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Archivio newsExor e Intesa danno il via alla stagione dei bilanci. E al Congresso Usa sfilano i capi delle Big Tech
L’Onu celebra lunedì la Giornata mondiale dell’oro blu, risorsa preziosa per la vita e l’economia. Da martedì entrano nel vivo le settimane in cui i board approvano i conti dell’anno pandemico.
Di quanta acqua ha bisogno il mondo, per sopravvivere? E quanta ne sprechiamo? Non ci pensiamo mai. Non ci facciamo caso. Non conosciamo i numeri. Eppure è una risorsa essenziale, ed è sempre più scarsa. Già oggi, e solo per fermarci ai dati-base, ci sono 785 milioni di persone che non dispongono di una fonte di acqua potabile. Riguarda “gli altri”? No. Si stima che, se continuerà il degrado di fiumi, laghi e zone umide del pianeta e se gli stress cui le attività dell’uomo sottopongono le risorse idriche globali continueranno a essere insostenibili, entro il 2050 il 51% della popolazione e il 46% del Pil globale saranno soggetti ad alto rischio idrico. La “Giornata mondiale dell’Acqua” nasce da chi di questi numeri è consapevole. L’ha istituita l’Onu nel 1992 e, da allora, ci celebra ogni 22 marzo. Oggi, dunque. Le Nazioni Unite “marcheranno” la data con la presentazione del Rapporto su quel che è stato fatto (poco) e quel che resta fare (quasi tutto).
Settimana di bilanci da approvare per alcuni big di Piazza Affari. Oggi tocca al board di Intesa: l’anno dell’acquisizione di Ubi (e del Covid) si è chiuso con un utile netto di 3,277 miliardi, contro 4,182 del 2019, nonostante la perdita quasi analoga (3,1 miliardi) registrata nel quarto trimestre proprio per l’acquisto di Ubi.
Stellantis nasce ufficialmente il 4 gennaio 2021, con il via libera delle assemblee Fca e Peugeot. Gli effetti sul bilancio Exor, che grazie alla fusione porta a casa la maxi-cedola straordinaria deliberata per i soci di Fiat Chrysler, si vedranno quindi con i conti 2021. È stata comunque quella, l’operazione-simbolo del 2020, insieme alla messa in cantiere di altri deal che stanno trasformando la holding di casa Agnelli in un gruppo in cui l’automotive pesa sempre meno: sul tavolo ci sono sempre la cessione di Iveco e della stessa capogruppo Cnh, lo shopping ha per contro portato nella cassaforte della finanziaria partecipazioni che vanno dall’editoria al lusso (il 24% di Louboutin è solo l’acquisto più recente). Un primo punto lo farà, oggi, il board convocato per l’approvazione del bilancio 2020. E tutto darà ampio materiale per la Lettera agli azionisti che Elkann sta preparando.
Secondo giro di audizioni davanti (virtualmente) ai membri del Congresso per i big boss di Facebook, Google, Twitter. La prima volta, a fine ottobre, gli Usa erano in piena campagna elettorale e l’incontro con Mark Zuckerberg, Sundar Pichai e Jack Dorsey si trasformò in bagarre: Donald Trump scatenato sui social media e repubblicani scatenati contro gli stessi social, accusati di voler mettere il silenziatore al Presidente non per i suoi tweet e post fuorvianti ma per fare un favore ai democratici. Ora alla Casa Bianca c’è Joe Biden, il clima si è rasserenato, ma il problema di fondo rimane, gigantesco: qual è il confine tra libertà d’espressione da un lato, disinformazione e fake news dall’altro? Quali regole andrebbero rispettate e /o introdotte, quando di mezzo ci sono questioni vitali per la salute (vedi quel che sui social gira tutt’oggi in materia di Covid e vaccini, per esempio) o per la democrazia (vedi, giust’appunto, le ultime presidenziali Usa)? Il Congresso vuole discuterne anche questa volta con i vertici dei tre colossi. Solo Pichai, per ora, ha confermato la video-presenza.