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Archivio newsRiforma fiscale: i primi effetti per i contribuenti
Sono molti ed articolati i principi del disegno di legge per la riforma del sistema fiscale che impatteranno sui contribuenti. In particolare, viene affidato allo Statuto dei diritti del contribuente il ruolo di legge generale tributaria, dal quale discende una serie di impegni per il Governo, tra cui il rafforzamento dell’obbligo di motivazione degli atti impositivi, la valorizzazione del principio del legittimo affidamento del contribuente, nonché la previsione di una generale applicazione del principio del contraddittorio a pena di nullità. Ma non solo, il disegno di legge definisce i criteri per la revisione del sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche, la revisione dei fringe benefit e in materia di aliquote la riduzione degli scaglioni di reddito da quattro a tre. Con quali effetti per i contribuenti?
Il Governo avrà 24 mesi di tempo per adottare i decreti legislativi di attuazione delle misure previste dal disegno di legge licenziato dal Consiglio dei Ministri del 16 marzo 2023 per la riforma del sistema fiscale del nostro Paese con un testo che dovrà, ora, superare l’esame parlamentare. Molti ed articolati gli interventi che interessano oltre che le imposte dirette ed indirette anche i tributi locali, la riscossione ed il regime sanzionatorio ed è quindi inevitabile che il provvedimento susciti un ampio dibattito, piaccia ad alcuni e sia ostico ad altri. Il ruolo dello Statuto dei diritti del contribuente Preliminarmente non può che esprimersi soddisfazione sul disposto dell’art. 3 che si propone di conferire allo Statuto dei diritti del contribuente, di cui alla legge 27 luglio 2000, n. 212, un ruolo di legge generale tributaria ed in tale ottica il Governo dovrà: a) rafforzare l’obbligo di motivazione degli atti impositivi, anche mediante l’indicazione delle prove su cui si fonda la pretesa; b) valorizzare il principio del legittimo affidamento del contribuente e il principio di certezza del diritto; c) razionalizzare la disciplina degli interpelli, limitandone l’utilizzo alle sole ipotesi in cui non è possibile ottenere risposte scritte mediante servizi di interlocuzione rapida ed introducendo un “contributo” per la proposizione; d) prevedere una disciplina generale del diritto di accesso agli atti del procedimento tributario; e) prevedere una generale applicazione del principio del contraddittorio a pena di nullità; f) prevedere una disciplina generale delle invalidità degli atti impositivi e degli atti della riscossione; g) potenziare l’esercizio del potere di autotutela estendendone le ipotesi agli errori manifesti nonostante la definitività dell’atto, prevedendo l’impugnabilità del diniego ovvero del silenzio nei medesimi casi. Prime riflessioni dei possibili effetti sui contribuenti E’ presto per valutare gli effetti che le nuove disposizioni avranno sui contribuenti soprattutto con riferimento alla tassazione dei redditi, purtuttavia, un esame seppur superficiale dell’articolato induce ad alcune riflessioni. L’art. 5 definisce i principi e i criteri direttivi per la revisione del sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche. In particolare, il comma 1, lettera e), preannuncia l’eliminazione della detrazione forfettizzata per la produzione del reddito di lavoro subordinato e stabilisce che si procederà a una revisione e semplificazione delle disposizioni riguardanti le somme e i valori esclusi dalla formazione del reddito consentendo, per esempio, la deduzione dal reddito di lavoro dipendente e assimilato, anche in misura forfettizzata, delle spese sostenute per la produzione dello stesso. Sarà altresì rivisto il sistema dei fringe benefit con una rivisitazione dei limiti di non concorrenza al reddito dei fringe benefit, privilegiando le finalità della mobilità sostenibile, dell’implementazione della previdenza complementare, dell’efficientamento energetico, della solidarietà sociale e della contribuzione agli enti bilaterali. Tale revisione sarebbe volta a realizzare una semplificazione delle disposizioni concernenti le modalità di determinazione del reddito, oltre che una specifica razionalizzazione delle somme e dei valori che concorrono, in tutto o in parte, a formare l’imponibile. In materia di aliquote di tassazione sembra prevalere la riduzione degli scaglioni di reddito da quattro a tre, con una ridistribuzione che sembra voler favorire i redditi medio-alti ma per una valutazione compiuta occorre abbinare a questo dato la revisione delle detrazioni, nonché il nuovo regime degli oneri deducibili e detraibili poiché è dato ritenere che la perdita di gettito derivante dai nuovi scaglioni troverà una seppur parziale compensazione proprio dalla revisione delle detrazioni e delle deduzioni dal reddito.
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Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2023/03/18/riforma-fiscale-primi-effetti-contribuenti