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Pensioni e legge di Bilancio 2024. Manca una reale (attesa) riforma

Cosa prevede il disegno della legge di Bilancio 2024 dal punto di vista delle pensioni? Il ministro Giorgetti ha lapidariamente annunciato che "sarà molto più restrittivo l'accesso alla pensione anticipata". Sarà previsto un non meglio, per il momento, identificato strumento di accompagnamento alla pensione. Comunque, allo stato attuale, non è stata e non sarà abolita la legge Fornero. Dunque, il tema di una reale riforma delle pensioni rimane congelato. Ma è assolutamente necessario che quel dialogo sociale, annunciato dal Governo Meloni poco dopo il suo insediamento, si sviluppi concretamente per sviluppare adeguate policy previdenziali. Quali sono i temi imprescindibili da tenere in considerazione?

Il futuro del nostro patto sociale sembra dover dare per scontata una lunga traversata del deserto. Come Paese, come società, dovremmo seriamente considerare quella che è una situazione che fa vacillare i pilastri di quel patto. Oggi ci troviamo sull’orlo di una nuova recessione, dopo quella di 15 anni fa, per una grande quantità di motivi strutturali e contingenti che vanno dall’inverno demografico alle conseguenze delle guerre. Ora, nell’iter della legge di Bilancio 2024, il Paese si trova, sotto il peso di questo declino sistemico, su un crinale evidentemente scivoloso. L’11 ottobre le Camere avevano approvato, con il solo sostegno della maggioranza, uno scostamento di bilancio definito in 15,7 miliardi, con il deficit ritoccato al 4,3% nella legge di Bilancio 2024; scostamento, di fatto, quasi tutto indirizzato a sostenere la proroga del taglio del cuneo fiscale sulle retribuzioni da lavoro dipendente. Mossa che ha suscitato una reazione negativa da parte del Fondo Monetario Internazionale concretizzata nella richiesta all’Italia di esprimere “ambizioni aggiuntive in termini di aggiustamento dei conti pubblici in un contesto di rafforzamento degli obiettivi che il Governo ha in questo ambito”. E quest’azione, limitata nel tempo e non strutturale, rappresenta, nel commento dell’agenzia di rating Fitch, “un significativo allentamento della politica fiscale rispetto agli obiettivi precedenti”. Il deficit e il debito sono, è chiaro, uno dei problemi più importanti per il Paese. Un macigno che pesa sulle spalle di tutti i contribuenti e che mina la capacità di manovra dello Stato. Non di meno - e ci mancherebbe - è giusto intervenire sul piano fiscale a favore di coloro che lavorano. La situazione oggettiva è, però, che si tratta di un intervento non strutturale, mentre al palo restano, appunto, pilastri del patto sociale come Sanità, Istruzione e Previdenza. Ciò va detto con tutta la consapevolezza della difficoltà della congiuntura così come della prospettiva più vasta del futuro del Sistema-Paese. Cosa accade, dunque, sul piano previdenziale? Il 16 ottobre il Consiglio dei Ministri ha varato il disegno della legge di Bilancio 2024. Il ministro Giorgetti, nella conferenza stampa che ha seguito il Consiglio, ha lapidariamente annunciato che "sarà molto più restrittivo l'accesso alla pensione anticipata". Scompaiono Opzione donna e Ape sociale. Sarà previsto un non meglio, per il momento, identificato strumento di accompagnamento alla pensione.Sorgono, di conseguenza, domande cui è difficile immaginare una risposta razionale.Come è possibile concepire e strutturare uno “strumento unico” per accompagnare alla pensione lavoratori-contribuenti con caratteristiche così diverse tra loro? Qual è la logica che supporterebbe un tale strumento? L’Ape sociale è indirizzata a lavoratori subordinati che abbiano svolto per almeno 6 degli ultimi 7 anni di attività, o per 7 anni nell'ultimo decennio, una mansione particolarmente rischiosa o pesante, che deve far parte dell'elenco aggiornato nel 2022. Inoltre, non si tratta di un anticipo della pensione ma di un assegno-ponte plafonato a 1.500 euro lordi mensili. Opzione donna, invece, riguarda lavoratrici dipendenti e autonome che abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età di almeno 60 anni: una vera e propria pensione tutta calcolata con il metodo contributivo. Ciò al di là del restringimento dei requisiti già operato dall’Esecutivo Meloni lo scorso anno: l’ultima versione di questa misura aveva penalizzato le lavoratrici, mettendo alcuni vincoli ulteriori per poter accedere a questa, peraltro già penalizzante, forma di anticipo pensionistico. È evidente che la differenza strutturale delle platee e delle ragioni per accedere all’anticipo pensionistico rende illogico l’accorpamento in un’unica misura. In parole povere: come si può assimilare un edile a chi deve svolgere lavoro di cura familiare? Copyright © - Riproduzione riservata

Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2023/10/21/pensioni-legge-bilancio-2024-manca-reale-attesa-riforma

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