La legge di conversione del decreto Lavoro ha innalzato fino a 3.000 euro la soglia di esenzione dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico. Si tratta, in particolare, di erogazioni in natura, comprese le utenze domestiche: auto aziendale, telefono cellulare, buoni pasto, alloggi, servizi asili nido e abbonamenti a servizi di trasporto pubblico. A patto che sia applicato il corretto inquadramento fiscale e previdenziale l’erogazione non è assoggettata né a tassazione né a contribuzione. Di quanto è possibile ridurre il costo del lavoro utilizzando questi benefit soggetti al nuovo limite?
Chi
Il decreto Lavoro (D.L. n. 48/2023, convertito in L. n. 85/2023) ha confermato a 3.000 euro, per il solo anno 2023, la soglia di esenzione da tassazione delle erogazioni liberali di beni e servizi ai lavoratori dipendenti che hanno figli fiscalmente a carico (compresi quelli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o affidati, che sono a fiscalmente a carico). Si tratta dei fringe benefits, ovvero di forme di retribuzione non in denaro concesse al dipendente tramite l'uso di beni aziendali o la fruizione di specifici servizi.
A titolo esemplificativo, possono definirsi tali l’auto aziendale, il telefono cellulare, i buoni pasto, gli alloggi, le polizze assicurative sulla vita, l’erogazione di servizi asili nido, gli abbonamenti a servizi di trasporto pubblico, la cessione di prodotti aziendali a particolari condizioni di favore, un prestito personale concesso ai dipendenti a tassi inferiori a quelli di mercato.
Con riferimento ai lavoratori dipendenti privi di figli a carico, resta confermata la soglia ordinaria strutturalmente prevista, pari a 258,23 euro annui.
AttenzioneRientrano nell’esenzione anche le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale. |
Cosa
Questi elementi aggiuntivi della retribuzione, in linea generale, concorrono alla formazione del reddito tassato in capo al lavoratore dipendente e hanno l’obiettivo di migliorare il tenore di vita del lavoratore evitandogli di sostenere determinate spese o garantendogli delle prestazioni specifiche e utili anche alla propria vita personale e familiare.
Le spese per prestazioni di lavoro, ivi comprese quelle sostenute in denaro o in natura a titolo di liberalità, sono
deducibili ai fini della determinazione del
reddito di impresa.
Per il solo
anno 2023, la soglia entro la quale il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati dall’azienda ai lavoratori dipendenti non concorre alla formazione del reddito è fissata a
3.000 euro.
AttenzioneTali compensi sono tassati ferma restando una soglia di esenzione. Al superamento della soglia l'intero valore del benefit concorre a formare il reddito. |
Come
Il reddito da lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro (principio di onnicomprensività della retribuzione).
I benefits, in quanto componenti della retribuzione, sono oggetto di imposizione fiscale e contribuzione previdenziale. Al bene o servizio concesso viene attribuito un valore determinato in base al prezzo o al corrispettivo mediamente praticato per i beni e i servizi della stessa specie o similari, in condizioni di libera concorrenza e al medesimo stadio di commercializzazione, nel tempo e nel luogo più prossimi.
I
fringe benefits non concorrono a formare il reddito e sono dunque
esenti sia
fiscalmente che sotto il profilo
contributivo se si configurano come beni o servizi ceduti di importo complessivamente non superiore a 258,23 euro nel periodo d’imposta.
Per applicare la soglia più elevata prevista dal decreto Lavoro (3.000 euro) i datori di lavoro dovranno dare
preventiva informativa alle
RSU laddove presenti.
Inoltre, il lavoratore per fruire del bonus “rafforzato” dovrà
dichiarare al datore di lavoro
di aver diritto e dovrà indicare il codice fiscale dei figli a carico.
AttenzioneIn presenza dei requisiti soggettivi da verificare in capo al lavoratore sono esclusi dal concorso nella formazione del reddito del lavoratore di tutti i benefits erogati, se globalmente inferiori a 3.000 euro, anche se riconosciuti ad personam. |
Quando
Le disposizioni in materia di non imponibilità delle somme erogate a titolo di fringe benefits sono strutturali. L’esenzione prevista dunque, nel rispetto della soglia base pari a 258, 23 euro, non è sottoposta ad alcun limite temporale, mentre la misura incentivante prevista dal decreto Lavoro si applica alle
somme materialmente entrate nella disponibilità del lavoratore
entro il 12 gennaio 2024.
Calcola il risparmio
Operaio in forza ad un’azienda che opera nel settore industria CCNL Legno e Arredamento, inquadrato al livello AS2Posta la retribuzione mensile di base pari a 1.500 euro, il datore di lavoro eroga al lavoratore un importo aggiuntivo, a titolo di fringe benefit, pari a 3.000 euro, che è imponibile sotto il profilo sia contributivo che fiscale. In alternativa è possibile riconoscere al lavoratore un fringe benefit, rispettando le soglie di esenzione spettanti ai lavoratori con figli a carico.
Risparmio %L’opzione per l’erogazione di fringe benefits ai lavoratori beneficiari della misura di vantaggio prevista dal decreto Lavoro consente di
risparmiare il 15% sul complessivo costo del lavoro.
Al risparmio così conseguito va sommato, dal punto di vista del datore di lavoro, il risparmio fiscale conseguito in seguito alla
piena deducibilità del costo di acquisto dei beni e servizi erogati.
| Retribuzione + fringe benefit extra soglia ordinaria | Retribuzione + fringe benefit detax (3.000 euro) |
Retribuzione erogata | 1.500 euro + 3.000 euro | 1.500 + 3.000 euro |
Contribuzione INPS/INAIL | 1.260 euro | 420 |
Totale | 5.760 euro | 4.920 |
Risparmio % | | 15% |
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Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2023/07/10/fringe-benefit-3-000-euro-risparmiare-datore-lavoro