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Archivio newsConsulenti del Lavoro: competenze e innovazione, le due chiavi di lettura del futuro
“Competenze e innovazione, il futuro del lavoro: il mercato è in continua evoluzione e queste sono le due leve di una trasformazione inesorabile che dobbiamo imparare a governare”. Il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, anticipa, nell’intervista rilasciata a IPSOA Quotidiano, i temi della XIV edizione del Festival del Lavoro. “Al Festival analizzeremo i fattori che stanno cambiando il mercato occupazionale. Le transizioni digitali, con il dilagare dell’intelligenza artificiale e della robotica, impongono un ripensamento del modo stesso di intendere il lavoro. I dati dimostrano come le aziende siano alla disperata ricerca di figure professionali nuove, capaci di padroneggiare abilità a oggi impensabili.”
Il futuro del mercato occupazionale italiano passa dal Festival del Lavoro. L’evento, organizzato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro (CNO) e dalla sua Fondazione Studi, si terrà da oggi, 29 giugno, a sabato 1° luglio al Bologna Congress Center per indagare le transizioni in atto nel mondo del lavoro, con l’obiettivo di far acquisire ai partecipanti l’atteggiamento migliore con cui accogliere i cambiamenti in corso. «Non è un caso che il titolo scelto per questa XIV edizione sia “Competenze e innovazione, il futuro del lavoro”: il mercato è in continua evoluzione e queste sono le due leve di una trasformazione inesorabile che dobbiamo imparare a governare», sottolinea Rosario De Luca, Presidente del CNO, che anticipa, nell’intervista rilasciata a IPSOA Quotidiano, qualche dettaglio della manifestazione.Il Festival del Lavoro è alle porte. Quali saranno i temi di questa edizione?«Al Festival analizzeremo i fattori che stanno cambiando il mercato occupazionale. Le transizioni digitali, con il dilagare dell’intelligenza artificiale e della robotica, impongono un ripensamento del modo stesso di intendere il lavoro. I dati dimostrano come le aziende siano alla disperata ricerca di figure professionali nuove, capaci di padroneggiare abilità a oggi impensabili. Da qui, la decisione di puntare non solo sull’innovazione, ma anche sulle competenze che tutti dobbiamo aggiornare alle mutate (e mutevoli) esigenze del mercato, attraverso processi di upskilling e reskilling. A Bologna parleremo di come sviluppare un atteggiamento proattivo al cambiamento, partendo da un semplice assunto di fondo: il futuro non rallenta, è inutile affannarsi per frenarlo, più utile è saperlo gestire sviluppando un approccio sistemico e multiforme. Evolversi, reinventarsi, aggiornarsi: in poche parole avere capacità di adattamento. Al Festival del Lavoro forniremo ai partecipanti gli strumenti utili per farsi trovare pronti alle trasformazioni che verranno. Lo faremo grazie a momenti di confronto con esperti ed esponenti del mondo del lavoro e politico italiano. Anche quest’anno, infatti, le 10 Aule della manifestazione scandaglieranno temi di stretta attualità, ma anche di nicchia, con lo sguardo sempre rivolto ai giovani. L’obiettivo è quello di trovare soluzioni condivise, grazie all’ampio spettro di background formativi che popolerà l’evento. Cercheremo di rispondere alla domanda su dove sta andando il mercato del lavoro? Cosa cercano le aziende oggi? Cosa devono fare i giovani per trovare un lavoro? E, poi, anche quest’anno abbiamo voluto dare spazio al tema della solidarietà, lanciando una raccolta fondi aperta a tutti i partecipanti per sostenere gli studi dei Consulenti del Lavoro colpiti dall’alluvione in Emilia-Romagna».Può fornirci qualche anticipazione sulle Aule?«I temi che saranno affrontati sono tanti e variegati. Il palcoscenico dell’Auditorium sarà calcato dai protagonisti del mondo politico e istituzionale, che rifletteranno assieme agli esponenti del tessuto imprenditoriale, economico e sindacale sulle peculiarità del mercato occupazionale al fine di individuare strategie da tradurre poi, eventualmente, in interventi normativi. L’obiettivo, infatti, è quello di adeguare il sistema produttivo alle sfide imposte, oltre che dalla digitalizzazione e dai nuovi trend economici, anche dalla legislazione europea e dalla comunità internazionale. L’Aula del Diritto è il fiore all’occhiello del Festival del Lavoro. Il successo che riscuote ogni anno è enorme, ma non ci sorprende: tanti, infatti, i punti di vista, le esperienze e le competenze che la affollano. Professionisti e accademici si confronteranno sui temi più caldi, proponendo soluzioni concrete. Tra questi, le procedure di negoziazione assistita in materia di lavoro, la subordinazione al confronto della tendenza espansiva del diritto del lavoro, le previsioni della giurisprudenza recente sulle delocalizzazioni e la crisi d’impresa. E non mancheranno l’impatto dell’intelligenza artificiale e della transizione ecologica sul mondo occupazionale, il lavoro a termine al bivio tra flessibilità necessaria e precarietà da impedire e il welfare aziendale. Attraverso l’Aula delle Opportunità, invece, forniremo ai professionisti intermediari gli strumenti tecnici utili nella gestione delle pratiche quotidiane, grazie ai servizi che i partner del Festival metteranno a disposizione dei partecipanti. Come non parlare, poi, della sostenibilità del sistema pensionistico? L’Aula Professione & Previdenza - Obiettivo 2030, curata dall’ENPACL, guarderà da vicino ai nodi da sciogliere in materia previdenziale per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni. E ancora: alla luce delle recenti novità normative, come possiamo favorire l’occupazione? Ecco allora che lo skills mismatch e le competenze su cui investire saranno al centro di una delle tavole rotonde ospitate dall’Aula delle Politiche Attive, curata dalla Fondazione Consulenti per il Lavoro. Inevitabile il punto sul Programma GOL e sui tirocini. L’Aula dell’Orientamento al Lavoro sarà protagonista di un ciclo di incontri per riflettere su come favorire l’inserimento dei ragazzi in un mondo che mette costantemente in discussione il loro spirito di adattabilità. Poi, i libri come base della conoscenza, quindi del futuro. Tante le materie specialistiche che i Consulenti del Lavoro sono chiamati a padroneggiare nelle loro attività quotidiane e che saranno oggetto di approfondimento durante l’Agorà in Libreria, al fine di chiarirne gli aspetti salienti e sciogliere eventuali dubbi normativi, grazie all’ausilio di alcuni manuali che verranno presentati durante la tre giorni. Ci concentreremo sul ruolo dei professionisti intermediari nella crisi d’impresa, nel processo tributario e negli strumenti deflativi del contenzioso, ma anche su consulenza previdenziale e privacy nel rapporto di lavoro; guarderemo da vicino gli aspetti legati all’antiriciclaggio, alla compensazione dei crediti fiscali e al visto di conformità, nonché alle definizioni agevolate previste dalla legge di Bilancio 2023. A chiudere il cerchio formativo, i Laboratori, il momento notoriamente più pragmatico del Festival: daremo spazio alla procedura Asse.Co., alla stesura di un regolamento di welfare aziendale, alla gestione dei ricorsi amministrativi Inps, alla certificazione delle clausole del contratto, al licenziamento disciplinare e al risarcimento del danno».Quanto è importante oggi, proprio alla luce delle transizioni, investire tempo e risorse sulla formazione?«La formazione è il primo mattone di una grande casa chiamata futuro. Questo vale soprattutto per il lavoro. La quantità di tempo e risorse che decidiamo di investire su questo fronte determina chi saremo e come vivremo domani. Per questo da anni facciamo formazione nelle scuole, nei Saloni dello Studente, per fornire ai ragazzi una specie di manuale di istruzioni da cui attingere per forgiare il professionista, il lavoratore, il cittadino che intendono diventare. Nel mondo di oggi, poi, la formazione assume un significato ancor più importante. La pandemia ci ha insegnato che tutto può cambiare in un batter d’occhio, anche i modelli di organizzazione del lavoro (pensiamo all’accelerazione impressa allo smart working) e che l’unico tempo speso in modo efficiente è quello investito nell’aggiornamento continuo, lungo tutto l’arco della vita. Ecco i due livelli fondamentali della formazione: quella dei giovani, che devono crearsi un bagaglio di conoscenze ed esperienze variopinto e solido, tale da permettere loro di assecondare ogni cambio di marcia dettato dal mercato; quella degli adulti, che alla luce degli stravolgimenti continui dei paradigmi occupazionali non possono certo riposare sugli allori di un lavoro ritenuto sicuro. L’idea delle Aule del Festival del Lavoro nasce da qui: mettere a disposizione dei partecipanti una formazione ampia e trasversale sui temi più disparati afferenti al mercato occupazionale».Oltre alle Aule, in che modo cercherete di coinvolgere i giovani su questi temi?«L’ANGCDL interagisce da anni con il sistema formativo italiano per avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro. A un certo mondo del lavoro, devo precisare, perché purtroppo i fatti di cronaca troppo spesso ci riportano la fotografia di un mondo distorto, teatro di pratiche illegali nel reclutamento e nell’organizzazione della manodopera (es. cooperative spurie, caporalato). Cosa hanno in comune questi fenomeni? L’elusione della disciplina sul lavoro e l’assenza di una cultura della legalità trasversale. È su quest’ultimo fronte che i Consulenti del Lavoro vogliono dare il proprio contributo, anche attraverso un videogioco. GenL nasce dalla convinzione che per essere lavoratori etici domani, i ragazzi debbano apprendere oggi regole, valori e principi fondanti del vivere civile. Siamo partiti dalle scuole con iniziative mirate di orientamento affinché i giovani imparino subito a distinguere tra giusto e sbagliato, tra lecito e illecito. Dopo averlo presentato, negli scorsi mesi, al Comitato Economico e Sociale Europeo, GenL approda al Festival del Lavoro più maturo e anche quest’anno premierà il miglior giocatore, che avrà diritto a un viaggio a Bruxelles per vivere un’esperienza nelle istituzioni comunitarie e accedere all’edizione europea del videogioco nel 2024, quando ogni Paese UE individuerà il suo vincitore per condividere con gli altri Stati membri la propria idea di lavoro etico in una vera simulazione plenaria. Crediamo che con l’impegno di tutti, con piccole azioni e incontri e perché no, con un gioco, possiamo concorrere alla formazione di una generazione più consapevole di cosa significhi davvero “lavoro”, dei propri diritti e doveri, portatrice di un profondo senso civico». Copyright © - Riproduzione riservata