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Archivio newsDecreto immigrazione: verifiche sul rispetto dei contratti di lavoro attribuite ai consulenti del lavoro
Verifiche sul rispetto dei contratti di lavoro e sulla congruità del numero delle richieste presentate con riferimento agli ingressi dei lavoratori stranieri attribuite ai consulenti del lavoro e alle organizzazioni dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, ampliamento dei flussi dei lavoratori extra UE in ingresso nel triennio 2023-2025, semplificazione e accelerazione delle procedure di rilascio del nulla osta al lavoro. E’ quanto previsto dal decreto Immigrazione approvato, il 9 marzo, dal Consiglio dei Ministri. Vengono, inoltre, previsti, ingressi fuori quota per stranieri che hanno superato, nel Paese di origine, corsi di formazione riconosciuti dall’Italia
Il Consiglio dei Ministri, tenutosi il 9 marzo nella sede del Municipio di Cutro, ha varato un decreto legge recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare. In particolare, come ha sottolineato il Presidente del Consiglio illustrandone i punti principali si ripristina il decreto flussi (criteri, quote) e viene fatto a livello triennale, viene cioè data una proiezione che riguarda anche la richiesta che arriva dal mondo produttivo per alcuni settori nei quali serve manodopera. Prevede poi delle corsie preferenziali per quegli stranieri che in patria hanno fatto dei corsi di formazione riconosciuti dal Governo italiano e che quindi hanno migliori possibilità di sbocco anche professionale, per avere una manodopera qualificata, ha proseguito il Premier. Quali sono le principali novità? Una prospettiva triennale Si prevede in primo un ampliamento dei flussi dei lavoratori extra UE in ingresso nel triennio 2023-2025. Va ricordato che il decreto flussi (approvato dal Governo a dicembre 2022) aveva stabilito che possono entrare in Italia per motivi di lavoro un totale di 82.705 persone. Dovrà essere un DPCM a definire ora per ogni anno la quota massima di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale e per lavoro autonomo, sentiti i ministri interessati, il CNEL, la conferenza Unificata e le principali associazioni di lavoratori e datori. I pareri delle commissioni parlamentari competenti sono resi entro trenta giorni dal ricevimento della richiesta. Ulteriori decreti possono essere poi adottati durante il triennio rendendo quindi successivamente disponibili anche nuove quote sulla base dell’analisi del fabbisogno del mercato del lavoro effettuata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali previo confronto con le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale. Possono essere ancora assegnate in via preferenziale quote riservate ai lavoratori di Stati che, anche in collaborazione con lo Stato italiano, promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche aventi ad oggetto i rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari. Per quel che riguarda le verifiche sul rispetto dei contratti di lavoro e la congruità del numero delle richieste presentate con riferimento agli ingressi dei lavoratori stranieri sono attribuite ai consulenti del lavoro e alle organizzazioni dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. Per quel che riguarda le verifiche di congruità esse tengono anche conto della capacità patrimoniale, dell’equilibrio economico-finanziario, del fatturato, del numero dei dipendenti e del tipo di attività svolta dall’impresa. Ulteriore aspetto previsto dal decreto è poi rappresentato dal fatto che i rinnovi del permesso di soggiorno rilasciato per lavoro a tempo indeterminato, per lavoro autonomo o per ricongiungimento familiare avranno durata massima di tre anni, anziché due come oggi. Si stabilisce ancora che i datori di lavoro che hanno fatto domanda per l’assegnazione di lavoratori agricoli e non sono risultati assegnatari abbiano la priorità rispetto ai nuovi richiedenti. Giudizio positivo sulla individuazione di un arco temporale triennale viene espresso da Confagricoltura che sottolinea come in questo modo potrà avere una visione prospettica che permetterà di meglio programmare le necessità di manodopera stagionale. Allargare le maglie della capacità di accoglienza, prosegue l’Associazione, è particolarmente importante per il settore agricolo, dove gli stagionali sono una forza lavoro necessaria e si continua a registrare forte difficoltà nel reperimento di manodopera disponibile e qualificata. I lavoratori stranieri in agricoltura hanno un’incidenza superiore a tutti gli altri settori produttivi (circa il 40% del totale). La crescita è stata molto elevata soprattutto per i lavoratori stranieri non comunitari che, secondo i dati EBAN, sono la maggioranza fra gli stranieri (67%). Tra i Paesi, sottolinea la Confederazione, predomina la provenienza africana, in particolare dai paesi del Nord (Marocco e Tunisia) e dell’Ovest del continente (Senegal, Nigeria e Mali), cui si affiancano quote rilevanti di lavoratori dell’Est Europa non comunitari (Albania e Macedonia) e asiatici (India e Pakistan). Semplificazione amministrativa Il decreto legge prevede poi la semplificazione e accelerazione delle procedure di rilascio del nulla osta al lavoro. Nell’ipotesi, infatti, in cui la questura non acquisisca infatti le informazioni relative agli elementi ostativi nei 60 giorni previsti dall’art. 22 del D.Lgs. n. 286/1998, alla scadenza del termine il nulla osta viene rilasciato comunque al lavoratore che ha presentato domanda di ingresso. Va ancora evidenziato come nelle more della sottoscrizione del contratto di soggiorno il nulla osta consente lo svolgimento dell’attività lavorativa nel territorio nazionale. Formazione e lavoro Previsto, inoltre, che è consentito al di fuori delle quote, l’ingresso e il soggiorno per lavoro subordinato allo straniero residente all’estero che completa un corso di formazione professionale e civico-linguistica, organizzato sulla base dei fabbisogni manifestati al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dalle associazioni di categoria del settore produttivo interessato. La partecipazione al corso deve essere preceduta dal nulla osta del questore. Al completamento del corso si ha un termine di sei mesi per presentare domanda di visto di ingresso cui occorre fornire corredo della disponibilità ad assumere da parte del datore di lavoro. Copyright © - Riproduzione riservata