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Archivio newsLavoratori Gig Economy: accordo provvisorio sulle prime norme a livello UE
Arriva dall’UE un accordo preliminare tra Parlamento e Consiglio Europeo per tutelare I lavoratori della Gig Economy che prestano servizio tramite le piattaforme digitali. Le nuove regole, oltre a garantire tutele proprie del lavoro subordinato, mirano a garantire il controllo umano sulle decisioni e valutazioni operate tramite algoritmo e garantiscono maggiore trasparenza e privacy per I dipendenti.
In data 8 febbraio 2024, i negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio su un disegno di legge volto a migliorare le condizioni di lavoro delle persone che lavorano su piattaforme digitali, al fine di garantire loro un corretto status lavorativo. Stato di impiego La nuova norma introduce una presunzione di rapporto di lavoro subordinato (in contrapposizione a quello di lavoro autonomo) che scatta quando ricorrano fatti indicanti controllo e direzione, secondo la normativa nazionale e i contratti collettivi vigenti, nonché tenendo conto della giurisprudenza di la Corte di Giustizia Europea. La direttiva obbliga i paesi dell’UE a stabilire una presunzione legale relativa dell’occupazione a livello nazionale, con l’obiettivo di correggere lo squilibrio di potere tra la piattaforma e la persona che svolge il lavoro tramite piattaforma. Stabilendo una presunzione effettiva, gli Stati membri renderanno più semplice correggere il lavoro autonomo fittizio. L’onere della prova spetta alla piattaforma, nel senso che quando la piattaforma vuole confutare la presunzione, spetta a lei dimostrare che il rapporto contrattuale non è un rapporto di lavoro. Gestione dell’algoritmo Le nuove regole garantiscono che una persona che svolge lavoro su piattaforma non possa essere licenziata o licenziata sulla base di una decisione presa da un algoritmo o da un sistema decisionale automatizzato. Le piattaforme devono invece garantire il controllo umano su decisioni importanti che influiscono direttamente sulle persone che svolgono il lavoro tramite piattaforma. Trasparenza e privacy La direttiva introduce norme più protettive per i lavoratori delle piattaforme nel campo della protezione dei dati. Alle piattaforme sarà vietato trattare alcuni tipi di dati personali, come quelli relativi alle convinzioni personali e agli scambi privati con i colleghi. Le piattaforme dovranno trasmettere informazioni sui lavoratori autonomi che impiegano alle autorità nazionali competenti e ai rappresentanti dei lavoratori delle piattaforme, come i sindacati. Copyright © - Riproduzione riservata