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Archivio newsMercato del lavoro: cosa dovrebbe considerare la legge di Bilancio 2024?
In vista della legge di Bilancio prende forma il dibattito sulle risorse disponibili e sulle conseguenti misure allo studio del Governo. Quest’anno sembra che i margini di manovra dell’Esecutivo siano estremamente ristretti, forse più che in passato. Il Governo ha quale obbiettivo quello di confermare i tagli al cuneo fiscale sulle buste paga dei dipendenti. Altri temi che paiono essere in agenda sono la proroga dell’APE sociale, la conferma dell’incremento della pensione minima per gli over 75 ed anche un intervento sul tasso di rivalutazione delle pensioni. Tra conferme e proroghe sembrerebbe un provvedimento di consolidamento delle posizioni assunte più che innovativo. Quindi, come sarà la nuova finanziaria? Probabilmente la strada che sarà percorsa è quella dell’efficientamento del sistema attraverso misure che generano indirettamente forme di risparmio.
In occasione delle tappe di avvicinamento alla legge di Bilancio 2024 ogni anno si legge nelle diverse dichiarazioni, previsioni, auspici l’espressione per cui “la coperta è corta” volendo significare che le risorse per finanziare i provvedimenti non sono sufficienti per tutte le iniziative o in ogni caso ove si intervenga in modo compiuto su una misura ciò avviene a discapito di altre. Nel corso degli anni, spesso, “la coperta” è stata “allargata” o “allungata”, che dir si voglia, con il ricorso, a volte anche massiccio, al deficit con conseguenze più o meno note sul bilancio dello stato. La sensazione, anche alla luce dei dati ricavabili dagli organi di stampa, è che quest’anno i margini di manovra dell’esecutivo nella sessione di Bilancio siano estremamente ristretti forse più che in passato. Il quadro che emerge è quello per cui l’esecutivo è stretto, più che in altre occasioni, fra la necessità di dar seguito al proprio programma elettorale ed alla propria idea di Paese e la carenza di risorse da investire per realizzarlo. I dati al momento disponibili raccontano di una manovra che avrebbe la necessità di fondi per circa 30 miliardi e ad oggi sarebbero state reperite solo il 50% delle risorse necessarie. Da quest’analisi di contesto emerge in modo inequivocabile che ad oggi il tema principale da affrontare non è tanto quello delle nuove misure ma quello del reperimento delle risorse. Uno dei cardini della prossima finanziaria sarà certamente quello del lavoro o meglio dell’intervento sul cuneo fiscale. Sotto questo profilo la strategia del Governo è quella di intervenire sul carico fiscale dei redditi più bassi per sopperire alle difficoltà di spesa dei lavoratori con netti in busta paga molto bassi. Senza voler entrare nel merito di tale situazione e senza scomodare il più ampio ed articolato dibattito sul salario minimo, vale la pena di ricordare che l’attuale situazione macroeconomica è caratterizzata da un lato da un incremento del tasso d’inflazione e dall’altro da un incremento dei tassi d’interesse funzionale a fronteggiare la già citata fiammata inflazionistica i cui effetti però si riverberano, come è noto, sul “costo del denaro”. In questo contesto il Governo ha quale obbiettivo quello di confermare i tagli al cuneo fiscale sulle buste paga dei dipendenti con un reddito lordo annuo fino a trentacinquemila euro. In particolare, nei desiderata si vorrebbe confermare la riduzione del cuneo e renderla strutturale. Nel 2023 il taglio del cuneo si è attestato nel primo semestre al 3% per i redditi fino a venticinque mila euro ed al 2% per quelli fino alla soglia dei trentacinquemila euro per poi essere incrementato nel secondo semestre dell’anno nella misura rispettivamente al 7% e al 6%. Dalle anticipazioni circolate fra gli organi di stampa, la prospettiva di rendere strutturale la misura passerebbe per una percentuale di riduzione mediana fra le citate percentuali la quale potrebbe aggirarsi intorno al 5%. Una soluzione di questo tipo comporterebbe la riduzione del costo della misura, dai circa quindici miliardi necessari per la conferma del taglio attuale ad una stima di circa undici miliardi e mezzo. Le dimensioni dell’intervento rendono da subito evidente quanto detto in premessa, ovvero che il tema da affrontare è quello del reperimento delle risorse. Altri temi che paiono essere nell’agenda del Governo sono la proroga dell’APE sociale, la conferma dell’incremento della pensione minima per gli over 75 ma anche un intervento sul tasso di rivalutazione delle pensioni. Da ultimo sono allo studio misure per favorire l’occupazione femminile e l’introduzione del quoziente familiare. In questo quadro occorre avere a mente anche il tema dell’attuazione della delega fiscale con ogni conseguenza in termini di possibili minori entrate derivanti dalla riduzione degli scaglioni dell’IRPEF e dalle deduzioni previste. Quindi come sarà la nuova finanziaria? Con tutta probabilità, per quanto attiene i temi Labour, sarà un provvedimento di “consolidamento” delle posizioni assunte. Dove ricercare allora l’innovazione? Probabilmente la strada da percorrere è quella dell’efficientamento del sistema attraverso misure che generano indirettamente forme di risparmio. Sotto questo profilo, a mero titolo esemplificativo, si pensi alla norma, più volte annunciata, che riqualifica l’assenza ingiustificata in termini di volontà del lavoratore di risolvere il rapporto contrattuale. Tale disposizione è evidentemente strumentale a superare alcune prassi finalizzate, scientemente, ad andare incontro al licenziamento disciplinare per ottenere le provvidenze connesse alla disoccupazione involontaria. Allo stesso modo sarebbe auspicabile un sistema che premi l’efficienza in materia di controlli dell’effettività della malattia del dipendente. Occorrerebbe, ancora, per agevolare l’occupazione femminile, una misura che rendesse strutturale la normativa di vantaggio per l’accesso allo smart working per i soggetti con figli under 14. In altre parole, al di là delle misure da implementare, la Finanziaria 2024 dovrebbe essere l’occasione per cambiare il modo con cui “allungare la coperta” che non potendo passare per la generazione di nuovo debito valorizza l’efficientamento dei processi per liberare risorse. Copyright © - Riproduzione riservata