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Archivio newsLegge di Bilancio 2022: arriva Quota 102. Restyling per APE sociale e Opzione donna
Con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del disegno di legge di Bilancio 2022, arrivano alcune importanti novità anche sul fronte del sistema previdenziale. Quota 102, APE Sociale “rafforzato” e Opzione donna con requisiti anagrafici aumentati sono i 3 principali strumenti sui quali punta il Governo per garantire una maggiore flessibilità in uscita, anche in vista dell’imminente scadenza di Quota 100, che non sarà prorogata. Importanti novità riguarderanno inoltre il regime pensionistico dei giornalisti professionisti, a partire dal 1° luglio 2022.
Al termine di un confronto durato 4 ore, nella giornata del 28 ottobre 2021 il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge di Bilancio 2022. Tra i 185 articoli che compongono la bozza della nuova manovra, che approderà ora in Parlamento, il capitolo riservato alle pensioni presenta conferme e novità, destinate in ogni caso ad alimentare un ampio dibattito, come tradizionalmente accade sulla materia. Prospettive del Documento programmatico di bilancio Un primo segnale importante sulla direzione intrapresa dal Governo era già arrivato qualche giorno fa, con l’invio a Bruxelles del Documento programmatico di bilancio, in cui sono state indicate le risorse da dedicare nella Manovra al capitolo pensioni. La cifra di 1 miliardo e 560 milioni in 3 anni, di cui 600 milioni nel 2022, ha sin da subito lasciato intendere la volontà del Governo di non procedere, in tema di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, con una riforma strutturale che rendesse meno rigidi i requisiti anagrafici e contributivi ordinari introdotti, dopo la riforma del 2011, per accedere alla pensione di vecchiaia e alla pensione anticipata. Tale posizione ha subito alzato il livello dello scontro con le principali confederazioni sindacali, che hanno basato in questi mesi la propria piattaforma programmatica su un ampio intervento in materia di flessibilità in uscita - attraverso un abbassamento radicale degli attuali requisiti ordinari - e ha suscitato le prime reazioni anche tra i partiti, i quali a fronte delle prime opzioni di intervento fatte filtrare hanno espresso le proprie priorità. Quota 102 e agevolazioni per le imprese in crisi Il testo approvato ieri rappresenta quindi il risultato di un lavoro di mediazione tra le forze politiche di maggioranza e si basa su alcuni punti fermi. In primo luogo, si segnala l’introduzione, riferita al solo anno 2022, della Quota 102. Tale forma anticipata di pensionamento appare come una misura di transizione, dopo la scadenza della Quota 100, il programma sperimentale di durata triennale introdotto nel 2019, che prevedeva la possibilità di andare in pensione una volta raggiunti 62 anni di età anagrafica e 38 di contributi versati. L’introduzione di Quota 102 è finalizzata ad un ritorno graduale e generalizzato ai requisiti ordinari previsti con la riforma del 2011 per la pensione di vecchiaia e anticipata, anche se il premier Mario Draghi si è mostrato disposto all’apertura di un tavolo per introdurre, nel 2023, interventi più mirati rispetto al sistema delle quote. Nella pratica, Quota 102 prevede la possibilità di accedere alla pensione con 64 anni di età anagrafica (2 in più rispetto al precedente regime sperimentale) e 38 anni di contributi versati. Nella stessa ottica di favorire un passaggio meno traumatico alla “normalità” è stato introdotto uno specifico fondo, con una dotazione di 600 milioni in 3 anni, destinato a favorire l’uscita anticipata dal lavoro, su base convenzionale, dei lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi che abbiano raggiunto un’età anagrafica di almeno 62 anni. Contratto di espansione La Manovra ha inoltre esteso agli anni 2022 e 2023 il contratto di espansione, che consente, tra i vari aspetti, uno scivolo pensionistico fino ai 5 anni per i lavoratori in uscita dalle aziende. La soglia dimensionale delle imprese richiesta per accedere a questo strumento è stata inoltre abbassata da 100 a 50 lavoratori impiegati. Opzione donna Occorre poi considerare che, oltre a Quota 100, altre due forme anticipate di pensionamento erano state introdotte negli anni, per venire incontro alle esigenze di flessibilità in uscita di determinate categorie di lavoratrici e lavoratori. In primo luogo, la misura di Opzione Donna ha concesso negli ultimi anni alle lavoratrici la possibilità di accedere a un’opzione di pensionamento anticipato con 35 anni di contributi e, rispettivamente, 58 o 59 anni di età anagrafica (a seconda che si tratti di lavoratrici dipendenti o autonome) a condizione di accettare il ricalcolo del proprio trattamento pensionistico esclusivamente col sistema contributivo. Nel nuovo disegno di legge di Bilancio, la misura viene prorogata anche per il 2022, seppur con un innalzamento di 2 anni dei requisiti anagrafici richiesti, sia in merito alle lavoratrici dipendenti che alle autonome. Considerando che rimangono in vigore le c.d. finestre mobili, che posticipano l’erogazione del trattamento pensionistico rispettivamente di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome, le prime otterranno così la pensione a 61 anni, mentre le seconde dovranno attendere i 62 anni e mezzo. APE sociale In secondo luogo, con la Legge di bilancio del 2017, era stato introdotto l’APE Sociale, che prevede l’erogazione di un’indennità da parte dell’INPS a specifiche tipologie di lavoratori con particolari esigenze di tutela (disoccupati, invalidi, soggetti che assistono parenti disabili, addetti a mansioni gravose) che abbiano compiuto almeno 63 anni di età, possiedano 30 anni di contributi (36 per i lavoratori impiegati nelle attività usuranti) e non siano già titolari di pensione diretta, fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia. Il nuovo intervento del Governo proroga tale misura anche per il 2022 e ne amplia la portata, dato che vengono introdotte 8 nuove categorie di lavori gravosi, che si vanno ad aggiungere alle 15 già esistenti. Le nuove professioni che rientreranno tra i lavori gravosi sono indicate nello specifico nell’allegato A della bozza di manovra e ricomprendono figure che vanno dai professori della scuola primaria e della materna fino ai magazzinieri. Inoltre, sempre al fine di estendere la platea dei potenziali fruitori, per i lavoratori disoccupati non sarà più necessario avere terminato la NASpI da 3 mesi, al fine di richiedere l’APE. Disposizioni per specifiche categorie professionali Completano infine il quadro del capitolo pensioni, le specifiche misure riguardanti il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché i giornalisti. In questo secondo ambito, l’innovazione prevista dal disegno di legge è destinata ad avere un notevole impatto sull’attuale disciplina. Secondo il testo approvato dal Consiglio dei ministri, a partire dal 1° luglio 2022, la funzione previdenziale finora svolta dall’INPGI (l'istituto nazionale di previdenza dei giornalisti Italiani), in regime di sostitutività delle corrispondenti forme di previdenza obbligatoria, passerà, limitatamente alla gestione sostitutiva, nelle mani dell’INPS. L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale succederà all’INPGI nei rapporti attivi e passivi e il regime pensionistico dei giornalisti si uniformerà così a quello previsto per gli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti, facendo salvo quanto maturato al 30 giugno 2022. In conclusione Il testo approvato dal Consiglio dei Ministri contiene quindi indicazioni importanti anche in merito ad uno dei temi tradizionalmente più complessi da toccare nell’ambito dell’azione di governo, ossia il capitolo previdenziale. Non è stata portata avanti la riforma strutturale che alcune parti (in primis i sindacati) avevano auspicato, ma si è piuttosto puntato su strumenti già presenti (APE Sociale, Opzione Donna) o con meccanismi simili ad altre forme sperimentali già introdotte (Quota 102), finalizzati a garantire soluzioni di flessibilità in uscita solo per determinate categorie di lavoratrici e lavoratori. La palla passa ora alle Camere, dato che il testo dovrà essere approvato dal Parlamento entro il 31 dicembre 2021, per entrare in vigore il 1° gennaio 2022. Copyright © - Riproduzione riservata