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Archivio newsFondi pensione: dalla COVIP i rendimenti annuali aggiornati
La COVIP ha reso noti i rendimenti aggiornati al 31 dicembre 2020 dei fondi pensione negoziali, dei fondi pensione aperti e dei piani individuali pensionistici attuati mediante contratti di assicurazione sulla vita - PIP. Il rendimento è indicato per ciascuna linea di investimento e per differenti periodi temporali (1, 3, 5 e 10 anni). Nel 2020 i fondi pensione hanno retto bene all’urto della crisi provocata dalla pandemia. I rendimenti aggregati, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, sono stati in media positivi per i fondi negoziali e per i fondi aperti.
Come ogni anno la Commissione di Vigilanza sui fondi pensione ha pubblicato sul proprio sito (www.covip.it) i rendimenti aggiornati al 31 dicembre 2020 delle diverse forme pensionistiche complementari. I dati sono ordinati secondo il numero di iscrizione all’albo della COVIP, per quanto riguarda i fondi pensione negoziali, e alfabeticamente, secondo la denominazione della società che li gestisce, per quanto riguarda i fondi pensione aperti e i piani individuali di previdenza. Il rendimento viene indicato per ciascuna linea di investimento, prendendo a riferimento differenti periodi temporali (1, 3, 5 e 10 anni) e riportando per ciascun comparto la categoria individuata secondo i criteri indicati nello Schema di Nota informativa di cui alla Deliberazione COVIP del 25 maggio 2016. Rendimenti per i fondi pensione negoziali Rendimenti per i fondi pensione aperti Rendimenti per i piani individuali di previdenza Fondi pensione: andamento finanziario complessivo E’ utile volgere in primo luogo lo sguardo a quello che è stato l’andamento finanziario complessivo del sistema di previdenza complementare. Così come evidenziava la COVIP nella propria relazione annuale, i fondi pensione hanno retto sostanzialmente bene nel 2020 all’urto della crisi provocata dalla pandemia recuperando in corso d’anno le perdite registrate inizialmente. I rendimenti aggregati, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, sono stati in media positivi per i fondi negoziali, che hanno reso il 3,1%, per i fondi aperti (2,9%) e per le gestioni separate dei PIP di ramo I (1,4%); per le gestioni unit linked di ramo III il risultato è stato lievemente negativo e pari a -0,2%. Nello stesso periodo, la rivalutazione del TFR è stata dell’1,2%. Fatta eccezione per i PIP di ramo III, i risultati migliori si sono osservati nelle linee d’investimento con una maggiore esposizione verso i titoli di capitale. I rendimenti dei comparti azionari si sono attestati in media al 5,6% nei fondi negoziali e al 3,9% nei fondi aperti. È stato del -1,3% il risultato ottenuto nei PIP. Le linee bilanciate hanno registrato in media rendimenti positivi per tutte le forme pensionistiche e pari a 3,3% nei fondi negoziali, a 3,6% nei fondi aperti e a 1,0% nei PIP. I risultati sono stati positivi anche nei comparti obbligazionari e garantiti. Gli obbligazionari puri hanno reso lo 0,7% nei fondi negoziali e nei PIP di ramo III, il 2,2% nei fondi aperti. Nei comparti obbligazionari misti i risultati sono stati influenzati anche dall’andamento della componente azionaria e sono stati positivi sia per i fondi negoziali (3,5%) sia per i fondi aperti (1,3%). I comparti garantiti hanno conseguito rendimenti dell’1% nei fondi negoziali e dell’1,1% nei fondi aperti. Le gestioni separate dei PIP, che contabilizzano le attività a costo storico e non a valori di mercato, hanno ottenuto un rendimento medio dell’1,4%. E’ utile a tal proposito evidenziare come la COVIP ha avviato una riflessione sul ruolo delle linee garantite, in ragione dell’evoluzione dei mercati finanziari e del perdurare di una situazione di tassi bassi, unitamente a comportamenti individuali che, spesso in modo inerziale, rischiano di non ottimizzare nel lungo periodo le opportunità concrete in termini di prestazioni attese; ciò, anche nella prospettiva di valorizzare il principio della graduale riduzione del rischio nel corso del ciclo di vita, con rischi e rendimenti più elevati all’inizio del ciclo e rischi molto più bassi nella fase conclusiva. Cercando di essere poi quanto più aggiornati è possibile, ed attingendo sempre alle rilevazioni dell’Autorità di Vigilanza, nel primo trimestre 2021 i risultati delle forme complementari sono stati in media positivi, soprattutto per le linee di investimento caratterizzate da una maggiore esposizione azionaria. Al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i rendimenti si sono attestati, rispettivamente, all’1 e all’1,9% per fondi negoziali e fondi aperti; nei PIP di ramo III essi sono stati pari al 3,6 %. Per le gestioni separate di ramo I, che contabilizzano le attività a costo storico e non a valori di mercato e i cui rendimenti dipendono in larga parte dalle cedole incassate sui titoli detenuti, il risultato è stato pari allo 0,3%. Valutazione delle redditività e orizzonte di osservazione Così come ricorda la Autorità di Vigilanza, è importante sottolineare poi come, considerando la proiezione temporale di medio- lungo periodo tipica del risparmio previdenziale, la valutazione delle redditività non possa limitarsi ad un solo anno ma occorra fare riferimento a orizzonti temporali più lunghi. Da fine 2010 a fine 2020 caratterizzato da un andamento dei mercati finanziari complessivamente favorevole anche se non senza periodi di elevata volatilità, prosegue la COVIP, il rendimento medio annuo composto è stato del 3,6% per i fondi negoziali e del 3,7% per i fondi aperti. Per i PIP si è attestato, rispettivamente, al 3,3% per i prodotti unit linked e al 2,4% per le gestioni separate. Le differenze osservabili nei rendimenti medi decennali dipendono dalla diversa asset allocation adottata dalle forme pensionistiche oltre che dai differenti livelli di costi applicati dalle diverse tipologie di forma pensionistica. Il tasso di rivalutazione medio annuo del TFR è stato pari all’1,8 per cento. Su un periodo di osservazione ventennale (dal 2000 a fine 2020), che comprende la fase di avvio dell’operatività delle forme complementari nonché diversi altri periodi di turbolenza dei mercati finanziari, il rendimento medio annuo composto dei fondi pensione negoziali è comunque positivo (3%) e superiore a quello del TFR (2%). Per i fondi pensione aperti, caratterizzati da un’esposizione azionaria maggiore, il risultato è stato in media il 2% all’anno (2,5% per i comparti obbligazionari e 2% per quelli azionari). Rendimento medio annuo composto e oneri fiscali e/o di gestione L’iniziativa periodica della COVIP si inserisce nella prospettiva di un sempre maggior livello di informazione e trasparenza del nostro sistema previdenziale cui la normativa e la Authority annettono particolare importanza. Va sottolineato come la previdenza complementare si struttura finanziariamente sulla capitalizzazione dei contributi versati per cui la efficienza e la efficacia della gestione finanziaria, valutati come sottolineato in un orizzonte temporale protratto e con i caveat necessari (tenendo cioè conto dell’effetto di periodi di forti turbolenze finanziarie), rappresentano elementi di assoluta rilevanza per la prestazione finale in una con il livello dei costi. Il rendimento indicato dalla COVIP è quello medio annuo composto, evidenziando come esso sia leggermente più basso di quello che si otterrebbe calcolando la media aritmetica dei rendimenti di ciascun anno del periodo di riferimento.
Ad esempio, se il rendimento di un anno è lo 0% e il rendimento dei due anni successivi è rispettivamente il 10% e il 20%, il rendimento medio annuo del triennio calcolato con la media aritmetica è pari al 10%; il rendimento medio annuo composto è invece pari al 9,7%. |