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Archivio newsRapporto annuale 2020: il mercato del lavoro ai tempi del Covid
Sono evidenti i riflessi sul mercato del lavoro a seguito degli shock indotti nel 2020 dalla pandemia e dalle necessarie misure di contrasto alla pandemia Covid-19, manifestatisi dopo una fase di progressivo rallentamento della crescita. Questo il risultato dell’analisi dei dati raccolti da Anpal ed esposti nel Rapporto annuale sul mercato del lavoro 2020. Un anno caratterizzato da una incisiva riduzione delle ore di lavoro e da un tasso di occupazione che, se non fosse stato introdotto il generalizzato divieto di licenziamento, con la contestuale introduzione degli ammortizzatori sociali speciali, avrebbe toccato minimi storici.
L’Anpal ha pubblicato il Rapporto annuale sul mercato del lavoro 2020, redatto in collaborazione tra Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal, che riporta i dati relativi all’anno della esplosione della pandemia da Covid-19 che ha condizionato in maniera cruciale gli sviluppi dell’economia e della società mondiale.
Nel secondo trimestre 2020 si è assistito a un crollo dell’attività economica, seguito da una leggera ripresa nel terzo trimestre e una nuova riduzione nel quarto in seguito al nuovo aggravarsi della diffusione dei contagi.
Le stime mensili degli occupati indicano una sostanziale stagnazione nei primi due mesi del 2020, una forte caduta soprattutto a marzo e aprile, segni di ripresa a partire da luglio e ancora presenti a novembre, benché deboli, dovuti probabilmente alla forma più leggera delle misure di lockdown, agli interventi a sostegno delle attività economiche e, più in generale, al dispiegarsi di processi di apprendimento e adattamento. La perdita di occupazione registrata tra febbraio e giugno 2020 (-542 mila unità) è stata per metà recuperata tra luglio e novembre con un bilancio complessivo di 300 mila occupati in meno rispetto a febbraio; le flessioni si sono concentrate soprattutto tra i dipendenti a termine e, in misura inferiore, tra gli indipendenti, a fronte di un incremento dello stock di dipendenti a tempo indeterminato.
Anche in virtù del divieto di licenziamento introdotto dal decreto Cura Italia e prorogato sino ad oggi, gli effetti della crisi si sono manifestati più sulle ore lavorate che sull’occupazione. Il numero di persone rimaste senza lavoro è considerevole, soprattutto a seguito delle cessazioni dei contratti a termine non rinnovati e del venir meno di nuove assunzioni, soprattutto nei servizi.
L’emergenza sanitaria ha inevitabilmente compromesso le possibilità di impiego delle donne, dei giovani e delle persone straniere, nei settori e nei tipi di impresa che sono stati investiti più duramente dalla crisi.
Massiccio il ricorso al lavoro da remoto, anche in smartworking e telelavoro.
Anpal, Rapporto annuale sul mercato del lavoro 25/02/2021