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Archivio newsUtilizzo del videoterminale: quali sono i rischi e le misure di prevenzione che deve adottare il datore di lavoro
Le modalità di utilizzo non corretto del videoterminale o la mancata adozione di misure di prevenzione dei rischi possono aggravare lo stato di salute degli operatori. Risulta soggetto a rischio il “videoterminalista” che utilizza le attrezzature, in modo sistematico o abituale, compresi i tempi di attesa del software, per 20 ore settimanali, dedotte le pause sotto specificate. Pertanto, il riferimento per ogni lavoratore non è strettamente legato all’orario di lavoro, bensì al tempo effettivo al computer. Quali comportamenti devono adottare il datore di lavoro ed i lavoratori per ridurre al minimo i rischi e quali adempimenti obbligatori sussistono? Quali sono le sanzioni nel caso di inottemperanza delle prescrizioni?
Per poter comprendere l’ambito applicativo all’interno delle singole organizzazioni aziendali degli adempimenti obbligatori è necessario innanzitutto definire ed individuare quali siano effettivamente i “videoterminali”. Quali apparecchiature possono essere definiti videoterminali? La normativa, che proprio in questi giorni compie 15 anni, definisce il videoterminale come uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato. Risultano esclusi da tale definizione, sempre per espressa previsione normativa, i posti di guida di veicoli o macchine, i sistemi informatici montati a bordo di un mezzo di trasporto, i sistemi informatici destinati in modo prioritario all’utilizzazione da parte del pubblico, le macchine calcolatrici, i registratori di cassa e tutte le attrezzature munite di un piccolo dispositivo di visualizzazione dei dati o delle misure necessario all’uso diretto di tale attrezzatura, le macchine di videoscrittura senza schermo separato. Sicuramente in questo lungo lasso di tempo, la tecnologia si è evoluta enormemente e, pertanto, le tipologie di attrezzature utilizzate risultano molto differenti e quindi si sono ampliate le possibilità di rientrare nelle casistiche di utilizzo di apparecchiature munite di videoterminale. Possono ad esempio oggi rientrare nella definizione, i display presenti alle casse dei supermercati. Rischi correlati all’utilizzo dei videoterminali e misure di prevenzione All’interno del documento di valutazione dei rischi devono essere analizzati i rischi connessi alle attività a videoterminale. La normativa impone di analizzare i rischi per la vista, derivanti dalle posture, l’affaticamento mentale e fisico e, in generale, le condizioni ergonomiche e di igiene. Risulta soggetto a rischio il “videoterminalista” che utilizza le attrezzature, in modo sistematico o abituale, compresi i tempi di attesa del software, per venti ore settimanali, dedotte le pause sotto specificate. Pertanto, il riferimento per ogni lavoratore non è strettamente legato all’orario di lavoro, bensì al tempo effettivo al computer. Tra le misure tassative di prevenzione vi sono le pause di lavoro o cambiamenti dell’attività. In particolare, se non previsto dai CCNL di appartenenza, la pausa è regolata in 15 minuti ogni 120 minuti di attività continuativa. La Corte di Cassazione è intervenuta al riguardo specificando come le pause devono essere riconosciute esclusivamente se l’attività al videoterminale ha carattere continuativo. Pertanto, nel caso in cui il lavoratore svolga anche altre mansioni amministrative, queste mansioni alternative sostituiscono le pause, in quanto l'uso del videoterminale non avviene in modo continuativo. La pausa è, quindi, intesa come cambiamento di attività e non come interruzione dell’attività lavorativa in generale e, come tale, è considerata a tutti gli effetti attività retribuita. Sintetizziamo di seguito le cause e le relative misure di prevenzione più adeguate:
Rischi oculo visivi | |
Cause | Misure di prevenzione |
Contrasto luminoso tra monitor e ambiente circostante. | Corretta illuminazione. Inclinare il monitor per evitare abbagliamenti da parte delle fonti luminose. Regolare contrasto, luminosità e caratteri del monitor. |
Condizioni sfavorevoli di illuminazione. | |
Abbagliamenti o riflessi luminosi sul monitor. | Corretto posizionamento del monitor, possibilmente perpendicolare alle fonti luminose esterne. |
Impiego visivo statico, ravvicinato e protratto. | Procedere con pause brevi ma frequenti. Posizionare il monitor a circa 50-60 cm di distanza dall’operatore. |
Posizione del monitor e del documento cartaceo da consultare a distanze differenti. | Utilizzo di un leggio. |
Cattiva qualità del monitor. | Sostituzione del monitor. |
Disordine sul desktop. | Pulire il desktop da immagini con colori troppo accesi e/o eliminare icone. |
Altre condizioni sfavorevoli: poca areazione, secchezza dell’aria, sporcizia del monitor. | Areare costantemente i locali, richiedere la pulizia delle attrezzature di lavoro. |
Rischi muscolo scheletrici | |
Cause | Misure di prevenzione |
Errata disposizione o regolazione di arredi e computer. Capo e tronco protesi in avanti. | Posizionare il monitor e la tastiera di fronte all’operatore, a circa 50-60 cm. Nel caso di sedile fornito di braccioli, questi non devono impedire di portare la sedia sotto la scrivania. Variare spesso la postura e, ove possibile, le attività nel corso della giornata. |
Spalle contratte durante la digitazione. | Procedere con un uso rilassato della tastiera e del mouse. Posizionare correttamente l’altezza del monitor: il lato superiore deve essere circa all’altezza della linea degli occhi. |
Ricevitore del telefono tenuto tra testa e spalla mentre si digita al computer. | Fornitura di auricolari per poter tenere il capo e spalla in posizione corretta. |
Polsi piegati durante la digitazione. | Poggiare polsi e parte dell’avambraccio rispettivamente sulla tastiera e sulla scrivania, lasciando i gomiti liberi al di fuori della scrivania per una agevole mobilità degli arti e delle articolazioni. |
Mancanza di ausili ergonomici | Richiedere eventuale poggiapiedi o altri ausili (es. tappetino mouse ergonomico) |