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Libere professioni per la digitalizzazione del Paese

Lo studio realizzato per Confprofessioni da The European House mostra come il sistema delle professioni possa essere uno straordinario abilitatore di incremento di produttività, crescita e modernizzazione del Paese nella misura in cui accetterà la sfida della digitalizzazione e sarà capace di adattarsi alla trasformazione della società e dell’economia. Per realizzare la transizione digitale, le sfide sono molteplici e il sistema delle professioni necessita sia di una spinta interna al cambiamento sia della creazione di adeguati meccanismi e strumenti di regolamentazione e incentivazione.

La digitalizzazione dell’Italia è un processo che necessita del pieno coinvolgimento del suo tessuto professionale: è quanto emerge dallo studio “I nuovi paradigmi del mondo delle professioni nella transizione digitale”, realizzato per Confprofessioni da The European House - Ambrosetti e presentato il 29 giugno a Roma, alla presenza del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao, al Viceministro per lo sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin e al Sottosegretario per lo sviluppo economico Anna Ascani. L’impegno dei professionisti Le professioni sono chiamate a dare risposte efficaci ai principali problemi attuali e prospettici del mondo professionale: la sostenibilità economica, l’attrattività e la capacità di ritenzione dei talenti per il ricambio generazionale, la competitività nel nuovo e più ampio panorama digitale, la capacità di fare sistema, l’adeguamento delle competenze e dei modelli organizzativi a nuove esigenze di mercato e a crescenti livelli di servizio richiesti dai clienti. A tal fine è necessario abilitare la collaborazione istituzionale per il rinnovamento della Pubblica Amministrazione, spesso inadeguata alle esigenze quotidiane dei professionisti, con moltiplicazione degli sforzi e dei costi in capo al professionista, inibendo così gli investimenti virtuosi del settore privato; La transizione digitale “Lo studio “I nuovi paradigmi del mondo delle professioni nella transizione digitale” apre un nuovo ciclo che è destinato a modificare profondamente il Dna della realtà professionale. L’indagine ci mette di fronte ai nostri limiti e, al tempo stesso, alle nostre ambizioni – ha affermato Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni. Non arriviamo impreparati a questo appuntamento con il futuro. La pervasività della rete e delle nuove tecnologie già da qualche anno è entrata prepotentemente nelle attività quotidiane dei professionisti. Già oggi viviamo nella dimensione digitale della professione, ma occorre un cambio di paradigma sia da parte di professionisti, ma anche della politica che deve assecondare il processo di transizione digitale delle professioni” “Siamo orgogliosi della riuscita di questo importante momento di confronto istituzionale, che ha visto la partecipazione attiva di figure di assoluto rilievo nell'attuale panorama politico del Paese e alla guida del suo processo di digitalizzazione. – ha dichiarato Alessandro De Biasio, Partner di The European House – Ambrosetti. Si tratta di un ulteriore passo verso la valorizzazione del dibattito istituzionale sulle libere professioni. Le libere professioni costituiscono infatti un motore fondamentale del tessuto socioeconomico, capace di innescare e potenziare processi di innovazione su larga scala, se adeguatamente supportate da una corretta architettura pubblica e regolamentare e da un tessuto associativo capace di fungere da catalizzatore e scalare le competenze digitali sul territorio, facendosi portavoce delle esigenze di tutto il mondo professionale “.A cura della redazioneCopyright © - Riproduzione riservata

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/professioni/quotidiano/2022/06/30/libere-professioni-digitalizzazione-paese

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