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Archivio newsRicerca del lavoro: prospettive dal Festival del lavoro 2022
Assieme a misure per far ripartire l’economia occorre: contrattazione collettiva, riforma delle politiche attive, formazione permanente e riqualificazione delle competenze. Sono queste le proposte avanzate dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro al termine del Festival del Lavoro 2022.
Al termine della XIII edizione del Festival del Lavoro 2022, il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, partendo da un’analisi degli scenari occupazionali del semestre maggio-ottobre 2022, ha riassunto in un documento che riepiloga le leve che possono favorire la ripresa occupazionale. E’ necessario intervenire su costo del lavoro, ancora troppo elevato, sull’incertezza del quadro internazionale ed economico e sulle difficoltà che le imprese stanno incontrando nel ricercare profili necessari. Si parte dal salario minimo. Salario minimo Nessun passo indietro sul salario minimo, secondo quanto affermato dalla presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti, Marina Calderone: bisogna sostenere la contrattazione collettiva, in particolare quella decentrata di secondo livello che guarda al territorio. Un aumento di circa il 20% del costo del lavoro comporterebbe il corrispondente aumento dei prezzi di beni e servizi al consumo, pregiudicando di fatto l’obiettivo dell’adeguamento delle retribuzioni all’aumento del costo della vita. Proposte di categoria Tra le proposte della Categoria anche una riforma delle politiche attive che valorizzi il ruolo dei centri per l’impiego e rafforzi la collaborazione tra il sistema pubblico e quello privato. E’ possible ricorrere all’utilizzo della blockchain, che consentirebbe la creazione e la verifica delle informazioni con maggiore velocità, sicurezza e trasparenza, facilitando il matching tra domanda e offerta di lavoro mediante la creazione del fascicolo elettronico del lavoratore, nel quale contenere i dati relativi alla professionalità acquisita e alla formazione. Indispensabili poi la formazione permanente e la riqualificazione delle competenze di chi è fuori dal mercato del lavoro attraverso una personalizzazione degli apprendimenti e l’individuazione di un sistema di certificazione nazionale delle competenze che dia impulso all'innalzamento dei livelli di qualificazione e occupabilità per incrementare la competitività e produttività delle imprese e delle professioni e per l'ammodernamento e l'efficacia dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro. Semplificazione e sostegno alle imprese Presupposto di base è la semplificazione burocratica, utile anche per una gestione più flessibile dei rapporti di lavoro, che elimini la rigidità in entrata per creare condizioni che rispondano ai nuovi modelli organizzativi emersi dopo la pandemia, aumentando di conseguenza la produttività e la competitività delle imprese e riducendo in modo sostanziale il costo del lavoro. Secondo i Consulenti è necessario anche sostenere l'innovazione tecnologica delle imprese attraverso il potenziamento di misure e incentivi fiscali come la cd. "Nuova Sabatini", il "Fondo di garanzia PMI", "Industria 4.0", anche in risposta all’obiettivo Transizione 4.0 che si pone il PNRR. Il Consiglio Nazionale è impegnato, ormai da tempo, in tale percorso; lo dimostra l’Asseverazione di Conformità dei rapporti di Lavoro (Asse.Co.), ma anche l’accordo con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro per la diffusione della legalità e il protocollo sottoscritto con l’INAIL per lo sviluppo di iniziative informative e formative in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. A cura della redazione Copyright © - Riproduzione riservata
Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Le transizioni nel lavoro, 27/06/2022