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Archivio newsLa salute dell’economia italiana e la pagella da Fitch
A Ginevra tra lunedì e martedì si svolgeranno i summit di Oms e Wto, alla ricerca di nuovi assetti per affrontare la pandemia e il commercio internazionale. L’Istat presenta in contemporanea i conti del trimestre luglio-settembre e prepara per venerdì il report sulle “Prospettive dell’economia italiana 2021-2022”. Mentre tocca a Fitch sempre venerdì dare la pagella all’Italia.
a cura di Lunedì 29 novembre - La problematica riforma dell’Oms … Lunedì 31 maggio 2021, chiusura dell’assemblea dell’Organizzazione mondiale della sanità. A un anno e mezzo dall’inizio della pandemia che, a quella data, è già costata al pianeta 3,7 milioni di morti, i 194 membri dell'Organizzazione decidono che è il caso di ritrovarsi in sessione straordinaria per discutere un nuovo trattato internazionale sulle pandemie. L’obiettivo è prendere spunto da tutti gli errori commessi con il Covid-19 per riformare la gestione delle emergenze sanitarie globali, immaginando una nuova cabina di regia dotata di maggiori poteri e di una migliore capacità di coordinamento. Lunedì 29 novembre 2021, oggi: è la data fissata per l’apertura dei negoziati. Il rischio di un nulla di fatto è alto. Perché è vero che i ministri della Salute dei Paesi membri dell’Oms hanno riconosciuto all’unanimità “l’inderogabile necessità” della riforma. Ma vero pure è che poi, nella sostanza, continua a succedere quel che succede con la Cina: vietato entrare e aprire quei dossier.
Martedì 30 novembre - … e i tentativi paralleli del Wto L’Oms da ieri. Il Wto da oggi. Ginevra è la capitale mondiale della diplomazia e degli organismi sovranazionali, ma forse non ha mai avuto una concentrazione di eventi chiave (almeno in teoria) come questa. Anche l’Organizzazione mondiale del commercio, che peraltro deve a sua volta discutere di salute (oltre che di ambiente), dovrebbe affrontare la questione-riforma. Si trascina da anni. Anche qui: niente (o molto poco) lascia pensare che questa sia la volta buona per passi concreti. Martedì 30 novembre - L’economia italiana vicina ai livelli pre-Covid L’Istat presenta oggi i conti del trimestre luglio-settembre e prepara per venerdì il report sulle “Prospettive dell’economia italiana 2021-2022”. Sarà l’occhio della statistica a fianco delle tantissime previsioni, nazionali e internazionali, rispetto all’entità di una ripresa che è comunque superiore alle aspettative. L’ultimo punto, in ordine di tempo, l’ha fatto l’Ufficio Parlamentare di Bilancio: “Secondo le stime effettuate con i modelli di breve termine dell'Upb, nel quarto trimestre il Prodotto interno lordo si espanderebbe - nell'ipotesi di assenza di nuove restrizioni per l'emergenza sanitaria - poco al di sotto di un punto percentuale. Considerando una crescita dello 0,7%, la variazione nel complesso del 2021 sarebbe del 6,3%”. Non significherebbe solo un tasso superiore all'obiettivo del Governo: se effettivamente i numeri fossero questi, sarebbe “possibile il rientro sui livelli di attività precedenti il Covid-19 già dal prossimo inverno». Giovedì 2 dicembre - Il caro-petrolio e la riunione Opec+ Cronaca di questi ultimi giorni. Nel tentativo di aumentare l’offerta e calmierare un po’ i prezzi, gli Usa decidono di immettere sul mercato 50 milioni di barili di petrolio e, per la prima volta, nell’iniziativa è coinvolta la Cina. Che segue la mossa americana, così come India, Giappone, Corea e Gran Bretagna. Il problema è che il rilascio di parte delle riserve strategiche non pare aver centrato l’obiettivo, se è vero che le quotazioni del Brent, subito dopo, sono in realtà tornate a salire. La ragione è semplice, secondo gli analisti. Il vero appuntamento chiave è oggi. Si riunisce l’Opec+, e il timore è che la risposta alla decisione di Joe Biden sia la sospensione dell’aumento di produzione deciso in agosto. Tradotto: 400 mila barili in meno al giorno. Venerdì 3 dicembre - Il rating di Fitch Standard & Poor’s, il 21 ottobre, ha confermato la tripla B ma ha migliorato l’outlook. Un po’ più avara Moody’s, pochi giorni dopo: il 5 novembre ha a sua volta confermato il rating (Baa3) e lasciato a “stabile” il giudizio sulle prospettive. Oggi tocca a Fitch, dare la pagella all’Italia. Un mese e mezzo fa i suoi analisti hanno fatto sapere che tutto dipenderà “dalla sostenibilità del debito e dalla crescita”, e che "cruciali saranno le riforme e l'uso dei fondi del recovery”. I passi avanti fatti fin qui, a partire da crescita e andamento tendenziale del debito, potrebbero tradursi in un piccolo ritocco positivo: del rating in sé (ora è Bbb-, e forse il segno “meno” potrebbe sparire) oppure dell’outlook (“stabile”, fin qui). Sempre che nella dinamica di valutazione non si inserisca di nuovo, pesantemente, la variabile Covid. Copyright © - Riproduzione riservata