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Archivio newsInternazionalizzazione: occorre puntare su aggregazione e formazione specifica
Nel corso del webinar “Brexit, le evoluzioni fiscali e doganali alla fine del periodo transitorio” sono stati affrontati tra gli altri, i temi della crescita delle aggregazioni tra le imprese che esportano, del rafforzamento della presenza sui mercati stranieri delle piccole e medie realtà, di come fronteggiare con maggiore consapevolezza i rischi che nasceranno con la Brexit. Sono questi gli scenari nei quali i commercialisti potranno giocare un ruolo importante e la formazione prevista dal progetto “Attività d’impresa” e il protocollo d’intesa siglato tra il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e l’Agenzia del Demanio e dei Monopoli, possono essere una buona occasione di crescita.
Far crescere le aggregazioni tra le imprese che esportano, rafforzare la presenza sui mercati stranieri delle piccole e medie realtà, fronteggiare con maggiore consapevolezza i rischi che nasceranno con la Brexit. Sono i temi affrontati nel corso del webinar “Brexit, le evoluzioni fiscali e doganali alla fine del periodo transitorio”. Sono questi gli scenari nei quali i commercialisti potranno giocare un ruolo importante.
Nel webinar sono stati illustrati anche i contenuti del protocollo d’intesa recentemente siglato tra Consiglio nazionale e l’Agenzia del Demanio e dei Monopoli (ADM) un protocollo finalizzato da un lato ad avviare un’azione sinergica per la realizzazione di eventi e progetti a supporto del made in Italy e la competitività del sistema delle imprese italiane e dall’altro a promuovere analisi e approfondimenti sulle novità procedurali in ambito doganale a favore degli iscritti all’Albo dei commercialisti.
Marcello Minenna, direttore di ADM ha dichiarato che “Questo protocollo mette finalmente in contatto i commercialisti con l’Agenzia. Lo scambio dati tra queste due realtà e la preparazione professionale della categoria rappresentano una buona opportunità anche sul tema Brexit. Negli ultimi anni, nell’Eurozona si era diffusa l’impressione che l’attività doganale fosse posta al centro solo dei traffici intercontinentali. Poi la Brexit prima, la “guerra dei dazi” e infine la pandemia hanno messo l’ADM al centro di una serie di importanti supporti logistici. Con la Brexit, solo per fare un esempio, il sistema doganale di controllo di certificazione sui prodotti italiani che arriveranno in Inghilterra sarà strategico. Ma la Brexit può rappresentare anche criticità in tema di antifrode e competizione transfrontaliera. Per l’ADM il protocollo siglato con il Consiglio nazionale dei commercialisti è qualcosa di cui avvalersi anche in questo passaggio per far crescere il confronto tra le nostre due realtà e la consapevolezza professionale su queste tematiche”.
Massimo Miani presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, ha dichiarato che “questo protocollo è probabilmente uno dei più importanti tra quelli firmati in questa consiliatura, sia per le opportunità che possono derivarne per la nostra professione, sia per il consolidamento dei rapporti che la nostra categoria deve perseguire con le Istituzioni. La legge ci attribuisce un ruolo di interesse pubblico: con le Istituzioni dobbiamo tornare a ragionare in una logica di stretta collaborazione. Anche per questo insisto spesso sulle funzioni sussidiarie che potrebbero essere attribuite alle professioni per supplire alle carenze della Pubblica amministrazione”.
Nel suo intervento Miani ha ricordato “il momento di grande difficoltà per la professione legato essenzialmente alla crisi del suo core business, ossia i servizi fiscali, sempre più aggredito dalla digitalizzazione dei processi che riduce quote di mercato e margini di guadagno. Dobbiamo guardare a nuove opportunità professionali. In questo ambito si inserisce il progetto “Attività d’impresa” del Consiglio nazionale portato avanti dai colleghi Achille Coppola e Giuseppe Laurino: una bella intuizione che punta finalmente ad incrociare le attività professionali con quelle d’impresa, e a mettere ancor di più a disposizione le nostre competenze, migliorandole, per le attività d’impresa. Il protocollo con ADM ci fornisce l’opportunità di essere parte attiva nello studio della compliance doganale delle aziende. La Brexit inciderà sulle quattro libertà garantite dalla UE: il movimento delle persone, dei capitali, dei servizi e dei beni. Il nostro supporto consulenziale in questi ambiti di attività può essere ampio e la collaborazione tra commercialisti e Dogane accrescerà la consapevolezza del ruolo determinante dei professionisti. Il punto di partenza per una professione che guarda al futuro ragionando su nuovi spazi consulenziali e consapevolezza della necessità di accrescere costantemente le sue competenze specialistiche”.
Di “collaborazione innovativa” a proposito del protocollo d’intesa tra CNDCEC e ADM ha parlato nel suo intervento anche il segretario del Consiglio nazionale Achille Coppola, che, con il Consigliere Laurino, segue il progetto “Attività d’impresa. “I commercialisti – ha ricordato Coppola – seguono l’85% delle società di capitali e dai loro studi passa l’85% dei dichiarativi. Ora vogliamo crescere anche sul fronte dell’export, asset importante del nostro Paese. L’export non è una realtà per piccole imprese. Solo 13mila imprese italiane sono presenti sui mercati internazionali e di queste 4mila realizzano da sole l’80% del totale delle esportazioni. Da questo punto di vista l’azione die commercialisti può essere determinante per favorire aggregazioni tra le imprese. I Consorzi per l’internazionalizzazione del 2012 e il grande piano per l’export non hanno dato i risultati sperati. Dobbiamo allora provare a realizzare aggregazioni che mettano in grado le PMI di inserirsi in questo settore”.
Il progetto “Attività d’impesa” punta all’aggregazioni tanto che sono state messi in rete 1300 studi, che rappresentano circa 7000 commercialisti e una grande platea di clienti. Nello specifico dei cluster del mare (soprattutto per quel riguarda i porti) e del Made in Italy (la meccanica, l’agroalimentare, la moda, il legno e l’arredo), due dei focus del progetto e ambiti di immediata applicabilità della convenzione con ADM,.
Allo stato attuale serve comunque più consapevolezza del fatto che export e import non hanno solo aspetti doganali, ma anche fiscali. Le imprese italiane, cosi brave a concentrarsi sui propri prodotti, troppo spesso dimenticano l’organizzazione della filiera logistica e troppo spesso si affidano agli stranieri.
I commercialisti dovranno avere più competenze in questo ambito per essere più presenti su un mercato professionale potenzialmente molto significativo e per aiutare le nostre piccole e medie imprese ad affrontare con più consapevolezza la sfida dell’export. “Da questo punto di vista il progetto “Attività d’impresa” e il protocollo con ADM, che prevedono entrambi momenti formativi specifici, possono essere una buona occasione di crescita”.