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Archivio newsVia libera alla NADEF: 10 miliardi in più a sostegno degli investimenti
La crescita stimata del Pil nel 2022 è del +3,3%, con una revisione al rialzo rispetto alle previsioni del Def di aprile (+3,1%). Un ulteriore aiuto può arrivare dalla Recovery and Resilience Facility europea assegnata all'Italia: circa 21 miliardi saranno effettivamente spesi entro la fine di quest'anno; mentre i rimanenti 170 miliardi lo saranno nei prossimi tre anni e mezzo, dando così un contributo significativo alla crescita economica a partire dal 2023. Nella NADEF le previsioni sono prudenziali e non tengono conto dell'azione di politica economica che potrà essere realizzata con la prossima legge di Bilancio e con altre misure. Tuttavia, si apre uno spazio di manovra fino a 10 miliardi per ulteriori interventi di sostegno all’economia.
È stata approvata dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 28 settembre la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2022. Si delinea così la cornice economica di riferimento in cui si colloca la redazione della prossima legge di Bilancio. La NADEF aggiorna infatti le previsioni economiche e di finanza pubblica, improntate a un approccio prudenziale come per i precedenti documenti di programmazione, in relazione alla maggiore stabilità e affidabilità delle informazioni disponibili sull’andamento del quadro macroeconomico, relativamente al primo e secondo trimestre dell’anno, rispetto a quelle utilizzate per il DEF. L ‘ aggiornamento della previsione evidenzia anche un rialzo del sentiero dell'inflazione e della crescita salariale, viene sottolineato, si continua comunque a prevedere che il tasso di inflazione cominci a scendere entro la fine di quest'anno. Considerando il prossimo scambio della campanella con il Governo che si formerà sulla base degli esiti della consultazione elettorale del 25 settembre che dovrà predisporre la legge di Bilancio 2023 (da approvare entro il 31 dicembre), la NADEF di quest’anno delinea lo scenario a legislazione vigente senza definire gli obiettivi programmatici di finanza pubblica per il triennio 2023-2025 ma fornendo solo una loro fotografia tendenziale a politiche invariate , senza tener conto cioè dell’azione di politica economica che potrà essere realizzata con la prossima manovra finanziaria e con altre misure. Le previsioni di crescita Quali sono le considerazioni? L’economia italiana ha registrato sei trimestri di crescita superiore alle aspettative; le prospettive adesso risultano meno favorevoli in ragione del marcato rallentamento dell’economia globale e di quella europea, principalmente legato all’aumento dei prezzi dell’energia, all’inflazione e alla situazione geopolitica. Per l’anno in corso, si prevede che il livello tendenziale del prodotto interno lordo (PIL) aumenti del 3,3%, dal 3,1% contenuto nello scenario programmatico del DEF in aprile, grazie alla crescita superiore al previsto registrata nel primo semestre e pur scontando una lieve flessione del PIL nella seconda metà dell’anno. Inoltre, per effetto del positivo andamento delle entrate e della moderazione della spesa primaria sin qui registrati quest’anno, si prevede che l’indebitamento netto (deficit) tendenziale scenda dal 7,2% del 2021 al 5,1% del 2022, un livello inferiore all’obiettivo programmatico definito nel DEF, pari al 5,6%. Si apre così uno spazio di manovra tra gli 8 e i 10 miliardi di euro, una sorta di tesoretto per eventuali ulteriori interventi di sostegno all’economia. Anche il rapporto debito/PIL è previsto in netto calo quest’anno, al 145,4% dal 150,3% del 2021, con un ulteriore sentiero di discesa negli anni a seguire fino ad arrivare al 139,3% nel 2025. Nel 2023, a causa dell’indebolimento del ciclo internazionale ed europeo, la crescita tendenziale prevista scende allo 0,6% rispetto al 2,4% programmatico del DEF di aprile. Si riflettono soprattutto gli effetti dei rialzi dei tassi di interesse con la spesa per interessi che sarà pari al 3,9 per cento. L’indebitamento netto tendenziale a legislazione vigente viene previsto al 3,4%, inferiore all’obiettivo programmatico del 3,9% del DEF. Il possibile contributo del PNRR Si sottolinea in ogni modo come, pur considerando la difficoltà del contesto attuale vanno comunque intravisti margini perché tali previsioni vengano superate. I prossimi mesi saranno complessi, alla luce dei rischi geopolitici e del probabile permanere dei prezzi dell'energia su livelli elevati. Le risorse a disposizione del Paese per rilanciare gli investimenti pubblici e promuovere quelli privati, sia in nuovi impianti sia in innovazione, non hanno tuttavia precedenti nella storia recente e potranno dar luogo a una crescita sostenibile ed elevata, così da porre termine alla lunga fase di sostanziale stagnazione dell'economia. Più nello specifico si evidenzia come le stime più recenti indicano che, dei 191,5 miliardi che la Recovery and Resilience Facility europea ha assegnato all'Italia, circa 21 miliardi saranno effettivamente spesi entro la fine di quest'anno. Restano pertanto circa 170 miliardi da spendere nei prossimi tre anni e mezzo. Se tali risorse saranno pienamente utilizzate, esse daranno un contributo significativo alla crescita economica a partire dal 2023, l'anno in cui, secondo le nuove valutazioni, si verificherà l'incremento più significativo della spesa finanziata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’auspicio che viene espresso è che, alla luce degli evidenti segnali di ritrovato dinamismo per l'economia italiana e in un contesto di graduale riduzione del deficit e del debito pubblico la ripresa economica avviata dopo la crisi pandemica prosegua e si consolidi, sostenuta dagli investimenti privati e pubblici, da tassi di occupazione più alti e da una dinamica della produttività più elevata. Copyright © - Riproduzione riservata