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Archivio newsAziende italiane alla prova delle semestrali. L’ISTAT e la fiducia delle imprese
Da martedì per Banca Carige scatta la riammissione alle quotazioni dopo uno stop che durava dal 2 gennaio 2019. Venerdì arrivano le nuove stime di crescita del PIL.
a cura di Lunedì 26 luglio - L’ondata delle semestrali Gran daffare per analisti e operatori di Borsa, questa settimana. Come del resto sempre prima del deserto d’agosto, le agende societarie sono super affollate dalla corsa alla chiusura dei bilanci trimestrali. Tra i big del listino inizia, oggi, Italgas. Domani di turno Telecom, dopodomani Edison e Prysmian. Giovedì l’elenco include Brembo, Enel, Eni, Fincantieri, Leonardo, Mediobanca, Unicredit, cui seguiranno venerdì Cnh, Diasorin, Piaggio, Rcs Mediagroup, Il Sole 24 Ore. Per tutti l’attesa, in Piazza Affari, è la stessa che ha accompagnato le relazioni sui conti aprile-giugno già presentate: è vero che far meglio dei risultati di un anno fa sarebbe stato (a volte) impossibile, ma è vero anche che al giro di boa dell’esercizio quasi tutti hanno spesso superato le migliori aspettative.
Martedì 27 luglio - Tornano i riflettori su Carige Oggi la riammissione alle quotazioni, dopo una sospensione che durava dal 2 gennaio 2019. Domani un’assemblea ordinaria. Non è significativa, in sé, visto che all’ordine del giorno c’è soltanto l’integrazione del collegio sindacale e non è prevista neppure un’anticipazione sui conti semestrali: il relativo consiglio d’amministrazione è fissato per il 5 agosto. L’attenzione verso la banca ligure è comunque alta già ora. Pur se è temporaneamente sparita dai titoli dei giornali, il suo futuro rimane uno dei grandi nodi che il sistema italiano del credito deve risolvere. In teoria, anche dopo l’addio alle trattative da parte di Cassa centrale, l’incognita-compratore si sarebbe già dovuta risolvere. Le promesse “novità attorno a metà luglio”, invece, ancora a fine mese risultano non pervenute. Mercoledì 28 luglio - La fiducia di consumatori e imprese Sarà difficile replicare il boom di giugno, quando l’indice di fiducia era letteralmente esploso: da 110,6 a 115,1 tra i consumatori e da 107,3 a 112,8 tra le imprese. Potrebbero farsi sentire i timori per le possibili conseguenze della nuova impennata Covid (versione Delta), che rischiano effettivamente di appesantire un po’ il clima. Non è detto, però: tra vaccini e fondi europei la base della ritrovata fiducia rimane comunque solida. Più che in Francia, per esempio, dove i dati appena diffusi per le aziende mostrano un leggero calo ma - anche là - restano comunque a un “livello molto alto”, ben al di sopra dei numeri pre-crisi. E probabilmente meglio del resto d’Europa anche tra i consumatori, anzi: è l’indicatore della Commissione Ue a prevedere una media in ulteriore risalita. L’ISTAT ci dirà oggi a quale livello si colloca l’Italia. Giovedì 29 luglio - È italiano il primo G20 della Cultura Appuntamento oggi e domani per il primo G20 della Cultura dacché il G20 esiste, ossia dal 1999. Suggestiva la cornice scelta da Dario Franceschini per l’inaugurazione: questa sera alle 19.00, accolti dallo stesso Franceschini, dalla direttrice generale dell’Unesco Audrey Azoulay e soprattutto dal premier Mario Draghi, i 19 colleghi del nostro ministro della Cultura nel G20 scenderanno “dentro” l’Arena del Colosseo. E speriamo nessuno ironizzi. Venerdì 30 luglio - Quanto cresce il PIL Nel Bollettino Economico pubblicato il 16 luglio, quello in cui la Banca d’Italia alzava per la terza volta in un mese le stime di crescita del Prodotto interno lordo (portandolo a +5,1% per quest’anno, +4,4% per il 2022, +2,3% per il 2023), si leggeva tra l’altro: “In Italia la variazione del PIL è stata lievemente positiva nel primo trimestre, a differenza degli altri principali Paesi dell'area dell'euro, dove si è registrata una caduta. In base agli indicatori disponibili, nel secondo trimestre la crescita si è accentuata, favorita dall'accelerazione della campagna di vaccinazione e dal graduale allentamento delle restrizioni, e sarebbe stata superiore all'1% sul periodo precedente”. Difficile che gli economisti di via Nazionale sbaglino le previsioni, in contesti lineari e su periodi così brevi. Se accade - vedi le tre revisioni tra giugno e luglio - è per difetto. La formula (al condizionale) che parla di crescita “superiore all’1%” è d’altra parte sufficientemente elastica: sarà l’ISTAT, oggi, a mettere il decimale che decreterà quanto lontana sia ancora, eventualmente, la più confortevole quota 2%. Copyright © - Riproduzione riservata