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Archivio newsCertificazione norma UNI 11871: cosa cambia per gli studi professionali, dal 2023
L’Ente italiano di Normazione, l’Associazione italiana degli Studi Legali Associati e la Cassa Nazionale Forense hanno presentato la norma UNI 11871:2022, grazie alla quale sarà possibile, a partire dal 2023, la “certificazione di qualità” degli studi legali e di commercialisti. L’obiettivo è fornire agli studi che operano nei settori legali, fiscali, amministrativi e contabili un complesso omogeneo di criteri validi a supporto dell’organizzazione, in settori quali: i rapporti con la clientela, la comunicazione interna ed esterna, la sicurezza, la promozione e lo sviluppo dei talenti, le pari opportunità e la sostenibilità. La norma unisce i principi fondamentali della UNI EN ISO 9001 riguardante i sistemi di gestione per la qualità e della UNI ISO 31000 dedicata al risk management.
L’Associazione italiana degli Studi Legali Associati (ASLA), UNI e la Cassa Nazionale Forense hanno presentato la nuova norma UNI 11871:2022, denominata “Principi organizzativi e gestione dei rischi connessi all’esercizio della professione per la creazione e protezione del valore”, la prima in Italia e in Europa a rivolgersi direttamente a tutti gli studi di avvocati e dottori commercialisti, sia in fase di avvio sia già strutturati, indipendentemente dalla loro forma organizzativa. Rivolgendosi a tutti i professionisti del settore che operano in forma individuale o associata, la norma riguarda, quindi, un bacino totale di utenza potenziale di oltre 360mila liberi professionisti, composto dai 241.830 avvocati (fonte: Cassa nazionale Forense, I numeri dell’Avvocatura 2021) e dai 120.269 commercialisti (fonte: Fondazione nazionale dei commercialisti, Rapporto sull’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili 2022). La norma unisce i principi fondamentali della UNI EN ISO 9001 riguardante i sistemi di gestione per la qualità e della UNI ISO 31000 dedicata al risk management con lo scopo di migliorare l’organizzazione degli Studi anche nei settori essenziali dello sviluppo delle attività, ovvero: - i rapporti con la clientela; - la comunicazione interna ed esterna; - la sicurezza a ogni livello; - la promozione e lo sviluppo dei talenti; - le pari opportunità e la sostenibilità. L’obiettivo della nuova norma UNI 11871:2022 è quello di fornire agli studi che operano nei settori legali, fiscali, amministrativi e contabili un complesso omogeneo di criteri validi, sperimentati e aggiornati a supporto delle attività. Nel dettaglio, la norma mira a promuovere una adeguata e moderna organizzazione degli studi professionali, offrendo un supporto in fase di avvio, tramite l’individuazione e la gestione delle principali aree di rischio e illustrando i criteri e i metodi organizzativi che aiutino a prevenire e gestire i rischi. Principali novità della norma per gli studi professionali A partire dal 2023 sarà possibile la “certificazione di qualità” degli Studi legali e commercialisti. Si tratta di una novità importante, in quanto permette agli Studi professionali di ottenere una certificazione di qualità, come avviene ormai da alcuni decenni per le aziende, che possono essere certificate per l’ottimizzazione dei processi aziendali, ossia per la gestione della qualità (ISO 9001, introdotta nel 1987), la riduzione dell’impatto ambientale (ISO14001, introdotta nel 1996), il miglioramento della gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro (ISO 45001, introdotta nel 2018). Da sempre, le norme aiutano i professionisti, in qualsiasi settore operino, per sostenere la concorrenza, facilitare la qualificazione, dare garanzie ai clienti/consumatori supportandone le competenze, conoscenze ed esperienze senza sostituirle, in quanto integrazione della formazione che aiuta a tenerla aggiornata allo stato dell’arte e a esercitare la professione nel modo migliore, erogare nuove prestazioni e sviluppare il proprio business. Gli studi di avvocati e dei commercialisti, fino ad oggi, per ottenere una certificazione si sono basati principalmente sulla ISO 9001, che porta sicuramente molti vantaggi. Ora, UNI l’Ente italiano per la normazione volontaria, ASLA e Cassa Nazionale Forense hanno creato una norma più specifica, e probabilmente più efficace. La UNI 11871 si rivolge ad un “mercato nuovo” (studi legali e commercialisti) proponendo un modello sperimentato e riconosciuto il cui successo però dipende dall’impegno dei soci degli studi a rispettare alcuni principi organizzativi, tra i quali: il lavoro per processi, l’attribuzione di ruoli e responsabilità, l’orientamento al cliente, la gestione dei rischi, il miglioramento continuo, la programmazione delle attività, la comunicazione esterna. Anche se di matrice italiana, la norma trae ispirazione da alcune norme internazionali, le riformula, integrandole e assemblandole per cercare di trovare una soluzione ottimale per gli studi professionali e concentrandosi sui concetti di: - sostenibilità: in particolare, nelle tre aree fondamentali della tutela dell’ambiente, della sfera lavorativa e dell’intervento nel sociale; - inclusività e pari opportunità: programma di interventi a salvaguardia dei principi fondamentali; - protezione della sfera personale e vita familiare per tutti i componenti: eguaglianza di genere e pariteticità dei ruoli; - predisposizione e facilitazione del lavoro da remoto: modalità di organizzazione e dotazione di strumenti; - tutela delle condizioni igieniche e sanitarie: valutazione e sorveglianza costante, anche in relazione alle esperienze maturate con l’emergenza pandemica. Finalità della certificazione di qualità La norma contiene indicazioni, che possono essere considerate come una check list, che permettono di ottimizzare l’organizzazione e il funzionamento di uno studio legale o di commercialisti, per prevenire i rischi professionali: non solo negli errori che possono essere commessi dai professionisti, ma anche per modelli comportamentali poco opportuni, o la scarsa attenzione alle critiche dei clienti, tutte situazioni che vanno monitorate, per essere poi gestite. Tra i principali aspetti presi in considerazione ci sono: - l’aggiornamento costante di tutte le componenti dello studio; - la valorizzazione delle differenze e l’applicazione dei principi di equità; - l’elaborazione di protocolli di sicurezza e di documenti di rischio sanitario; - l’elaborazione di una politica di comunicazione efficace verso i clienti, con l’indagine sul loro grado di soddisfazione; - il rispetto della sostenibilità ambientale, utilizzando materiali ecosostenibili e riciclati, rispettando la raccolta differenziata ed evitando gli sprechi; - il rispetto della sostenibilità lavorativa, garantendo la possibilità di lavoro a distanza, il diritto alla disconnessione, rispettando periodi di ferie e congedi, e sostenendo i componenti che decidono di lasciare lo studio. Pertanto, la finalità, è modernizzare e ottimizzare la gestione degli studi, facilitare l’individuazione delle principali aree di rischio per l’attività professionale, favorendo l’adozione di strumenti utili a contenerle e supportando la creazione e protezione del valore risultano tra le finalità della nuova norma che consentirà agli Studi professionali di ottenere, sulla base dei medesimi criteri, una certificazione di conformità rilasciata da enti competenti, utile per accedere a incarichi professionali nell’ambito di appalti e bandi di gara, pubblici o privati. Novità principale: il risk management Tra le novità principali, che potrebbero aiutare gli studi professionali a pianificare il proprio sviluppo a prescindere dalla dimensione, c’è il risk management, ossia la gestione organizzata e consapevole “dell’effetto di incertezza in relazione agli obiettivi”. Pur se l’approccio al rischio è ancora frainteso, i professionisti vivono quotidianamente situazioni quali: - la mancata o insufficiente definizione di procedure interne dello studio relative ad attività che possono comportare significativi rischi professionali; - l’indisponibilità di informazioni documentate sulla conformità alle procedure stabilite e l’esecuzione con la necessaria diligenza dei singoli incarichi; - la mancata, insufficiente o non aggiornata definizione dei ruoli, delle funzioni e/o delle responsabilità; - la scarsa chiarezza o ambiguità ai principi essenziali dello studio, come evidenziati nelle sue direttive; - l’inserimento nella struttura organizzativa dello studio di soggetti non adeguatamente qualificati, ovvero l’instaurazione di rapporti e collaborazioni non rispondenti alle esigenze dei clienti e/o alle necessità organizzative dello studio; - la percezione negativa, da parte di clienti attuali o potenziali, della qualità dei servizi forniti dallo studio ovvero delle attività svolte nell’ambito dello stesso; - l’inefficace, intempestiva o insufficiente gestione di contestazioni o reclami provenienti dai clienti, con le potenzialmente gravi conseguenze anche sotto il profilo della responsabilità professionale; - la perdita o sottovalutazione di importanti opportunità di sviluppo dello studio e/o miglioramento della sua comunicazione esterna in relazione alle proprie attività professionali. Linee direttrici Le linee direttrici della nuova norma riguardano:
A | Organizzazione e rapporti interni allo studio |
B | Relazioni con i clienti |
C | Tutela dell’ambiente |
D | Rispetto delle condizioni igieniche necessarie alla tutela della salute |