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Archivio newsReddito minimo: l’UE chiede il potenziamento per combattere la povertà e favorire l'occupazione
Disporre di un adeguato reddito minimo è estremamente importante nell'attuale contesto di aumento dei prezzi dell'energia e dell'inflazione, in quanto le misure sul reddito possono essere destinate specificamente ai gruppi vulnerabili. E’ quanto dichiarato dalla Commissione UE, che invita gli Stati membri a rafforzare le proprie reti di sicurezza sociale in conformità al principio 14 del pilastro europeo dei diritti sociali, nel quadro dell'attuale impegno per la riduzione della povertà e dell'esclusione sociale in Europa. In particolare, lo strumento, nella visione comunitaria, ha la funzione di supportare le famiglie in condizioni di bisogno rispetto ad un determinato livello di reddito per consentire loro di condurre una vita dignitosa e il reinserimento nel mercato del lavoro. Quali sono gli orientamenti forniti dalla Commissione UE?
La Commissione europea il 28 settembre 2022 ha invitato gli Stati membri a modernizzare i propri regimi di reddito minimo che garantiscano un’inclusione attiva, richiamando il principio 14 del pilastro europeo dei diritti sociali, nel quadro dell'attuale impegno per la riduzione della povertà e dell'esclusione sociale in Europa. Anche se il reddito minimo esiste in tutti gli Stati membri, si sottolinea, le variazioni in termini di adeguatezza, portata ed efficacia nel sostenere le persone sono significative. Lo strumento proposto è una raccomandazione del Consiglio in maniera tale da lasciare agli Stati membri un margine sufficiente per determinare le modalità per conseguire al meglio gli obiettivi della iniziativa, tenendo conto delle loro circostanze specifiche. Una volta adottata, gli Stati membri dovrebbero riferire alla Commissione ogni tre anni in merito ai progressi compiuti nell'attuazione. La Commissione seguirà inoltre i progressi compiuti nell'attuazione della raccomandazione nel contesto del semestre europeo. Per quel che riguarda il nostro Paese è verosimile ritenere che il nuovo Governo che si formerà alla luce del risultato elettorale del 25 settembre possa rivisitare lo strumento del reddito di cittadinanza nella versione attuale ricordando come nell’accordo di programma della coalizione vincente nel punto 9 Stato sociale e sostegno ai bisogno si legge come ci si proponga la sostituzione dell'attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro. Gli obiettivi della proposta Viene ricordato come la nuova proposta si integra e si raccorda con numerose iniziative supplementari tra cui la proposta di direttiva relativa a salari minimi adeguati, approvata dall’ECOFIN il 4 ottobre 2022, intesa a garantire che il lavoro assicuri un reddito sufficiente per una vita dignitosa, la garanzia europea per l'infanzia, intesa a offrire ai minori un accesso gratuito ed efficace a servizi fondamentali, e la strategia europea per l'assistenza, intesa a migliorare la situazione in particolare delle donne e delle persone nel settore dell'assistenza. Qual è la ratio della proposta sul reddito minimo della Commissione europea? Lo strumento nella visione comunitaria ha la funzione di supportare le famiglie in condizioni di bisogno rispetto ad un determinato livello di reddito per consentire loro di condurre una vita dignitosa. Tale funzione assume ancora maggiore rilevanza, si evidenzia, in periodi di recessione economica per ammortizzare il calo di reddito in situazioni di indigenza contribuendo ad una crescita sostenibile e inclusiva. Il reddito minimo è generalmente integrato da prestazioni in natura che danno accesso a servizi e incentivi mirati per accedere al mercato del lavoro. I regimi di reddito minimo non sono quindi uno strumento passivo, ma fungono da trampolino di lancio per migliorare l'inclusione e le prospettive occupazionali. Regimi di reddito minimo ben concepiti, si sottolinea allora, consentono di trovare un equilibrio tra la riduzione della povertà, l'incentivazione del lavoro e il mantenimento di spese di bilancio sostenibili. I vantaggi di carattere sociale ed economico derivanti dalla presenza di reti di sicurezza sociale adeguate e mirate, evidenzia Bruxelles, sono diventati ancora più importanti durante i lockdown legati alla pandemia di Covid-19. Disporre di un adeguato reddito minimo è estremamente importante nell'attuale contesto di aumento dei prezzi dell'energia e dell'inflazione a seguito dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, in quanto le misure sul reddito possono essere destinate specificamente ai gruppi vulnerabili. Il reddito minimo e le reti di sicurezza sociale devono prevedere poi incentivi e sostegno sufficienti affinché i beneficiari che sono in grado di lavorare possano reintegrarsi nel mercato del lavoro. Dovrebbero quindi essere concepiti anche per contribuire alla piena realizzazione del potenziale delle transizioni verde e digitale, sostenendo le transizioni nel mercato del lavoro e una partecipazione attiva delle persone svantaggiate. La proposta, prosegue la Commissione, contribuirà al conseguimento degli obiettivi sociali dell'UE per il 2030 volti a ridurre di almeno 15 milioni il numero di persone a rischio di povertà di esclusione, come stabilito nel piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali, e aiuterà gli Stati membri a raggiungere l'obiettivo secondo cui almeno il 78% della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni dovrebbe avere un lavoro. Con riferimento al nostro Paese vanno ricordate le stime dell’Istat secondo cui nel 2021, sono in condizione di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie (7,5% del totale da 7,7% nel 2020) e circa 5,6 milioni di individui (9,4% come l’anno precedente). Per la povertà relativa l’incidenza sale all’11,1% (da 10,1% del 2020) e le famiglie sotto la soglia sono circa 2,9 milioni (2,6 milioni nel 2020). I contenuti della proposta Quali sono gli orientamenti forniti dalla Commissione agli Stati membri? La raccomandazione suggerisce in primo luogo di migliorare l'adeguatezza del sostegno al reddito fissando il livello del sostegno al reddito mediante una metodologia trasparente e solida e, pur salvaguardando gli incentivi al lavoro, garantire che il sostegno al reddito risponda gradualmente una serie di criteri di adeguatezza. Si propone poi un riesame annuale e, se necessario, adeguare il livello del sostegno al reddito. Ulteriore punto è quello di migliorare la copertura del reddito minimo e il ricorso allo stesso. In tale prospettiva i criteri di ammissibilità dovrebbero essere trasparenti e non discriminatori. Ad esempio, per promuovere la parità di genere e l'indipendenza economica, in particolare delle donne e dei giovani adulti, gli Stati membri dovrebbero fare in modo che il sostegno al reddito sia erogato per persona, anziché per nucleo familiare, senza necessariamente aumentare il livello complessivo delle prestazioni per famiglia. Sono inoltre necessarie ulteriori misure per garantire il ricorso al reddito minimo da parte delle famiglie monoparentali, formate in prevalenza da donne. Le procedure di presentazione della domanda dovrebbero essere accessibili, semplificate e corredate di informazioni di facile comprensione con la previsione di un termine di 30 giorni per la decisione sulla istanza presentata. I regimi di reddito minimo dovrebbero essere in grado di rispondere alle crisi socio-economiche, ad esempio tramite l'introduzione di una maggiore flessibilità per quanto riguarda l'ammissibilità. Per quel che riguarda le politiche attive è necessario migliorare l'accesso a mercati del lavoro inclusivi. Le misure di attivazione dovrebbero fornire incentivi sufficienti a entrare o rientrare nel mercato del lavoro, con particolare attenzione al sostegno ai giovani adulti e è necessario attivare percorsi di istruzione e formazione inclusivi nonché un sostegno (post-collocamento) e di tutoraggio. Dovrebbe essere poi possibile combinare il sostegno al reddito con il reddito da lavoro per periodi più brevi, ad esempio durante il periodo di prova o i tirocini. Va poi migliorato l'accesso ai servizi abilitanti ed essenziali quali l'assistenza (sanitaria), la formazione e l'istruzione, l’energia. Coloro che ne hanno bisogno dovrebbero disporre di servizi di inclusione sociale come la consulenza e il coaching. Occorre poi promuovere un sostegno personalizzato con una valutazione individuale e multidimensionale delle esigenze da parte degli Stati membri per individuare gli ostacoli all'inclusione sociale e/o all'occupazione incontrati dai beneficiari e il sostegno necessario per affrontarli. Va ancora aumentata l'efficacia della governance delle reti di sicurezza sociale a livello di UE, nazionale, regionale e locale nonché quella dei meccanismi di monitoraggio e comunicazione. Copyright © - Riproduzione riservata