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Archivio newsLavoro minorile: evidenze e prospettive nell’indagine dei Consulenti del lavoro
Nell’indagine “Il lavoro minorile in Italia: caratteristiche e impatto sui percorsi formativi e occupazionali”, la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro mette in evidenza le ripercussioni negative riportate dagli oltre 2,4 milioni di italiani che hanno iniziato a lavorare prima dei 16 anni. Si tratta di un dato rilevante che rischia di tornare a crescere nel post-pandemia Covid-19. Serve un intervento attento sulle politiche attive, accompagnato da una costante azione verso legalità ed etica del lavoro.
La Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, ha presentato i risultati dell’indagine “Il lavoro minorile in Italia: caratteristiche e impatto sui percorsi formativi e occupazionali”, condotta lo scorso mese di giugno. Anche nel nostro Paese il fenomeno del lavoro minorile è diffuso, come testimoniano gli oltre 500 i casi di illeciti riguardanti l’occupazione irregolare di bambini e adolescenti, sia italiani che stranieri, accertati tra 2018 e 2019 dall’Ispettorato del Lavoro, di cui la maggioranza nei servizi di alloggio e ristorazione. A seguito della pandemia, il peggioramento delle condizioni economiche delle famiglie e l’incremento della casistica di disaffezione e allontanamento dai processi formativi potrebbe riportare in attivo la curva della crescita degli occupati sotto i 16 anni. Diffusione del lavoro minorile Quali due milioni e mezzo di italiani hanno fatto esperienza di lavoro minorile, con evidenti ricadute sulle prospettive di vita: chi inizia a lavorare prima dei 16 anni, nel 46,5% dei casi consegue al massimo la licenza media; solo l’11,2% del campione arriva alla laurea. Solo il 17% arriva a svolgere una professione imprenditoriale, intellettuale o tecnica mentre si riscontra un valore quasi doppio (31,5%) tra quanti, al contrario, iniziano a lavorare più tardi. Tra questi, 7 su 10 sono uomini e il 57,1% vive nelle regioni del Nord dove sono maggiori le opportunità occupazionali nel tessuto produttivo. Evoluzione storica Negli anni la quota dei lavoratori infra-sedicenni in Italia è diminuita grazie all’innalzamento dell’obbligo formativo e una maggiore attenzione al tema del lavoro minorile; nella fascia dei 55-64 anni la percentuale di quanti hanno iniziato a lavorare prima dei 16 anni è del 15,3% e crolla al 2,7% tra i 16-24enni. Rosario De Luca, Presidente di Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, ha ribadito l’importanza di tenere alta l’attenzione su nuovi fenomeni di sfruttamento che potrebbero annullare i progressi ottenuti negli anni. Copyright © - Riproduzione riservata
Fondazione studi dei Consulenti del Lavoro, Il lavoro minorile in Italia 09/12/2021