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Archivio newsVia libera alla NADEF: previsti 14 miliardi di euro per la legge di Bilancio 2024
Deficit previsto al 4,3% del Pil nel 2024 e circa 14 miliardi per il finanziamento della prossima Manovra finanziaria. E’ quanto definito dalla Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanze, approvata dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 27 settembre. Il Governo, alla luce delle stime della NADEF, ha inoltre annunciato i possibili interventi previsti nella legge di Bilancio 2024. In particolare, si intendono confermare gli interventi a beneficio dei redditi medio bassi della popolazione, con riferimento al taglio del cuneo fiscale-contributivo e misure premiali per la natalità. Si intende poi dare attuazione alla prima fase della riforma fiscale per proseguire nella politica di riduzione delle tasse e della pressione fiscale.
Nella seduta del 27 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanze, fondamentale per delineare il quadro di riferimento per la prossima legge di Bilancio. La NADEF approvata è stata inviata dal Ministro dell’Economia alla Commissione UE. Così come viene dichiarato l’obiettivo del Governo è quello di scrivere una manovra economica “all’insegna della serietà e del buon senso” tenendo in considerazione la complessa situazione economica internazionale, l'impatto della politica monetaria restrittiva con l'aumento dei tassi d'interesse, le conseguenze della guerra in Ucraina. La funzione della NADEF nella finanza pubblica Va ricordato come la NADEF aggiorna le previsioni economiche e di finanza pubblica del DEF, che era stato deliberato dal Governo lo scorso 11 aprile, in relazione alla maggiore disponibilità di dati ed informazioni sull’andamento del quadro macroeconomico e di finanza pubblica. Il documento, inoltre, contiene l'aggiornamento degli obiettivi programmatici, che tiene conto anche delle eventuali osservazioni formulate delle istituzioni UE competenti nelle materie relative al coordinamento delle finanze pubbliche degli Stati membri. Entro il prossimo 15 ottobre andrà poi trasmesso alla Commissione UE e all’Eurogruppo il Documento programmatico di bilancio (DPB). E’ da evidenziarsi come quest’anno la manovra finanziaria si collochi in un momento delicato in ambito europeo essendo imminente l’avvio delle trattative che dovranno condurre alla revisione del Patto di stabilità. Il Governo dovrà poi presentare al Parlamento il disegno di legge di Bilancio entro il 20 ottobre, che dovrà essere approvato entro il 31 dicembre. Gli effetti del superbonus L’approvazione segue il parere espresso il 26 settembre dall’Eurostat che ha confermato la proposta dell’Istat di classificare il superbonus maturato sulle spese sostenute nel 2023 come credito “pagabile”, da registrare interamente in spesa nell’anno stesso. Eurostat stesso ha nel suo parere affermato che tali considerazioni non possono estendersi però anche alle spese sostenute nel 2024 poiché, pur rimanendo valide le altre eccezioni minori, viene meno la deroga relativa alle spese già programmate nel 2022. La definizione dei profili contabili del superbonus 2024 richiede, quindi, un ulteriore approfondimento metodologico e una valutazione sulla base delle evidenze quantitative che diverranno via via disponibile viene sottolineato. In prospettiva, rimane aperta la valutazione complessiva della perdita associata a tutti i crediti superbonus maturati sulla base del loro utilizzo effettivo, che può coinvolgere i crediti maturati a partire dal 2020. Ad oggi questa perdita è valutata non significativa sebbene su di essa potrà incidere l’evoluzione per gli anni a venire dei crediti incagliati, si sottolinea in una nota pubblicata sul sito dell’Istat. Il quadro economico delineato dalla NADEF Alla luce della difficile congiuntura internazionale e degli effetti delle politiche monetarie restrittive si rivedono al ribasso le stime di crescita che erano stato previste nel DEF. Nel corso del 2023 il Pil è stimato al 0,8% nel 2023, al 1,2% nel 2024, e rispettivamente al 1,4% e all'1% nel 2025 e nel 2026. Il rapporto deficit/Pil è fissato al 5,3% nel 2023, interamente per effetto del superbonus mentre nel quadro programmatico il deficit viene previsto al 4,3% del Pil nel 2024 rispetto a quello tendenziale del 3,6% con una dote di 0,7 punti, circa 14 miliardi di deficit per finanziare la manovra finanziaria. Il debito per il 2024 è fissato al 140,1%. Il tasso di disoccupazione si stima in misura pari al 7,3% I possibili contenuti della legge di Bilancio Gli obiettivi che si pone il Governo sono in particolare quelli di porre in essere interventi a beneficio dei redditi medio bassi, in particolare il taglio del cuneo e misure premiali per la natalità oltre a stanziamenti per rinnovo del contratto del pubblico impiego. Il Governo ha manifestato in più occasioni l’intendimento di prevedere un intervento a sostegno delle famiglie in maniera tale da incentivare la natalità, sostenere le famiglie nella tutela del potere d’acquisto e l’agevolazione della conciliazione tra vita lavorativa e familiare, Altro profilo di attenzione è la proroga della riduzione del cuneo fiscale e delle misure agevolative per l’assunzione di under 36 e delle donne. Si guarda poi con interesse ad un intervento sul welfare aziendale, individuato come strumento propulsivo della produttività del lavoro e di integrazione alle prestazioni del welfare state, sia con riferimento ai premi di produttività che ai fringe benefits. il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, rispondendo ad un question Time alla Camera, ha reso poi noto che il Governo ha destinato nella legge di Bilancio 2023 un primo stanziamento di un miliardo di euro per il rinnovo dei contratti nel comparto pubblico, precisando che ulteriori risorse per una nuova stagione di rinnovi contrattuali saranno decise. Per quel che riguarda il tema pensioni, dopo un confronto tecnico tra l’Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale e le parti sociali, il Ministro del Lavoro ha anticipato che dopo la NADEF si vuole organizzare un nuovo incontro, politico, con le parti sociali alla luce delle analisi e delle valutazioni elaborate dal medesimo Osservatorio. Per quel che riguarda le possibili misure, alla luce delle risorse a disposizione, sembra altamente probabile la proroga di quota 103 con lo specifico incentivo al posticipo del pensionamento, l’Ape sociale e Qpzione donna. Con particolare riferimento a tale misura sono studio le possibilità di eliminare il paletto rappresentato dal requisito dei figli, la riduzione a 58 anni del requisito anagrafico. Tra le ipotesi anche l’assimilazione all’Ape sociale a partire dai 61 anni invece che i 63 anni. Dovrebbe essere poi recuperata la staffetta generazionale che era stata prevista inizialmente nel decreto sul Made in Italy. Attenzione è rivolta poi ai profili previdenziali dei giovani sia approfondendo la possibilità di colmare i vuoti contributivi e il percorso studi con particolare riferimento al riscatto laurea ancor più agevolato e l’idea di combinare la prestazione di base con le rendite dei fondi pensione per consentire di raggiungere il requisito di pensionamento. Va ricordato come nel metodo di calcolo contributivo integrale un montante più consistente apporta anche un beneficio potenziale in termini di età pensionabile essendo contemplato un ulteriore canale di accesso alle prestazioni, basato sull’età anagrafica (20 anni) e sulla disponibilità di un capitale accumulato tale da alimentare una rendita pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. E’ altamente probabile poi un intervento di rilancio della previdenza complementare. Per quel che riguarda gli aspetti tributari si intende dare attuazione alla prima fase della riforma fiscale per proseguire nella politica di riduzione delle tasse e della pressione fiscale. Va ancora ricordato come il Ministro dell'Economia in un question time alla Camera ha smentito le indiscrezioni relative a nuovi condoni sottolineando come il provvedimento assunto nel decreto Energia sul ravvedimento operoso per la violazione di alcuni obblighi in materia di certificazione dei corrispettivi, commesse tra il gennaio 2022 e il 30 giugno 2023, regolarizzando entro la fine dell'anno la posizione con il pagamento delle sanzioni previste dalla legge rappresenti un provvedimento di ragionevolezza. Copyright © - Riproduzione riservata