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Archivio newsEuropa, arriva il regolamento per i colossi tech
La Banca centrale del Giappone comunica cosa vuole fare con i tassi d’interesse mentre l’Istat rende noti i prezzi delle abitazioni. Ultimo discorso di Powell alla Fed, prima che Trump lasci.
Degli obblighi e delle responsabilità. Di questo tratterà il Digital Services Act (Dsa), regolamento europeo sui servizi digitali che sarà presentato oggi dalla Commissione Ue. Non sarà solo: insieme, e non a caso, viene presentato il Digital Markets Act (Dma), una sorta di codice della strada, con tanto di sanzioni, per le piattaforme informatiche, i colossi della rete, i social network planetari. Finalmente, dopo oltre vent’anni e in un mondo completamente trasformato da allora, l’Europa si attrezza per entrare con maggiori tutele nell’Era digitale. Il mercato interno unico più grande del mondo continuerà a essere attrattivo e competitivo, ma a determinate condizioni. Dai vantaggi, che sono sotto gli occhi di tutti, come il lavoro a distanza, le videochiamate, l’e-commerce, si passa alle note dolenti (fake news planetarie, bullismo, pedopornografia). Ecco perché l’Europa fornisce regole, poteri di intervento, competenze. Poi, gli Stati nazionali possono integrare in meglio, ma non per sottrazione.
Un percorso ancora incerto. Troppo incerto, per ritirare gli interventi di supporto all’economia. Così la pensa Jerome Powell, presidente della Federal Reserve americana, che oggi illustrerà alla stampa, nell’ultimo incontro dell’anno, le mosse dell’istituzione. A suo parere, è lontano il momento in cui cesseranno gli aiuti e c’è ancora bisogno di mantenere i tassi bassi. Quando la situazione si sarà normalizzata, Powell è convinto che la Banca centrale americana potrà frenare l’azione, dal momento che non vuole «nel lungo termine un bilancio più grande del dovuto». Così ha detto alcune settimane fa in un’audizione alla commissione Finanza della Camera l’uomo prima scelto e poi attaccato con durezza dal presidente Donald Trump. Che più volte è arrivato a chiedergli di andarsene. Adesso, invece, l’uscente è proprio l’inquilino della Casa Bianca, che a gennaio lascerà il posto a Joe Biden. Togliendo dalle spalle di Powell l’enorme pressione che c’era finora.
Non sono attesi interventi da parte del direttivo della Boj guidato da Haruiko Kuroda, alle prese con un Paese che non si lascia alle spalle la pandemia e continua a vivere una lunga crisi economica. E’ pur vero che il Pil del trimestre che va da luglio a settembre è rimbalzato del 5,3%, oltre le stime degli analisti, portando il Giappone fuori dalla recessione tecnica. Ma per la terza economia del mondo, lo schiaffo subito dal coronavirus è stato talmente forte quest’anno che il governo ha dovuto mettere in campo un piano di investimenti pari a 580 miliardi di euro. L’obiettivo del premier Yoshihide Suga è far ripartire il Paese finito in deflazione. Per questo, è facile pensare che resteranno attive le misure della BoJ come, per esempio, la concessione di prestiti agevolati alle banche e l’acquisto di corporate bond dalle stesse banche, per continuare a garantire liquidità al sistema.
Il dato più interessante l’ha tirato fuori l’Ufficio Studi di Tecnocasa, analizzando i numeri dell’Agenzia delle Entrate. Nel terzo trimestre dell’anno si sono vendute più case in città non capoluogo di provincia. Quindi, concludono gli esperti, abitazioni più grandi e con giardino. Effetto del lockdown. Ma per vedere se la tendenza si consolida bisogna aspettare dati più precisi. Aiuteranno certo quelli sui prezzi delle case, che oggi l’Istat rende noti per il terzo trimestre. Qualche anticipazione è arrivata dal sito Immobiliare.it che stima, per il mese di ottobre, un calo generalizzato dei valori in tutte le regioni, comprese quelle delle isole in cui, tra l’estate e settembre, si era visto un rimbalzo dei prezzi. Il dato nazionale, in pratica, a ottobre è rimasto fermo rispetto ad aprile.