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PIR: aumentano le soglie di investimento annuali con beneficio fiscale

Con il disegno di legge di Bilancio 2022 si alza la soglia di investimento nei piani individuali di risparmio oggetto di fiscalità agevolata. Nello specifico, la base sulla quale potrà essere applicato il beneficio fiscale viene portata a 40.000 euro all'anno, dai precedenti 30.000, e fino ai 200.000 euro all'anno, dai precedenti 150.000 euro previsti come limite massimo dell’importo investito. La finalità dello strumento è quella di veicolare parte del risparmio verso il sostegno allo sviluppo economico rafforzando il tessuto delle piccole e medie imprese italiane in una prospettiva di diversificazione delle fonti di finanziamento rafforzando il mercato dei capitali.

Tra i diversi profili di intervento previsti nel disegno di legge di Bilancio 2022 vi è anche all’art. 7 il potenziamento dei piani individuali di risparmio (PIR), soluzione di investimento introdotta nel nostro Paese con la legge di Bilancio 2017 sul modello dei Plan d’epargne francesi e degli Individual Savings Account inglesi. La finalità dello strumento è quella di veicolare parte del risparmio verso il sostegno allo sviluppo economico rafforzando il tessuto delle piccole e medie imprese italiane in una prospettiva di diversificazione delle fonti di finanziamento rafforzando il mercato dei capitali. Va ricordato come inquadramento di cornice come tra le Raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea sulla politica di bilancio vi è l’invito ad utilizzare pienamente le risorse fornite dal Recovery and Resilience Facility - RRF per finanziare investimenti aggiuntivi a sostegno della ripresa, senza che ciò spiazzi i programmi di investimenti pubblici esistenti e l’indicazione di incrementare gli investimenti in modo tale da migliorare il potenziale di crescita dell’economia. E’ opportuno ancora ricordare come la Agenzia delle Entrate abbia avviato lo scorso 19 gennaio fino al 16 febbraio pubblica consultazione su Bozza di circolare illustrativa sulle novità apportate alla disciplina fiscale dei piani di risparmio a lungo termine (PIR) nel corso del tempo e si sia ancora in attesa del documento definitivo. Una normativa in continua evoluzione E’ utile poi procedere ad una veloce ricostruzione della evoluzione normativa partendo dalla legge di Bilancio 2017 che ha introdotto nel nostro ordinamento un regime di non imponibilità per gli investimenti operati tramite piani individuali di risparmio a lungo termine che rispettino determinati requisiti di investimento. I redditi generati da questi prodotti finanziari non sono soggetti a imposizione, pertanto, non sono tassati come redditi di capitale e diversi di natura finanziaria e non sono soggetti all’imposta di successione. Condizione per fruire del regime è effettuare investimenti in attività finanziarie riconducibili ad imprese italiane, europee ed estere (appartenenti allo Spazio economico europeo e radicate in Italia), rispettando determinati vincoli di composizione, limiti di concentrazione e regole, a partire dall’obbligo di mantenere gli investimenti per almeno 5 anni. Come ricorda la Agenzia delle Entrate nel documento in consultazione il regime PIR riguarda essenzialmente i redditi di natura finanziaria percepiti dalle persone fisiche fiscalmente residenti nel territorio dello Stato, conseguiti al di fuori dell’esercizio di un’attività di impresa, nonché dalle Casse di previdenza e dai Fondi pensione. È previsto un limite massimo dell’importo investito, che non può superare complessivamente il valore di 150.000 euro (plafond complessivo), con un limite annuo di 30.000 euro (plafond annuo). Per i soli PIR alternativi è previsto un plafond complessivo di 1.500.000 euro, con un limite, per ciascun anno solare di 300.000 euro. Inoltre, per poter fruire del regime di non imponibilità, bisogna detenere gli investimenti per almeno 5 anni. Con il D.L. n. 124 del 2019 sono stati previsti nuovi criteri per l’ammissibilità degli investimenti qualificati per i PIR costituiti dal 1° gennaio 2020, nonché regole specifiche per le Casse di previdenza e i Fondi pensione. Il decreto Rilancio ha poi introdotto i cosiddetti PIR alternativi ovvero misure strutturali volte a incentivare l’afflusso di risorse alle imprese, non solo in capitale di rischio ma anche in capitale di debito, potenziando, inoltre, anche dal punto di vista quantitativo, le capacità dei PIR di convogliare il risparmio privato verso il mondo delle imprese. Un’ulteriore modifica è stata operata dal decreto Agosto che ha innalzato i limiti quantitativi (plafond) degli investimenti in PIR alternativi. Last but not least la legge di Bilancio 2021 in relazione ai PIR alternativi costituiti dal 1° gennaio 2021 ha introdotto un credito d’imposta pari alle eventuali minusvalenze derivanti dagli investimenti qualificati effettuati entro il 31 dicembre 2021, a condizione che gli stessi siano detenuti per almeno cinque anni. Il credito d’imposta in esame è utilizzabile, in dieci quote annuali di pari importo, nelle dichiarazioni dei redditi a partire da quella relativa al periodo d’imposta in cui le componenti negative si considerano realizzate ovvero in compensazione mediante il modello F24. Novità della legge di Bilancio 2022 Il disegno di legge di Bilancio 2022 amplia la base sulla quale potrà essere applicato il beneficio fiscale a 40.000 euro all'anno, dai precedenti 30.000 euro, e fino ai 200.000 euro all'anno, dai precedenti 150.000 euro. In attesa di verificare se nel corso dell’iter parlamentare ci saranno ulteriori interventi è utile riportare i dati Assogestioni secondo cui con riferimento alle sottoscrizioni registrate dal sistema nel 2° trimestre 2021 i PIR hanno raccolto 106 mln, a cui si aggiungono per la prima volta flussi in entrata significativi relativi ai PIR alternativi (349 mln). A fine giugno 2021 il patrimonio dei fondi aperti PIR-compliant si attesta poi a 19,7 miliardi di euro, ripartiti tra i 68 prodotti disponibili sul mercato. E’ opportuno poi ricordare, attingendo al recente 2° Rapporto Censis-Assogestioni “Gli italiani e la finanza sostenibile, per andare oltre la pandemia”, come nel 2020 la propensione al risparmio degli italiani è stata pari al 15,8% (nel 2019 era l’8,1%), il risparmio complessivo ammonta a quasi 4,4 miliardi di euro (+2,5% in termini reali rispetto al 2019) mentre il contante e i depositi arrivano a quasi 1,6 miliardi di euro (+7,5% reale in un anno, +110 miliardi di euro). Utili anche le evidenze riportate nella ventunesima edizione dell’indagine Acri -Ipsos in occasione della 97ª Giornata Mondiale del Risparmio secondo cui un accresciuto grado di fiducia verso il futuro contribuisce a far maturare nel risparmiatore la consapevolezza del legame esistente tra risparmio privato e rafforzamento del senso di compartecipazione allo sviluppo sociale e civile del Paese (79% degli italiani ritiene che sia fondamentale o importante. Emerge poi come oggi, per le famiglie italiane, risparmiare significa, da una parte, “tranquillità” (44%)– sentendosi autonomi qualora dovesse emergere la necessità di far fronte a imprevisti e, dall’altra, “poter aprire una finestra sul futuro” (33%). Copyright © - Riproduzione riservata

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/impresa/contratti-dimpresa/quotidiano/2021/11/10/pir-aumentano-soglie-investimento-annuali-beneficio-fiscale

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