruxelles, la prima proposta del pacchetto è quella di creare un "prospetto UE per la ripresa" , una sorta di modello breve di prospetto per il collocamento di propri titoli , per le imprese che hanno esperienza nel mercato pubblico.

Procedendo ad un maggior livello di dettaglio si tratta di un documento informativo “light” di 30 pagine, facile da produrre per le imprese, viene sottolineato, facile da leggere per gli investitori e da controllare per le Autorità nazionali competenti.

Con questo canale agevolato si vorrebbe supportare le imprese a raccogliere capitali, ad esempio sotto forma di azioni, anziché indebitarsi maggiormente.

Una seconda serie di modifiche mirate al regolamento sul prospetto mira a facilitare la raccolta di fondi da parte delle banche che svolgono un ruolo essenziale nel finanziamento della ripresa dell'economia reale, evidenzia ancora la Commissione.

Nel pacchetto di proposte vi sono poi misure che modificano il regolamento sulle cartolarizzazioni e il regolamento sui requisiti patrimoniali.

Si vuole così facilitare l'uso della cartolarizzazione nella ripresa consentendo alle banche di espandere i loro prestiti e di liberare i loro bilanci dalle esposizioni deteriorate.

Si intende così creare un quadro specifico per le cartolarizzazioni a bilancio semplici, trasparenti e standardizzate, che beneficerebbe di un trattamento prudenziale che rispecchia l'effettivo livello di rischio di tali strumenti.

La Commissione propone inoltre di eliminare gli attuali ostacoli normativi alla cartolarizzazione delle esposizioni deteriorate, così da aiutare le banche a scaricare esposizioni deteriorate che potrebbero crescere a causa della crisi del coronavirus.

Le modifiche odierne si basano su un lavoro e un'analisi approfonditi effettuati dall'Autorità bancaria europea nel 2019 e 2020.

Le modifiche proposte fanno riferimento a una serie di disposizioni che erano già state identificate durante la consultazione pubblica MiFID/MiFIR come eccessivamente gravose o come un ostacolo allo sviluppo dei mercati europei.

La crisi attuale rende ancora più importante alleviare gli oneri inutili e offrire opportunità ai nuovi mercati per cui vengono ricalibrati gli obblighi in modo da garantire un elevato livello di trasparenza nei confronti dei clienti, assicurando nel contempo gli standard più elevati di protezione e costi di conformità accettabili per le imprese europee.

Per quel che riguarda i contenuti del documento in consultazione pubblica il punto di partenza è rappresentato dal ritenere che le PMI hanno bisogno di un buon livello di ricerca in materia di investimenti che dia loro sufficiente visibilità per attrarre nuovi investitori.

Si interviene allora emendando l’art. 13 della Direttiva 2017/593 sulla regola della “disaggregazione della ricerca” che ha rimosso l’incentivo per gli analisti a produrre ricerca in particolare su titoli azionari di imprese small che fanno fatica ad attirare l’attenzione degli investitori.

L’effetto fino ad ora si è concretizzato in una concentrazione della ricerca finanziaria sulle società a maggiore capitalizzazione, nei cui strumenti finanziari vengono impiegati in via pressoché esclusiva i patrimoni gestiti dagli investitori istituzionali.

Si crea allora un’esenzione facoltativa, a determinate condizioni, dalla regola attuale del requisito di disaggregazione se i servizi di esecuzione e l'offerta di ricerca riguardano le piccole ed emittenti midcap (definiti come emittenti che non hanno superato una capitalizzazione di mercato di 1 miliardo di EUR negli ultimi 12 mesi).

Questa esenzione consentirà alle imprese di investimento di pagare congiuntamente per il servizio di esecuzione e di fornitura di ricerche.

La stessa esenzione si applica alla disposizione della ricerca sul reddito fisso, compresi i tassi, la ricerca sul credito e sui prestiti.

Come contrappeso tuttavia, i pagamenti congiunti sarebbero consentiti solo in caso di accordo ex ante tra l'impresa di investimento e il fornitore di ricerca sulla parte dei pagamenti congiunti attribuibile alla fornitura di ricerca.

La Commissione si aspetta quindi che l’esenzione dalla regola di separazione per le società a piccola e media capitalizzazione dovrebbe tradursi in un aumento della copertura della ricerca per tali società e in un aumento delle risorse dedicate alla continuità aziendale e alle informazioni sulle emissioni a reddito fisso.

Si propone anche di modificare le norme della MiFID riguardanti i mercati dei derivati energetici con l'obiettivo di contribuire allo sviluppo di mercati dell'energia denominati in euro e di consentire alle imprese europee di coprire i loro rischi, salvaguardando nel contempo l'integrità dei mercati delle materie prime, in particolare per i prodotti agricoli.

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/impresa/finanza/quotidiano/2020/08/04/direttiva-mifid-ii-commissione-ue-propone-revisioni-supportare-pmi

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