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Archivio newsIl lavoro per la ripartenza: i trend di crescita al Festival del Lavoro
E’ stata presentata dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, l’indagine “Italiani e lavoro nell’anno della ripartenza”, in occasione del Festival del lavoro in parrtenza a Bologna dal 29 giugno 2023. Gli esiti della ricerca saranno oggetto di focus specifici nel corso della manifestazione e sono stati illustratii del Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine Rosario De Luca.
La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha elaborato ad hoc gli ultimissimi dati Istat relativi al 1° trimestre 2023 nell’indagine “Italiani e lavoro nell’anno della ripartenza”, presentata il 28 giugno 2023 a Bologna, presso la sede della Regione Emilia-Romagna, durante la conferenza stampa di presentazione del Festival del Lavoro 2023, alla presenza di Vincenzo Colla, Assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali, e di Rosario De Luca, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro. Gli esiti della ricerca saranno oggetto di focus specifici nel corso della manifestazione. A emergere dall’analisi è un mercato vivace, complici le performance di comparti come edilizia, informazione e comunicazione, turismo; ma anche la caratterizzazione demografica della crescita, che ha interessato soprattutto i giovani e gli over 55. Aumentano, inoltre, il lavoro a tempo indeterminato e la mobilità. “A fronte di una grande reattività del mercato, la mancata corrispondenza tra le competenze dei lavoratori e quelle richieste dalle imprese continua a rappresentare un profondo ostacolo alla crescita di lungo periodo. La digitalizzazione ormai rende imprescindibili figure professionali inedite, capaci di padroneggiare abilità finora ritenute non necessarie. Per questo aziende e lavoratori devono investire sui processi di aggiornamento e riqualificazione delle competenze, ed è il motivo per cui abbiamo deciso di intitolare questa edizione del Festival “Competenze e innovazione, il futuro del lavoro”: sono le due dimensioni che più stanno determinando cambiamenti nel mondo di oggi”, ha commentato Rosario De Luca. “In questo periodo caratterizzato da grandi difficoltà, in cui stiamo superando l’emergenza e al contempo progettando la ripartenza e la ricostruzione di una parte estesa del nostro territorio dopo le drammatiche alluvioni di maggio, il Festival del Lavoro, ospitato per il secondo anno consecutivo a Bologna, rappresenta un segno concreto di fiducia e speranza nel presente e nel futuro di tutto il sistema emiliano-romagnolo. Un appuntamento - ha sottolineato l’assessore Vincenzo Colla - che fornirà utili contributi sulle politiche per il futuro del nostro Paese, a partire dagli spunti interessanti emersi dalla ricerca su ‘Italiani e lavoro nell’anno della ripartenza’. Sarà, dunque, un’occasione importante per discutere di temi cruciali come la formazione, l’uso delle tecnologie, la qualità del lavoro e delle professioni. Infine, l’evento rappresenta anche un’opportunità per la città di Bologna, che potrà accogliere migliaia di persone mettendo in campo la sua rinomata ospitalità”. Cresce la mobilità del lavoro Sono il 6% gli occupati che dichiarano di aver cambiato lavoro negli ultimi due anni, ma tra i giovani la percentuale sale al 13%. A questi si aggiunge il 13% che si sta attivando per farlo, mentre il 26%, sebbene non abbia ancora compiuto azioni specifiche, desidera un cambiamento professionale. Se la maggioranza dichiara di aver cambiato perché insoddisfatto della propria condizione (41%) e, a seguire, per assecondare un desiderio più generale di cambiamento nella propria vita (16%) prima ancora che in quella professionale (8%), non stupisce che dopo la crescita salariale, tra i fattori più ricercati nel nuovo lavoro, sia indicato un migliore equilibrio lavoro-vita privata (30%). La sicurezza contrattuale, sempre più icona di un tempo passato, slitta in fondo alle attese di chi cerca un nuovo impiego (14%), superata dalla ricerca di nuovi stimoli e motivazione (21%), di un migliore clima aziendale (20%) e di maggiori prospettive di crescita (20%). Non si arresta il fenomeno delle dimissioni Nel 2022 si registra un ulteriore balzo in avanti del 9,7%, arrivando a quota 1 mln 255 mila tra i lavoratori a tempo indeterminato. Considerando anche quelli a termine e stagionali, si raggiungono i 2 mln 156 mila. Un fenomeno alimentato anche dalla particolare vivacità di alcuni settori. Rispetto al 2019, aumenta il numero di occupati stabili che lasciano volontariamente il lavoro soprattutto nel settore delle costruzioni (+48,4%), nei servizi di informazione e comunicazione (+37,5%) nel settore sanitario (+35,8%). Ripresa mancata per gli autonomi A fronte di una crescita della componente dipendente del 3,9% tra 2019 e 2023, gli indipendenti hanno visto ridurre le proprie file di 214 mila unità, con una perdita rispetto al 2019, del 4,1%. Solo nell’ultimo anno si è registrata una leggera inversione di tendenza. Colpisce il decremento soprattutto nelle fasce generazionali più giovani (la riduzione tra i 15-34 enni è stata dell’11,4% a fronte di aumento del 9,1% del lavoro dipendente), segnale di un indebolimento dell’attrattività stessa di tale modello organizzativo tra chi si avvicina per la prima volta al lavoro. Copyright © - Riproduzione riservata
Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, indagine “Italiani e lavoro”, 28/06/2023