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Archivio newsLa parità salariale premia le aziende. Come?
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, vede finalmente la luce la legge sulla parità salariale. Sono due le direttrici della riforma: contrastare il salary gap tra uomo e donna e favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. La legge istituisce, dal 1° gennaio 2022, una certificazione della parità di genere il cui possesso consentirà alle imprese di beneficiare di un esonero dal versamento dei contributi previdenziali, nel limite dell’1% e di 50.000 euro annui per ciascuna azienda. Se ne parlerà nel corso del 10° Forum One LAVORO, organizzato da Wolters Kluwer in collaborazione con Dottrina Per il Lavoro, in live streaming il 1° dicembre 2021.
Il 18 novembre scorso è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge 5 novembre 2021, n. 162 recante “Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, e altre disposizioni in materia di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo”. Quindi, la legge sulla parità salariale ha visto finalmente la luce. La stessa muove da due “anime” principali: la prima volta a contrastare il c.d. salary gap tra uomo e donna; mentre la seconda consta di provvedimenti orientati a favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Inoltre, tali nuove disposizioni mirerebbero a ridurre la perdita (stimata) di PIL del nostro paese, pari a 8 punti, che sembrerebbe proprio determinata dal divario di trattamento tra uomo e donna dal punto di vista lavorativo, tenuto conto che la differenza salariale annua media percepita in Italia tra uomini e donne è pari al 43,7%, contro una media europea che è sensibilmente inferiore. Del resto, uno studio diffuso dall’ISTAT, riferito al 2018, ha rilevato che la retribuzione media giornaliera di una donna laureata è pari a 19,6 euro, contro i 23,9 euro degli uomini: ossia ben € 34/giorno, per una giornata lavorativa di 8 ore. Tuttavia, almeno con riferimento al nostro Paese, tali differenze dipendono altresì dal fatto (anche e soprattutto culturale) che la compagine femminile ha un livello di disoccupazione molto rispetto a quello maschile. Di seguito, in sintesi, le principali previsioni. Certificazione sulla parità di genere E’ stata prevista l’istituzione della certificazione della parità di genere a partire dal 1° gennaio 2022. Tale documento vuole attestare le politiche e le misure concretamente adottate dal datore di lavoro per ridurre il divario di genere, quali, ad esempio, le opportunità di crescita in azienda, la parità salariale a parità di mansioni, le politiche di gestione delle differenze di genere e la tutela della maternità. Sarà, in seguito, il Presidente del Consiglio dei Ministri, mediante apposito decreto/i, a stabilire: (i) i parametri minimi per il conseguimento della certificazione della parità di genere da parte delle aziende; (ii) le modalità di acquisizione e di monitoraggio dei dati trasmessi dai datori di lavoro e resi disponibili dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali; (iii) le modalità di coinvolgimento nel controllo e nella verifica, del rispetto dei parametri indicati, delle rappresentanze sindacali aziendali e delle consigliere e dei consiglieri di parità regionali, delle città metropolitane e degli enti di area vasta di cui alla L. n. 56/2014; (iv) le forme di pubblicità della certificazione della parità di genere. A detto fine, inoltre, verrà istituito, presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un Comitato tecnico permanente sulla certificazione di genere nelle imprese.
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