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Archivio newsBonus 200 euro: dubbi e criticità dei datori di lavoro
Con l’approfondimento dal titolo “Bonus 200 euro”, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro esamina principali novità introdotte dagli articoli 31, 32 e 33 del D.L. n. 50/2022. I datori di lavoro dovranno erogare nella busta paga di luglio la somma di 200 euro ai dipendenti che nel primo quadrimestre del 2022 hanno beneficiato della decontribuzione di 0,8 punti percentuali dell’aliquota contributiva a carico dei lavoratori dipendenti. Per i titolari di pensione e del reddito di cittadinanza, sarà, invece, l’INPS a provvedere all’erogazione della somma. Il documento, inoltre, si sofferma sulle criticità della misura per le imprese, legate ai requisiti dei lavoratori dipendenti e degli autonomi o alla necessità di recuperare da parte del lavoratore la dichiarazione di non essere titolare di pensione o reddito di cittadinanza prima di procedere all'erogazione automatica dell'indennità.
La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, nell’approfondimento del 9 giugno 2022, analizza le principali novità introdotte per il bonus una tantum spettante ai lavoratori dipendenti in misura pari a 200 euro con la mensilità del mese di luglio 2022. Il datore di lavoro procederà al recupero del credito derivante dalle somme anticipate ai lavoratori mediante compensazione con le denunce contributive. Si ritiene che per il diritto all’indennità sia sufficiente l’acquisizione del diritto e quindi che il lavoratore abbia i requisiti previsti per almeno una mensilità del primo quadrimestre 2022 a prescindere dunque che l’esposizione dell’esonero contributivo sia effettivamente avvenuta ab origine in una delle denunce contributive mensili del periodo interessato. E’ previsto che il datore di lavoro proceda automaticamente al riconoscimento dell’indennità. L'indennità una tantum spetta ai lavoratori dipendenti una sola volta, anche nel caso in cui siano titolari di più rapporti di lavoro. È, pertanto, opportuno che i datori di lavoro si cautelino per evitare possibili plurimi riconoscimenti del bonus 200 euro che comporterebbero inevitabilmente recuperi in sede di controllo delle denunce mensili ai fini contributivi da parte dell’INPS. Possibili criticità I Consulenti del Lavoro sottolineano le criticità legate al fatto che criticità, se il rapporto di lavoro dovesse nel frattempo essere cessato, l’eventuale recupero del bonus non spettante verrà effettuato nei confronti del datore di lavoro per cui sarà poi quest’ultimo a dover recuperare l’indebito nei confronti dell’ex dipendente. Nel caso di rapporti di lavoro instaurati dal mese di Maggio 2022, il datore di lavoro non è in possesso degli elementi che gli consentano la verifica del requisito di spettanza, cioè il riconoscimento dell’esonero contributivo per almeno una mensilità del primo quadrimestre 2022. Inoltre il criterio scelto per determinare il diritto o meno al bonus, ovvero la spettanza del beneficio dell’esonero dello 0,8%, non tiene particolarmente conto della situazione economica personale del lavoratore, a differenza del riferimento al reddito dell’anno precedente. Pensionati Danno diritto al bonus i trattamenti: - di pensione o assegno sociale; - di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti; - trattamenti di accompagnamento alla pensione. Al fine di determinare il reddito fiscale 2021, sono espressamente esclusi: - i trattamenti di fine rapporto comunque denominati; - il reddito di abitazione e le competenze arretrate soggette a tassazione separata. Lavoratori a termine e intermittenti L’indennità spetta ai lavoratori stagionali, a tempo determinato e ai lavoratori intermittenti che, nel 2021, abbiano svolto la prestazione per almeno 50 giornate. Anche in questo caso l'indennità è corrisposta ai soggetti che hanno reddito ai fini IRPEFderivante dai suddetti rapporti non superiore a 35.000 euro per l'anno 2021. Per l’ottenimento del bonus è necessario presentare domanda all’INPS. Lavoratori autonomi e professionisti I soggetti interessati sono i lavoratori autonomi e i professionisti iscritti alle gestioni Inps, quindi coltivatori diretti, mezzadri e coloni; artigiani ed esercenti attività commerciali; imprenditori agricoli a titolo principale; pescatori autonomi, della piccola pesca marittima e delle acque interne; gestione separata, nonché quelli iscritti alle Casse di previdenza autonome. Il requisito reddituale non è, invece, fissato in quanto dovrà essere previsto dal decreto attuativo.A cura della redazioneCopyright © - Riproduzione riservata
Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, approfondimento 09/06/2022