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Archivio newsMetalmeccanici e previdenza complementare: la nuova sfida del Fondo Cometa
L’intesa tra le parti sociali del settore metalmeccanico sul nuovo CCNL prevede alcuni rilevanti novità. Un aspetto importante dell’accordo riguarda ovviamente la parte economica, con l’aumento dei minimi tabellari, a regime (giugno 2024) di 112 euro. Da evidenziare, dopo tanti anni, la riforma del sistema di inquadramento, basato su 9 livelli suddivisi in 4 campi di responsabilità e ruolo. Non ultimo, vi è un importante capitolo incentrato sul rilancio della previdenza complementare di settore che mette al centro della strategia contrattuale una sfida per incentivare i lavoratori ad aderire in maniera ancor più massiccia al Fondo Cometa.
Il rinnovo del contratto collettivo dei metalmeccanici, al centro di una serrata trattativa tra le parti, giunta a conclusione il 5 febbraio 2021 con la firma dell’ipotesi di accordo di rinnovo da parte di Federmeccanica e Assistal, sul fronte datoriale, e di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil sul fronte sindacale, è posto al centro delle analisi dei protagonisti delle negoziazioni e dei principali osservatori, soprattutto in merito a due punti. In primo luogo, l’attenzione principale è stata riservata all’aumento dei minimi tabellari, che rappresenta il nodo principale della parte economica di ogni rinnovo, con la previsione di incrementi retributivi mensili lordi che, prendendo a riferimento in via esemplificativa l’attuale categoria 5, corrispondente al futuro livello C3, ammontano a 25 euro da giugno 2021, 25 euro da giugno 2022, 27 euro da giugno 2023 e 35 euro da giugno 2024, per un totale complessivo di 112 euro per la vigenza contrattuale. In secondo luogo, la maggiore innovazione evidenziata, attesa dal 1973, riguarda la riforma del sistema di inquadramento, che istituisce una nuova struttura basata su 9 livelli suddivisi in 4 campi di responsabilità e ruolo.
All’interno di tale contesto, hanno assunto un certo rilievo alcune ulteriori novità sul piano del welfare, in merito al quale è stata prevista
· la conferma della quota di flexible benefits annui in vigore dal 2019 (pari a 200 euro) per il prossimo triennio;
· l’estensione della possibilità di iscriversi al fondo di assistenza sanitaria integrativa Mètasalute anche ai lavoratori che abbiano cessato l’attività lavorativa, secondo modalità da definirsi;
· una specifica incentivazione per favorire l’iscrizione a Cometa, il fondo di previdenza complementare di settore, da parte dei lavoratori sotto i 35 anni di età anagrafica.
Per i lavoratori di nuova adesione che rientrino in tale fascia di età e destinino al fondo una contribuzione mensile almeno pari all’1,2%, mediante trattenuta mensile in busta paga, a partire dal 1° giugno 2022 viene infatti previsto che l’azienda versi un contributo pari al 2,2% dei minimi contrattuali.
Quest’ultima è un’ulteriore novità che va a toccare il fondo di previdenza dei metalmeccanici, confermando, per il resto, un solido impianto innestato con il rinnovo del 2016, particolarmente attento alle tematiche del welfare. Nel rinnovo precedente è stato infatti stabilito, ai fini di incentivare in via generale le adesioni, il versamento da parte delle aziende di un contributo pari al 2% dei minimi contrattuali, nel caso in cui il lavoratore destini al fondo una contribuzione mensile almeno pari all’1,2%.
Fino al 1° giugno 2022 | |
Contribuzione aziendale | 2% dei minimi contrattuali |
Contribuzione lavoratore | 1,2% dei minimi contrattuali |
A partire dal 1° giugno 2022 | |
Contribuzione aziendale | 2,2% dei minimi contrattuali per i lavoratori under 35 di nuova adesione |
2% dei minimi contrattuali per la restante platea di lavoratori | |
Contribuzione lavoratore | 1,2% dei minimi contrattuali |
Che la sfida di incentivare le adesioni non sia semplice lo dimostrano i dati, i quali, su un totale di 1.445.000 lavoratori a cui si applica il contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, secondo i dati relativi al 2018 dell’analisi congiunta INPS-CNEL, mostrano un numero di iscritti a Cometa pari a 411.963 lavoratori, per l’anno 2019, secondo quanto indicato dal Settimo Report Annuale sugli investitori istituzionali italiani a cura di Itinerari previdenziali.
Si tratta di un dato che presenta il Fondo Cometa come il secondo fondo pensione negoziale in Italia per numero di iscritti, con una crescita dello 0,77% rispetto ai 408.830 iscritti del 2018, posizione che lo ha collocato fra le forme pensionistiche nazionali di maggiori dimensioni sul piano patrimoniale e dotate di un comparto idoneo ad accogliere i flussi di TFR conferito in modalità tacita.
Alla luce di questi dati, il fondo è stato individuato, dopo un confronto con le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative a livello nazionale, quale sostituto di FONDINPS, il fondo complementare residuale istituito presso l'INPS in cui affluivano le quote di TFR dei lavoratori che entro il 30 giugno 2007 o entro 6 mesi dall'assunzione non esprimessero alcuna scelta e che al tempo stesso non fossero iscrivibili ad un fondo aziendale o di categoria.
FONDINPS è infatti stato posto in liquidazione e chiuso alle nuove adesioni nel corso del 2020, con il subentro di Cometa nei rapporti con i soggetti già iscritti a FONDINPS e con i nuovi iscritti taciti.
Alla luce degli elementi presentati, la sfida del rinnovo, per quanto limitata nelle previsioni, appare ambiziosa sul piano dell’obiettivo, cercando di favorire le adesioni di quella fascia della popolazione lavorativa che vede come molto lontano il traguardo pensionistico, ma che, allo stesso tempo, necessiterà maggiormente di soluzioni integrative, a fronte di un contesto in cui le prestazioni pensionistiche pubbliche saranno sempre più mirate a garantire livelli minimi di protezione sociale, in considerazione degli evidenti limiti di sostenibilità della spesa pensionistica pubblica. Quello dei metalmeccanici, in altre parole, è un segnale di attenzione a questo problema, che dovrà essere accompagnato da adeguate azioni di informazione e sensibilizzazione dei lavoratori, e dovrà guidare le parti sociali anche nel dibattito in corso con il Governo sulla riforma del sistema previdenziale. Va infatti ricordato che, oltre alla flessibilità in uscita, il “cantiere” nazionale per la riforma delle pensioni pone al centro le proposte per favorire le adesioni ai fondi pensione negoziali e per garantire un assegno pensionistico minimo ai giovani, a fronte di carriere lavorative discontinue.