L’assenteismo sul lavoro costituisce per le imprese una problematica che genera una serie di costi, diretti e indiretti, proporzionali e non proporzionali, che possono essere molto rilevanti e quindi impattare sull’efficienza e la produttività aziendale. Questo fenomeno, se non monitorato, controllato, ma soprattutto analizzato nelle sue cause e motivazioni, rappresenta una delle variabili incerte che impatta sul costo del lavoro. Una volta individuate cause e dimensioni del fenomeno, è necessario che le aziende adottino tutti gli strumenti in grado di ridurlo, tra i quali assume un ruolo fondamentale l’incentivazione su base collettiva. Come si manifesta l’assenteismo? Quali variabili occorre considerare per la sua analisi? Quali tipi di costo produce? Quali strumenti utilizzare per contrastare questo fenomeno?
Il fenomeno dell’assenteismo, se non monitorato, controllato, ma soprattutto analizzato sulle cause e motivazioni, è una delle variabili incerte che impatta sul costo del lavoro che le aziende devono sostenere. Oltre alla mancata produttività del lavoratore assente, è anche da considerare che un alto tasso di assenteismo genera una serie di costi diretti e indiretti che sono a loro volta proporzionali e non proporzionali.
Una volta individuato qual è il fenomeno, è indubbio che le aziende devono adottare tutti gli strumenti per ridurlo, tra i quali indubbiamente assume un ruolo fondamentale, tra i tanti, l’incentivazione su base collettiva che adotti come parametro di commisurazione dell’incentivo anche il numero di ore lavorate rispetto alle lavorabili.
Assenteismo: caratteristiche del fenomeno
Essendo un fenomeno collegato alla natura “umana” del rapporto di lavoro, non esiste una definizione di assenteismo per legge.
Si definisce assenteismo: l’incapacità lavorativa temporanea, prolungata o permanente di un lavoratore o di una pluralità di lavoratori.
Il fenomeno dell’assenteismo è sempre stato un sintomo di rapporti difficili tra l’individuo e il lavoro e tra l’individuo e l’azienda.
La presenza di un alto tasso di assenteismo rappresenta un indicatore fondamentale sull’andamento del clima aziendale e del rapporto esistente tra la risorsa umana e l’azienda. |
Non va comunque dimenticato che il fenomeno dell’assenteismo genera per l’impresa una serie di costi aggiuntivi da sostenere; costi diretti e indiretti che possono essere a loro volta suddivisi in costi proporzionali e non proporzionali.
Come si manifesta
Il fenomeno dell’assenteismo si può manifestare in azienda al verificarsi di determinate situazioni di assenza dal lavoro per ragioni imputabili “alla scelta” o alla volontà del lavoratore.
In particolare, l’assenteismo si rileva quando sussistono:
- uso sistematico e “professionale” della
malattia;
- periodi di aspettativa per
motivi personali;
- eccessiva sindacalizzazione con alti fenomeni di sciopero o assemblee sindacali;
-
assenze non giustificate dal posto di lavoro;
-
sistematico ritardo e non rispetto dell’orario di lavoro.
Analisi e quantificazione: quali variabili considerare
Tra le variabili da considerare per analizzare, ma soprattutto quantificare il fenomeno dell’assenteismo, a parere di chi scrive, possiamo annotare:
- scioperi;
- malattie;
- assemblee sindacali;
- permessi sindacali;
- permessi legge n. 104/1992.
Si tratta di tutti quei fenomeni che rientrano nella scelta-volontà del lavoratore e per i quali il datore di lavoro è parte “passiva”, in quanto non può disporre, se non limitatamente, di strumenti per contrastarli.
Costi dell’assenteismo
Un alto fenomeno di assenteismo all’interno dell’azienda genera una serie di
costi per il datore di lavoro, diretti e indiretti, che a loro volta si possono dividere in proporzionali e non proporzionali.
Tra i costi
diretti e
proporzionali abbiamo:
- costi retributivi diretti e accessori, quando la retribuzione dell’assente è totalmente o parzialmente a suo carico;
- costi per la mancata produzione (strutture non utilizzate);
- costi sostenuti sotto forma di ore di straordinario pagate ad altri lavoratori per compensare l’assenteismo.
Sempre tra i costi
diretti, quelli
non proporzionali riguardano:
- modifica dei programmi operativi;
- ricerca di elementi di rimpiazzo e loro addestramento;
- sostenimento di incombenze amministrative.
Tra i costi
indiretti, a loro volta proporzionali e non proporzionali, abbiamo:
a) costi
proporzionali:
- diminuzione della produttività e perdita significativa di efficienza;
- deterioramento del clima aziendale e svilimento di coloro che contribuiscono a fare un buon lavoro;
- scarso rendimento tra la prestazione del lavoratore assente e quello del sostituto;
b) tra i costi indiretti,
non proporzionali, abbiamo:
- possibile deterioramento della qualità di produzione;
- possibile aumento degli scarti di produzione;
- possibile offuscamento dell’immagine aziendale esterna.
Come quantificare il fenomeno
Il fenomeno dell’assenteismo può essere quantificato utilizzando alcune formule che ne esprimono il valore in ore, teste, frequenza e “gravità”.
Tipo indice | Formula |
Assenteismo in ore | Ore perdute per assenza / Ore lavorabili |
Assenteismo in assenti | Numero medio assenti per giornata / Organico medio |
Indice di frequenza | Numero di casi di assenza / Organico medio |
Indice di gravità | Numero compl. giornate di assenza / Organico medio |
Indice durata media | Numero compl. giornate di assenza / Numero casi di assenza |
Come contrastare l’assenteismo
Tralasciando il contrasto del fenomeno assenteismo da malattia mediante l’invio di visite mediche di controllo durante le fasce di reperibilità a cui è tenuto il lavoratore, uno degli strumenti che potrebbero essere adottati è la
leva retributiva, di tipo
incentivante.
Tra le finalità del sistema retributivo incentivante, infatti, oltre all’
aspetto motivazionale nelle persone coinvolte, indubbiamente assume una funzione fondamentale permettere cambiamenti di organizzazione del lavoro altrimenti critici e disincentivare situazioni o atteggiamenti potenzialmente dannosi per l’immagine aziendale e per la produttività.
Sul tema dell’incentivazione, ruolo fondamentale potrebbe assumerlo il premio di risultato che tra gli indicatori in termini di produttività, redditività, qualità e innovazione, potrebbe prevedere tra gli altri anche la riduzione dell’assenteismo. |
Si ricorda che la norma attualmente in vigore prevede l’applicazione di un’imposta fiscale agevolata riconosciuta sui
premi di risultato ovvero su somme di ammontare variabile la cui corresponsione sia legata a
incrementi di
produttività,
redditività,
qualità ed
efficienza ed
innovazione, nonché sulle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa.
L’
agevolazione consiste nell’applicazione di una
imposta sostitutiva dell’
IRPEF e delle
addizionali regionali e comunali in misura pari al
10% e la norma prevede espressamente che l’aliquota agevolata non venga applicata, qualora sia il lavoratore stesso a richiederlo, per iscritto. Per l’anno 2023, l’aliquota è stata ridotta al
5% e tale misura è stata prorogata anche per quest’anno dalla legge di Bilancio
2024.
Si ricorda che l’imposta sostitutiva all’IRPEF trova applicazione:
- nel
limite massimo di
3.000 euro lordi annui, inteso come imponibile fiscale e cioè al netto del contributo INPS a carico del lavoratore (9,19% o 9,49%);
- per i soli lavoratori
dipendenti del
settore privato, che non abbiano rinunciato per iscritto all’applicazione dell’agevolazione, e con un
reddito da lavoro dipendente percepito nel
precedente periodo d’imposta non superiore a
80.000,00 euro.
Si ricorda che la norma pone come condizione essenziale per l'applicazione della misura agevolativa che:
- l'erogazione del premio di risultato avvenga in esecuzione di quanto previsto dai
contratti aziendali o
territoriali stipulati dalle
associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale o dalle loro rappresentanze sindacali aziendali o dalle RSU (art. 1, c. 187, legge n. 208/2015)
- tali contratti siano
depositati in via telematica presso la sede territoriale dell'
Ispettorato del
lavoro competente, che li mette a disposizione, con le medesime modalità, delle altre amministrazioni ed enti pubblici interessati.
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Fonte: https://www.ipsoa.it/documents/quotidiano/2024/02/12/assenteismo-lavoro-impatti-costi-aziendali-ridurli