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Archivio newsLavoro autonomo: avviato il confronto su equo compenso, tutele assistenziali e previdenziali
Aggregazioni tra professionisti, equo compenso, previdenza, sostenibilità e sussidiarietà delle professioni, welfare per giovani e donne, formazione e orientamento professionale. Sono alcuni dei temi trattati durante il tavolo tecnico di confronto permanente sul lavoro autonomo che si è tenuto il 14 e 15 novembre tra il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, e i rappresentanti degli Ordini professionali, delle Casse di previdenza, dei Sindacati dei professionisti e delle Associazioni professionali. In discussione, inoltre, la previsione di una maggiore tutela e protezione sociale per professionisti e autonomi, al fine di ridurre il gap rispetto ai lavoratori dipendenti che si è accentuato per effetto dell’emergenza pandemica. Un successivo appuntamento dovrebbe essere calendarizzato entro la fine di dicembre. Quali sono gli altri temi trattati?
Come era stato anticipato a margine del confronto con le parti sociali del 4 novembre e anticipato con un comunicato stampa è stato avviato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, il tavolo tecnico di confronto permanente sul lavoro autonomo con i primi incontri del 14 e 15 novembre. Sono stati invitati a partecipare al tavolo tecnico i rappresentanti degli Ordini professionali, delle Casse di previdenza, dei Sindacati dei professionisti e delle Associazioni professionali. Così come è stato sottolineato l'intento è quello di cogliere le sfide di questo tempo e di come rispondere con soluzioni pragmatiche alle tante sollecitazioni in atto facendo in modo che il tavolo per gli autonomi possa rappresentare un punto di partenza ripensare il rapporto delle professioni con le istituzioni e la collettività. Un successivo appuntamento dovrebbe essere calendarizzato entro la fine di dicembre. La funzione del tavolo tecnico Viene ricordato come il confronto è previsto dall'art. 17 della legge n. 81/2017 recante "Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato" (quello che si definisce come Statuto del lavoro autonomo) che attribuisce al tavolo la finalità di coordinare e di monitorare gli interventi in materia di lavoro autonomo con la partecipazione dei rappresentanti designati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nonché dalle associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro e dalle associazioni di settore comparativamente più rappresentative a livello nazionale. Il compito è quello di formulare proposte e indirizzi operativi in materia di politiche del lavoro autonomo con particolare riferimento a modelli previdenziali, di welfare e alla formazione professionale. I temi di discussione Gli argomenti che sono stati affrontati sono stati le aggregazioni tra professionisti, l’equo compenso, la previdenza, la sostenibilità e la sussidiarietà delle professioni, il welfare per giovani e donne, la formazione e l’orientamento professionale. Per quel che riguarda le aggregazioni professionali se ne intende volere favorire lo sviluppo con una attenzione al mondo delle società di professionisti con un possibile intervento sulla problematica legata al doppio contributo integrativo. Con riferimento all’equo compenso, da quanto si apprende, si vorrebbe far ripatire dal disegno di legge 2419 Meloni Morrone-Mandelli che era stato presentato nella scorsa legislatura per reintrodurre tale previsione in favore di tutte le categorie di professionisti inserendo nel codice civile (aggiungendo una serie di commi all’art. 2233 cc), nella parte che disciplina le professioni intellettuali, disposizioni analoghe a quelle già inserite nell’ordinamento forense, per rendere effettiva la norma civilistica e per garantire un’equa e giusta retribuzione anche a tutti gli altri lavoratori professionisti. Per quel che riguarda il provvedimento relativo alla giusta remunerazione si apprende, sarà, poi, possibile, effettuare degli aggiustamenti, che dovrebbero riguardare tanto le asimmetrie disciplinari, quanto il dimensionamento, giacché la proposta di legge stabiliva, nella sua ultima versione, che l'equo compenso dovesse essere applicato dalle imprese con almeno 50 dipendenti e con almeno 10 milioni di fatturato annuo. La misura potrebbe essere poi estesa anche a beneficio dei lavoratori autonomi non iscritti a Ordini e Collegi. Va anche ricordato come nei programmi delle forze politiche della compagine che ha vinto la consultazione elettorale del 25 settembre si sottolinea la volontà di valorizzare e tutelare le categorie libero professionali come capitale intellettuale, di favorire la semplificazione burocratica e si intende prevedere una legge per compenso equo e certo per professionisti rendendo effettiva l’applicazione del principio espresso dall’art. 2233 del codice civile, secondo cui “in ogni caso la misura del compenso deve essere adeguata all’importanza dell’opera e al decoro della professione”. Per quel che riguarda la previdenza sono numerosi i profili di attenzione legati per esempio ai profili di vigilanza sulle Casse dei liberi professionisti (va ricordato come si sia ancora in attesa anche del decreto sui limiti di investimento e i conflitti di interesse) e alla doppia imposizione da cui esse sono gravate, anche per incentivarne l’investimento nella economia reale, dal momento che vengono assoggettati a imposizione fiscale sia i rendimenti nel momento in cui vengono realizzati, sia le prestazioni nel momento della erogazione. Per i professionisti iscritti alla Gestione separata INPS viene richiesta l’opportunità di prevedere coperture previdenziali integrative con il ricorso agli strumenti bilaterali già esistenti nel caso in cui siano previsti. Per la sanità integrativa si chiede di estendere anche a tale categoria la deducibilità dei contributi versati in analogia a quanto avviene per i lavoratori dipendenti. Si vuole poi prevedere una maggiore tutela e protezione sociale per professionisti e autonomi riducendo il gap rispetto ai lavoratori dipendenti che si è accentuato anche per effetto dell’emergenza pandemica. Nelle dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio alla Camera dei Deputati si era sottolineata la volontà di riconoscere tutele adeguate ad artigiani, commercianti e liberi professionisti, in linea con quelle giustamente garantite ai lavoratori dipendenti. Altri profili che sono stati affrontati nel tavolo degli autonomi sono rappresentati dal rafforzamento dell'indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (ISCRO), introdotta, in via sperimentale fino al 2023, dalla legge 178 del 2020 (legge di Bilancio 2021), e per cui si richiede che venga resa strutturale, rivolta agli iscritti alla Gestione separata INPS che esercitano per professione abituale attività di lavoro autonomo che, si sottolinea, rappresenta il primo vero ammortizzatore sociale per autonomi e partite Iva e del corretto funzionamento degli sportelli del lavoro autonomo che non sono mai decollati. Su tale punto è stato considerato positivamente che nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e poi nella legge di Bilancio 2022 sia stato esteso il programma GOL al lavoro autonomo professionale con riferimento allo sportello del lavoro autonomo con un ruolo per le associazioni secondo quanto previsto dalla legge 81/2017. Si è chiesto poi di intervenire in modo sensibile su maternità, congedi e formazione continua. Per i lavoratori autonomi si discuterà anche del tema delle politiche attive con tutte le azioni di sostegno e di accompagnamento relative al lavoro autonomo. Copyright © - Riproduzione riservata